Romanzo Calcistico: Rafael Cabral, il grande eroe di Doha

Ci sono calciatori che possono rendere indelebile la loro permanenza in una squadra anche solo grazie a una sola partita. È certamente questo il caso del portiere brasiliano Rafael Cabral, protagonista della puntata numero 23 della rubrica romanzo Calcistico. I suoi 5 anni in maglia azzurra verranno ricordati soprattutto per le prodezze nella magica serata del 22 dicembre 2014, quando a Doha (Qatar) il Napoli vinse la sua seconda Supercoppa Italiana contro la Juventus.

La sua storia col Napoli inizia nell’estate 2013, quando il club lo preleva dal prestigioso Santos per 5 milioni. All’epoca, Rafael era una promessa del calcio brasiliano, con molti addetti ai lavori che lo consideravano erede di Julio Cesar (il quale, ironia della sorte, in quell’estate rifiuta di venire a Napoli, poi “sostituito” da Pepe Reina).

In quella stagione, Rafa Benitez lo butta nella mischia a dicembre, complici i problemi muscolari di Reina, difendendo i pali azzurri nell’amara serata di Champions League contro l’Arsenal, quando la splendida vittoria per 2-0 non bastò per passare il girone a 12 punti. Rafael gioca da titolare anche in Europa League a Swansea, facendo grandi parate ma rimediando in quell’occasione la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, chiudendo anzitempo la sua prima stagione in azzurro (e assistendo da spettatore alla vittoria della Coppa Italia).

Da allora, il brasiliano non sarà più lo stesso, pur venendo promosso titolare la stagione successiva dopo l’arrivederci di Reina. Tante le incertezze palesate nel maledetto preliminare Champions di Bilbao e nel girone d’andata del campionato, anche se poi Rafael giocherà la sua partita perfetta nell’occasione che conta: la Supercoppa italiana contro la Juventus.

Il 22 dicembre 2014, è lui il grande protagonista della sfida di Doha (Qatar), meglio definibile come un grande romanzo deciso ai calci di rigore. Dopo l’1-0 di Tevez, Rafael è decisivo nel tenere in gioco i suoi con almeno due parate importanti, prima del pari di Higuain. Stesso copione nei supplementari: a Tevez risponde ancora Higuain. La gara termina 2-2, per cui si va ai rigori. La “lotteria” è snervante, finché segna Koulibaly. A quel punto Rafael (che ha già parato il rigore di Chiellini) decide di prendersi la storia, deviando con la mano di richiamo il penalty di Padoin. È un trionfo, per quello che rappresenta il decimo e ad oggi ultimo trofeo della storia azzurra.

Sembra l’inizio della riscossa, ma l’inizio del 2015 lo fa ripiombare nelle incertezze, fino al gol preso dal palermitano Lazaar da distanza siderale, su cui il brasiliano commette una papera che gli costerà definitivamente la maglia da titolare a favore dell’argentino Andujár. Da lì è tutta una parabola discendente, visto che nei tre anni di Sarri è prima terzo portiere dietro a Reina e Gabriel, poi secondo dello spagnolo (collezionando anche due presenze) e di nuovo terzo dietro a Pepe e Luigi Sepe.

Nel giugno 2018 termina il suo contratto, ma i tifosi non dimenticheranno mai la sua esultanza a Doha. Tanto che lo stesso brasiliano ha ricordato con gioia i suoi 5 anni di Napoli al momento dell’addio: “Vado via 100% soddisfatto, pieno di gioia, ringraziando a Dio per questi 5 anni dove sicuramente ho sbagliato tanto, però sereno di che ho provato a fare il mio meglio, sia in campo, che fuori! Non mi dimenticherò mai di voi!”.

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