L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Chi ben comincia

E’ il caso dire “buona la prima”. In onda il film della Champions per gli azzurri e al primo ciak subito gli applausi. Milik ci mette la testa e la squadra il cuore per una vittoria che vale tanto.

Dalla Seconda categoria alla Champions League. Oltre 25 anni di gavetta per Maurizio Sarri per coronare un sogno lungo una vita. E la vittoria di Kiev è il suggello per un tecnico che dimostra sempre di più la sua competenza e la sua dedizione alla causa azzurra. E’ anche il premio per una squadra che in questo inizio di stagione ha messo alle spalle il passato e guarda al futuro con grande voglia e determinazione. Chi ben comincia è a metà dell’opera, dice il proverbio, e di certo il cammino degli azzurri in Champions non poteva iniziare nel migliore dei modi. Di fronte c’era una squadra notevolmente avanti nella preparazione avendo già disputato ben sette gare di campionato. C’era poi da sfatare il tabù dello stadio Olimpico di Kiev in cui gli azzurri due anni fa videro sfumare l’accesso alla finale di Europa League contro gli altri ucraini del Dnipro. E, infatti, non inizia proprio con i migliori auspici la gara per il Napoli che prende gol dopo 25’ dalla Dinamo. Un gol che mette ancora una volta a nudo alcune lacune della difesa azzurra, forse troppo statica in occasione del gol. La catena di destra con Hysaj e Allan che pagano probabilmente lo scotto dell’esordio nella massima competizione europea, e sembrano lontani dai loro standard di prestazione abituali. Ma nonostante questo….ecco che viene fuori il carattere di questa squadra sempre più figlia del carattere del suo tecnico, con una vittoria in trasferta in Champions che al Napoli mancava dalla gara di Marsiglia del girone dei record e che fuori casa aveva solo lasciato cattivi ricordi come quello di Bilbao.

Ancora il doppio nove – Quando Arkadiusz Milik scelse la maglia numero 99 invece della 9 tutti pensarono che fosse stata una scelta voluta dalla società per lasciare l’eredità ad un centravanti più “blasonato”. Ma adesso la scelta è chiara. Il polacco ci ha preso gusto e ogni volta vuole dare il doppio per il Napoli. Il 9 non gli bastava, ci voleva la 99! E anche ieri infatti, come contro il Milan, è stata doppietta per Milik  e vittoria azzurra. Sono già 4 in tre gare e mezzo…..Arkadiusz vuoi davvero cancellare il passato? Due gol quasi in fotocopia, di testa, entrambi a cogliere fuori tempo il “venerando” portiere ucraino. All’Olimpico di Kiev, Milik sfoggia le sue doti di atleta da cinque cerchi, prestato al calcio ma che si produce in elevazioni degne di Sotomayor, primatista mondiale di salto in alto, o di un cestista dell’NBA. Il suo tiro da tre punti a fil di sirena della prima frazione di gioco suggella rimonta azzurra e mette in cascina una vittoria fondamentale per la leadership nel girone. Non vorremmo essere nei panni di Manolo Gabbiadini che ormai starà pensando di comprare un bel cuscino comodo per la panchina anche quest’anno….davanti a lui l’ennesimo fenomeno? Siamo solo all’inizio ma…chi ben comincia….

Il braccino del tennista –La mossa di Sarri nella ripresa di raddoppiare la marcatura su Iarmolenko, ha spento ogni tipo di velleità degli uomini di Rebrov. Ancora una volta con la sua attenzione tattica e i giusti cambi nella ripresa, Sarri è riuscito a far si che il Napoli potesse respirare finalmente l’aria di Europa a pieni polmoni. Polmoni che al momento sembrano a corto di ossigeno per Allan su cui sempre di più pesa l’ombra di uno Zielinsky che, anche quando è entrato a Kiev , stavolta al posto di Hamsik, ha saputo dare un contributo notevole alla causa. Si è sofferto forse un po’ troppo nel finale, quando la Dinamo è rimasta in dieci, il Napoli abbassando la guardia ha rischiato davvero troppo, concedendo punizioni e angoli agli ucraini che avrebbero potuto sfociare in una beffa immeritata. E’ stato l’autentico “braccino del tennista” quello mostrato da Albiol e compagni nei momenti finali di gara. Proprio un fallo del numero 33 stava per diventare letale avendo lasciato la mattonella preferita a Iarmolenko che fortunatamente non inquadra la porta, forse per scarsa lucidità dopo un secondo tempo vissuto in sofferenza con la asfissiante marcatura di Ghoulam.

Stessa cosa non lo si può dire per il Besiktas, che proprio con una punizione dal limite ha imposto il pari casalingo al Benfica e regalato il  solitario primato in classifica agli azzurri in attesa del match del 28 settembre al San Paolo proprio contro il portoghesi che potrebbe essere già decisivo per consolidare la leadership. E se chi ben comincia è a metà dell’opera sarebbe il caso di completarla questa opera tra quindici giorni per guardare ad un cammino in Champions in discesa e consolidare l’ottimo avvio di stagione anche in campionato.

 

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