L’ANALISI – Sull’orlo del baratro serve il massimo equilibrio

    Piove sul bagnato è davvero il caso di dirlo. La terza sconfitta consecutiva del Napoli apre le porte alla tanto odiata parola “crisi”. Tutti sul banco degli imputati con Sarri in primis, vittima degli errori dei singoli. Maestro tradito ancora una volta dai suoi fedelissimi alunni ma per sua scelta. Ma è adesso che serve equilibrio, ad un passo dal baratro.

    Il San Paolo ormai è diventata da roccaforte a terra di conquista. Neanche ci crede il Besiktas che, con tre regali, due della difesa azzurra e uno del direttore di gara, si porta a casa con il minimo sforzo, l’intera posta in palio. Si riaprono così i giochi di un girone che ieri poteva essere chiuso a vantaggio del Napoli e che invece oggi si ritrova riaperto per effetto anche della vittoria del Benfica in Ucraina. Dal sogno all’incubo. Neanche l’urlo Champions ha svegliato il Napoli dal torpore. Tanta grinta in alcuni giocatori, uno su tutti Dries Mertens, che ci mette anche tanta qualità, ma tanta depressione in altri. Le lacrime di Insigne per il peggior rigore tirato negli ultimi anni al San Paolo, sono il segno di una serata che va archiviata ma non senza la giusta analisi.

    Il tradimento, come nelle epiche battaglie medievali, arriva dall’interno. Non sono i turchi ad espugnare il fortino del San Paolo, ma sono gli stessi azzurri a spalancargli le porte. Difesa colpevolmente ferma sul primo gol turco. E’ Maggio il primo a tradire Sarri che lo lancia nella mischia credendo che possa evitare gli errori commessi dal suo alter ego Hysaj. E invece….Lui fa peggio dell’albanese. Ci pensa, poi, Jorginho, altro fedelissimo di Sarri, a mettere la ciliegina sulla torta, con i turchi che ringraziano e portano a casa, complice anche Reina. Si proprio lui, nonostante il suo essere leader e trascinatore di questa squadra, e a volte anche regista aggiunto, si sta perdendo nel caos che ormai regna sovrano nel reparto arretrato azzurro, con errori che da un po’ gli vediamo fare ma che adesso stanno pesando più del dovuto. Ma è forse altrove che gli occhi di Sarri devono puntare.

    Più che l’assenza in attacco di Milik, è in mezzo al campo che il Napoli soffre. Manca la fluidità e la sveltezza di manovra che un tempo erano la fortuna degli azzurri. Un tempo neanche tanto lontano se pensiamo agli splendidi 70’ contro il Benfica. La squadra non gioca più in 40 metri come una volta. Albiol manca più al centrocampo che alla difesa. Con lui la linea arretrava saliva e il campo si accorciava per Jorginho e compagni. La prevedibilità della manovra azzurra è ormai sul tavolo di tutti i tecnici in Italia e in Europa. Un cambio degli uomini deve coincidere anche con un cambio di gioco. Senza snaturare le qualità dei singoli, ma cercando, anzi di esaltarle. Hamsik non può continuare a fare dieci metri indietro quello che gli riesce meglio dieci metri più avanti. Non può fare il regista aggiunto perché Jorginho non ha punti di riferimento. Diawara in venti minuti ha mostrato una freschezza che proprio Jorginho ha smarrito da tempo.

    E non cavalchiamo gli alibi che derivano dai numeri della gara che parlano solo a favore del Napoli… nonostante 11 tiri in porta contro 3, 17 angoli a uno e il predominio nel possesso di palla, i tre punti sono andati in Turchia. E questo basta. Chi legge queste statistiche pensa “ma allora il Napoli è vivo” “il gol annullato, il gol subito in fuorigioco…”.Sarebbe l’errore più grave ignorare quello che ieri si è visto in campo. Sarri deve, invece, farne tesoro di tutto ciò che è successo ieri, perché a questa squadra e probabilmente anche a lui, manca la mentalità di affrontare tutte le gare con la stessa intensità. A fine Agosto proprio questo disse il mister…”arriveranno le batoste”. Lui ne è consapevole, lo aveva predetto e certamente sa anche dove intervenire, ma deve farlo con lucidità.

    Il gruppo è solido e deve essere unito oggi più che mai. Perché “è sull’orlo del precipizio che l’equilibrio è massimo”. E’ il momento per ognuno dei giocatori di ritrovare la strada per continuare più forti di prima facendo tesoro dei propri limiti e dei proprio errori che devono trasformarsi in forza e non in depressione. Alzati Napoli….e cammina!

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