Separazione consensuale

È stato un fulmine a ciel sereno l’arrivo di Ancelotti al Napoli, tanti gli sguardi increduli quando su Twitter, in poche ore, il presidente ha “liquidato” Sarri e ha annunciato con la solito foto di rito (ed, in verità, un’altra cinematografica alla James Bond) l’ex Real, facendo presto il giro del mondo.
Bisogna però provare a ricostruire l’intera vicenda, cercando di capire a come si sia arrivati a questo premeditato ma pur sempre doloroso addio.

Il rapporto fra il mister di Figline e De Laurentiis non è mai stato idilliaco, condito anche all’inizio da forti dubbi, poiché se da una parte il suo gioco con l’Empoli aveva incantato tutti, dall’altra il passo in una società importante come quella azzurra sarebbe potuta essere un rischio.
Due caratteri forti, decisi, che spesso si sono scontrati per idee completamente diverse che, fanno supporre, siano state la causa principale di questa rottura. Tre anni di alti e bassi, di abbracci in pubblico e contrasti in privato, frecciatine continue per ribadire le chiarissime discrepanze di pensiero.
Senza fare eccessive digressioni storiche, possiamo partire da gennaio quando, a seguito di un mercato fallimentare per il mancato arrivo di Verdi, Politano e Younes (scappato di nuovo ad Amsterdam), le crepe sono iniziate a diventare sempre più nette. Nel frattempo, c’era già il contratto pronto per il rinnovo con eliminazione della clausola e l’ingaggio intorno ai 4 milioni che Sarri non firmerà mai.
Bisogna andare ancora più indietro, però, per capire quanto fosse difficile la pace interna. Precisamente dopo Napoli-Palermo nel gennaio 2017, quando a seguito del pareggio in casa contro la squadra siciliana, ci fu una furente lite tra il presidente e l’allenatore, il quale addirittura avrebbe voluto chiedere le dimissioni. Reina, in quell’occasione fece da paciere fra i due ristabilendo una momentanea tregua; a peggiorare la situazione successivamente furono dichiarazioni, del tutto fuori luogo in verità, di De Laurentiis nel post Real Madrid-Napoli, in cui criticò le scelte tattiche del suo tesserato e la volontà di vedere più spesso Rog in campo.

L’ex Empoli, tuttavia, non diede mai troppo peso a quelle parole, tanto che continuò per la sua strada chiudendo con un terzo posto e i preliminari Champions da preparare. Probabilmente, anzi quasi sicuramente, se il gruppo – l’estate scorsa – non avesse deciso di restare compatto per provare a vincere lo scudetto, la favola di Sarri a Napoli sarebbe finita molto prima. Quel sogno che la squadra coltivava era troppo importante pure per lui, ma si sa che i matrimoni solo per quieto vivere possono durare poco, pochissimo.

Tornando a quest’inverno, dunque, ci sono state più occasioni in cui si è capito che le strade si stessero per dividere. Emblematica fu la sorpresa fatta da De Laurentiis il giorno del compleanno dell’allenatore, presentandosi in Toscana per passare insieme una giornata di festa. Tanti addetti ai lavori erano convinti che la ciliegina sulla torta sarebbe stata proprio la firma sul contratto, invece non si fece nulla. Più ci si avvicinava la fine del campionato, più i due si allontanavo: Sarri aveva già da qualche tempo iniziato a parlare con il Chelsea, culminando il proprio interesse per un trasferimento a Londra con l’incontro tenutosi ad aprile con il club di Abramovich; d’altro canto il presidente, conscio che stava perdendo le speranze di un prolungamento di cammino insieme, aveva iniziato a guardarsi intorno cominciando così un giro di telefonate per testare la disponibilità di un successore degno di Sarri. Chi meglio di Carlo Ancelotti per non far deprimere la piazza? Serviva un nome forte e questo era il massimo a cui si potesse aspirare.

Quasi di soppiatto, con grande astuzia e intelligenza, Sarri e De Laurentiis si sono poi nuovamente incontrati nella casa del mister, poco prima della cena di fine stagione a Villa Sant’Angelo per chiudere, più serenamente possibile, questo rapporto e chiarire il quadro della situazione, dopo mesi di assenza sul campo del patron azzurro. I sorrisi e gli abbracci immortalati, durante quella cena, dai fotografi sembravano presagire un riavvicinamento decisivo, invece erano meramente segni di un dolce addio onde evitare polemiche e distrazioni prima dell’ultimo match casalingo contro il Crotone.
Proprio nella conferenza post partita, si può pensare, che Sarri avrebbe dovuto annunciare il suo addio, ma, dopo la grande standing ovation ricevuta dal San Paolo, non avrebbe avuto il coraggio arrancando la scusa dei “due giorni in più”, mentre ADL netto riferiva “tempo scaduto”.

Si può dire, dunque, che il matrimonio fosse già finito consensualmente, magari con un po’ di amaro in bocca per come si sia saputa la notizia. I tifosi, la maggior parte almeno, sono rimasti di sasso dinanzi a quei 140 caratteri scritti sul profilo Twitter da De Laurentiis: niente conferenze, niente frasi di addio ufficiali da parte di Sarri che, tra l’altro, è subito volato a Londra per cercare di chiudere con il Chelsea.

Non è complicato capire il perché, ma come tutto ciò sia avvenuto. Sperando che, prima o poi, qualcuno dia spiegazioni più profonde… Per il momento ci accontentiamo di una semplice ricostruzione della storia, la più vicina alla realtà.

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