NUMERIAMOCI SU – Napoli-Bologna: Milik il super eroe e il potere segreto del Napoli

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

Ieri sera al San Paolo il Napoli ha avuto la meglio di un avversario che soprattutto nella ripresa ha creato qualche apprensione di troppo agli azzurri. Risultato netto e meritato alla fine, non privo di qualche sbavatura che ha fatto da contorno ad una prestazione per lunghi tratti convincente. Sarri schiera il Napoli con il consueto 4-3-3, pur cambiando tre pedine rispetto alla precedente uscita: Strinic per GhoulamZielinski per Allan Gabbiadini per Milik. Donadoni, orfano di Destro, opta per analogo schema tattico schierando Verdi nel ruolo di falso nueve appoggiato sugli esterni da Krejci e Di Francesco.

Napoli, primo atto: la perfezione – Gli azzurri assumono il comando della partita fin dai primi minuti di gioco sfruttando al meglio un baricentro piuttosto alto (56 m, ben oltre la metà campo) ed attraverso un ritmo di gioco elevato, che minuto dopo minuto diventa sempre più serrato nonostante la brillante partita giocata a uomo da Nagy su Jorginho. L’abilità mostrata dal Napoli è stata, in modo evidente, l’aver trovato fonti di gioco alternative. Analizzando infatti il dato relativo ai passaggi effettuati possiamo notare infatti come il gioco abbia avuto diversi interpreti e quindi non ha pagato in fase di costruzione rendendosi prevedibile: Hamsik è primo con 109. Dopo il capitano troviamo Koulibaly, Albiol, Zielinski, Insigne e a chiudere Jorginho fermatosi a 62. Lo strapotere azzurro del primo tempo è evidenziato e rafforzato ulteriormente da questi numeri: 11 tiri a 2, 93% a 79% di pass accuracy, statistiche corroborate anche dalla capacità di vincere i duelli aerei – che l’anno scorso erano un problema di questo Napoli –  e che invece nella prima frazione hanno avuto una percentuale positiva attestatasi al 71%. Unica pecca che potremmo trovare al primo tempo statisticamente da applausi del Napoli è l’imprecisione al tiro: delle 11 conclusioni verso la porta, 6 nello specchio e 5 fuori. Scavando ancora ed andando al di là dei numeri notiamo che in realtà le sole conclusioni Callejon – gol del vantaggio – e di Insigne su servizio di Hamsik hanno realmente messo in pericolo il portiere del bologna, impotente a onor del vero in occasione del gol dello spagnolo azzurro. Numeri alla mano quindi possiamo affermare come il Napoli del primo tempo è stato intenso, concentrato, preciso. Dato inequivocabile che certifica tale affermazione è caratterizzato dai soli 8 errori di possesso su 450 palloni giocati. Napoli che non ha concesso nulla al Bologna, a parte la conclusione di Dzemaili dopo pochi minuti, che ha cercato di limitare il gioco azzurro attraverso marcature a uomo abilmente aggirate grazie al grande palleggio degli uomini di Sarri.

Napoli, secondo atto: il sonno pericoloso – La magia di un primo tempo perfetto è interrotto dal fischio che sancisce la fine della prima frazione. Dal 46esimo al 60esimo, il Bologna costruisce l’86% di pass accuracy contro l’80% del Napoli, 4 conclusioni verso la porta (come il Napoli), persino un maggior numero di passaggi (133 a 96). Segni evidenti di come il Napoli perda le giuste distanze poichè superato in zona mediana dagli avversari e senza più il comando della stessa. Di colpo la partita è rovesciata grazie ad un Napoli lento e soporifero che probabilmente pensava di poter già archiviare la pratica. Assistiamo quindi ad un Napoli  assente nelle caratteristiche che gli avevano permesso di dominare la partita, che sbaglia l’approccio alla ripresa ma è anche sfortunato, nel suo momento di mancanza, a subire il gol su un episodio che potremmo definire causale. Vero che anche ieri il Napoli è stato vittima, forse in modo più evidente che in altre gare, di un blackout che dovrà essere limitato fino ad eliminarlo totalmente se si vorranno conseguire grandi vittorie, alteattanto vero pero è il dato che evidenzia come il periodo di assenza del Napoli all’interno di una stessa partita va accorciandosi strada facendo: 45′ a Pescara, 20′ col Milan, tra i 15′ e i 20′ a Kev e 15′ a Bologna. Insomma, la squadra è comunque in crescendo come dimostrano i dati. Un Napoli che migliora di partita in partita può solo che essere un dato rincuorante per i prossimi impegni ravvicinati che lo attendono.

