NUMERIAMOCI SU – NAPOLI-EMPOLI: il “vero” nueve e la “guarigione” che avanza

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

Ieri il Napoli, al San Paolo, ha ospitato l’Empoli per la gara valevole il decimo turno di campionato. Sarri, contro il proprio passato, conferma il consueto 4-3-3 schierando Maggio sulla destra al posto di Hysaj, in mediana riposa Hamsik in favore di di Zielinski affiancato da Jorginho Allan. In attacco invece spazio al tridente leggero, Insigne e Callejon a supporto di Mertens che veste i panni del falso nuove. Martusciello risponde proponendo il trequartista, Saponara infatti ha agito a supporto delle due punte in un classico 4-3-1-2.

 

L’avversario – Inizialmente l’Empoli prova a respingere il Napoli attraverso una buona qualità di palleggio, il resto della partita è stato invece basato sulla difesa più serrata: due linee strette e compatte, quattro difensori e tre mediani, Saponara poi posto in copertura (non ossessiva) su Jorginho e due attaccanti con il compito quasi se non del tutto esclusivo di allargare i due centrali del Napoli in fase di possesso palla. Un atteggiamento troppo rinunciatario, soprattutto contro un Napoli ancora insicuro in fase difensiva. La prova di quanto detto arriva quando la squadra di Martusciello ha provato a spingere maggiormente, un atteggiamento meno attendista e difensivo avrebbe potuto certamente pagare di più. Nel secondo tempo infatti, complice anche il momento di calo del Napoli, l’Empoli alza il ritmo e il baricentro iniziando a muovere le proprie mezzali alle spalle del centrocampo del Napoli. A quel punto, la difesa è costretta a schiacciarsi ed appiattirsi ancor di più, favorendo l’inserimento nello spazio compreso tra terzino e centrale difensivo. Proprio da qui giungono le occasioni nitide per l’Empoli. Coincidenza, per modo di dire, l’uscita di Allan (5 palle recuperate), momento dal quale il Napoli inizia a soffrire. L’ingresso di Hamsik ha ridato vivacità alla ripartenza ormai spenta dalla stanchezza, ma ha fatto perdere qualcosa in fase di equilibrio difensivo.

Le guarigioni e le convalescenze azzurre – Dato confortante del match di ieri sera riguarda il fatto che le tante conclusioni del Napoli, 22 per l’esattezza, siano arrivate da una varietà più ampia di giocate e soluzioni.

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Gli azzurri, in pratica, hanno ricercato tanti modi diversi per scardinare la difesa dell’Empoli, il quale ha rinnegato al proprio gioco armonico e di possesso optando per un baricentro basso (44 metri contro i 56 del Napoli) propedeutico ad un’altissima densità in zona centrale e a un sovraccarico di calciatori nella propria metà campo. La varietà nelle giocate trovano un ulteriore dato statistico rincuorante in merito alla distribuzione numerica:key passes per Insigne, 4 per Ghoulam e Mertens, 3 per Zielinski e Hamsik. Dall’analisi si evince che il Napoli ha provato la solita strada dei cross (28 a fine partita, 13 all’intervallo), ma ha anche esplorato sentieri alternativi: azioni più centrali e verticali.

Altro aspetto importante della partita è stato l’obbligo di dover schierare il tridente leggero. Quest’ultimo ha in qualche modo costretto il Napoli a cercare un diverso sviluppo della manovra: nel post-partita Sarri ha spiegato come Mertens abbia dato un contributo a metà, negativo nella prima parte di gara e più positivo nella seconda. Per capire tale considerazione abbiamo analizzato la prestazione del belga. Abbiamo dunque scorporato la sua partita in due periodi: i primi 20 minuti i successivi 70. Sotto, le due heatmap ci spiegano cosa intendeva Sarri: iprimo Mertens è un calciatore che parte da una posizione centrale, chiuso nella morsa dei due difensori dell’Empoli; il secondo, invece, è un calciatore che riesce a sfilarsi, a venir via e quindi a rendersi pericoloso secondo quello che sa fare bene, e ha fatto bene. Abbiamo usato, non a caso lo stesso timbro verbale di Sarri aggiungendoci anche una statistica, inopinabile, che conferma quanto evidenziato: nei primi 20′, Mertens mette insieme un solo passaggio chiave e due conclusioni deviate dalla difesa. Dal 20′ al 45′, i key passes diventano 2 ma a crescere e di molto sono le conclusioni: 6. Mertens cambia la posizione, adatta i movimenti della prima punta alle sue caratteristiche e il Napoli diventa pericoloso.

