Prosegue la rubrica dedicata agli studi condotti da Arel e Pwc, che hanno raccolto una vasta quantità di dati in modo da stilare il Report Calcio 2020, decima edizione. Oggi andremo a delineare il profilo economico e finanziario del calcio professionistico.
Dalla stagione 2009/2010 al 2018/19 il calcio italiano ha assistito ad un significativo trend di crescita costante del valore della produzione, con tasso di crescita CAGR (tasso annuo di crescita) pari a circa il 5%. Al tempo stesso si è avuto anche un aumento del costo complessivo della produzione (CAGR del 4% circa).
Non è da sottovalutare però la crescita dei debiti, pari al 66.6 % a partire dal 2009/2010, che nel 2016/17 ha sfondato il muro dei 4 miliardi di euro. Prima del calo registrato durante la pandemia di Coronavirus, i diritti tv e radio sono stati i fattori principali che hanno favorito l’aumento del valore della produzione, con un aumento nel decennio 09-19 di circa 360 milioni di euro. La crescita più proficua è stata invece realizzata da sponsor e plusvalenze.
La struttura dei costi del calcio professionistico è rimasta sostanzialmente invariata nel corso del decennio analizzato, con le spese per il personale che hanno costituito oltre il 50% dei costi complessivi. Ammortamenti e svalutazioni per i diritti alle prestazioni sportive dei calciatori nel 18/19 hanno occupato il 23% dei costi di produzione, con un aumento rispettivamente del 40% e dell’83% rispetto al 2009/10.