Napoli, terzo atto: la rinascita – Per scuotere la squadra e la partita Sarri prepara tre cambi che si riveleranno fondamentali. Milik, Ghoulam e Allan spaccano letteralmente la partita in due, riconducendola sui binari del primo tempo con una velocità e qualità altissima. Il Napoli torna a spingere forte sulla fascia sinistra, in cui si trova ad agire Ghoulam. L’algerino gioca altissimo e si produce in 2 cross e l’85% di passaggi riusciti. I suoi due avversari diretti sulla destra, Rizzo e Krafth, costruiscono 2 cross in 25′ di gioco, 2 tackle su 2 falliti (entrambi su Ghoulam) e un cartellino rosso. La differenza evidente che c’è tra Strinic – autore di una buona partita: preciso ed ordinato in fase difensiva, presente quando si è trattato di attaccare – e Ghoulam è nella gestione della palla in zona alta, su cui l’algerino rispetto al croato è superiore. Altra pedina fondamentale è stata Allan: entra nel rettangolo di gioco e si beve letteralmente la difesa rossoazzurra offrendo ad Insigne un pallone d’oro da concretizzare in rete e trova l’assist per Milik.

I gol azzurri – Il gol di Callejon è figlio ormai di un movimento diventato un classico, di un movimento provato e riprovato in allenamento: palla in verticale sull’uomo a sinistra, movimento a convergere di Insigne sul destro per crearsi lo spazio, cross al centro e inserimento di Callejon, dall’altra parte, alle spalle del difensore. Assolutamente perfetto potremmo dire, costruzione e visione di gioco totale e che spazia per ogni centimetro del campo. Milik, anch’esso straordinario con l’apporto offerto partendo dalla panchina, sfrutta un assist di Hamsik, geniale a trovare con il goniometro il giusto angolo di passaggio che permette al polacco – partito dalla fascia sinistra – di trovarsi davanti al portiere e segnare in cucchiaio. Il polacco abile nello scatto e nel aver intuito il passaggio dettato dal compagno, sinonimo di come gli ingranaggi si stiano man mano oliando in modo sempre più profondo. Il terzo gol che permette a Milik di segnare una doppietta è un tiro dalla distanza, il polacco da prima spalle alla porta si gira verso di essa con il corpo, e con abilità balistiche notevoli fulmina il portiere. Gol belli da vedere e da gustare, soprattutto perché orchestrati da un gioco sempre più arioso ed armonioso.

La conclusione – La panchina è il reale valore statistico che emerge dalla partita di ieri. Il mazzo di carte di Sarri è così vasto da poter tirare fuori da esso, domenica per domenica, un asso nuovo per sbloccare le gare eventualmente bloccate, o più semplicemente dar respiro a chi gioca di più. A questo punto siamo curiosi di vedere l’inserimento di Rog, Diawara e Maksimovic, nonché degli infortunati Giaccherini e Tonelli. Nuove soluzione tattiche sono pronte ad essere sfoderate e potranno, se gestite al meglio da Sarri, aiutare e non poco il Napoli lungo l’impervio cammino che sarà una stagione lunga come quella che aspetta gli azzurri.

In attesa di valutarli nella nostra rubrica, vi auguriamo buon campionato.

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