 

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A sinistra il Mertens dei primi minuti ————————————————- A destra invece il Mertens che cambia il proprio gioco diventando più efficace, come spiegato precedentemente

 

A comporre il tridente c’è anche Insigne, al rientro in campo dopo l’errore dal dischetto contro il Besiktas. Nella sua prima mezz’ora di gioco sembra impegnato solamente a cercare conclusioni da fuori, tra l’altro con scarsi risultati. La sua partita si accende quando inizia a giocare per la squadra e con la squadra, allargando e arretrando la sua posizione, partecipando di più alla costruzione della manovra e non solo alla finalizzazione. Anche per lui, quindi, la partita vive su due velocità ben diverse: la prima appannata a confronto della seconda più redditizia e partecipativa. Jorginho, le cui ultime prestazioni hanno fatto storcere il naso a molti, ha iniziato a risalire la china: più palloni recuperati di Allan (6), due soli passaggi sbagliati ma una partecipazione ancora troppo frebbile alla manovra per poterlo considerare recuperato nella pienezza del termine. Se vogliamo la colpa/merito di quest’ultimo dato è dell’ennesima marcatura a uomo, seppure più blanda, ma i soli 66 palloni giocati (gli stessi Callejon, che gioca come esterno offensivo) certificano l’attuale difficoltà dell’italo-brasiliano. Per dare maggiore efficacia alla manovra il Napoli ha fatto passare il gioco attraverso i piedi di Zielinski. Quest’ultimo, nelle ultime uscite, non è più il calciatore dagli strappi brillanti ammirato a inizio stagione ma ha comunque dato un contributo di grossa sostanza al centrocampo, importante in una serata in cui Hamsik parte dalla panchina perché potesse rifiatare. La prestazione del polacco è impreziosita addirittura dal 96% di pass accuracy. Abbiamo evidenziato una brillantezza perduta ma come consolazione, nemmeno più di tanto magra, c’è il fatto che sbagli davvero pochissimo in fase di palleggio. Oltre a questo dato, inoltre, è pure molto presente in fase offensiva (3 occasioni create).

 

L’annotazione finale – Il Napoli non è ufficialmente guarito. Questo potrebbe essere il titolo di giornata se si vuol minimizzare, erroneamente, quanto visto al San Paolo. I segnali della ripresa ci sono tutti, sia livello numerico che tecnico. La squadra sta recuperando quel rendimento perduto nelle scorse partite. L’idea di gioco, inoltre sta subendo delle modifiche atte al miglioramento complessivo. Mertens come falso nueve non è più una sorpresa, il belga sa interpretare il ruolo in modo ottimale come una seconda pelle che man mano cresce. Nonostante i soliti minuti di buio, assolutamente il vero neo di serata, la squadra non ha subito gol ed ha imposto agli avversari un gioco arioso, armonico qualitativo. Ora per il Napoli sarà tempo di esami però. Traducendo il tutto a livello scolastico potremmo dire che il tempo per lo studio e del ripasso è terminato, il momento della verifica finale è giunto e il voto dovrà essere il più alto possibile per permettere, concretamente, a tutti di proseguire a sognare grandi risultati. I segnali sono incoraggianti, la fiducia può essere alta e la paura poca, se non il doveroso rispetto per gli avversari, per i prossimi impegni.

 

 

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fonte foto: www.whoscored.com

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