Romanzo Calcistico: Pepe Reina, un napoletano nato in Spagna

Bruno Pesaola, indimenticato ex allenatore degli azzurri, amava definirsi come “un napoletano nato all’estero”. Tale definizione può essere leggermente modificata per Pepe Reina, “napoletano nato in Spagna”: è lui il protagonista della puntata numero 22 della rubrica Romanzo Calcistico. In più di 90 anni di storia del club, pochissimi calciatori stranieri sono riusciti a radicarsi così bene con Napoli e la napoletanità, com’è riuscito al portiere spagnolo e a tutta la sua famiglia nel suo quadriennio all’ombra del Vesuvio.

La sua storia nel Napoli inizia in una giornata di fine luglio 2013. L’addio di Morgan De Sanctis costringe la società a puntare su un portiere esperto da affiancare al brasiliano Rafael (che in azzurro vivrà di alti e bassi, con la Supercoppa di Doha come momento magico). Il nuovo allenatore Rafa Benitez pensa subito a Pepe, suo vecchio pupillo nel Liverpool, squadra in cui ha terminato un lungo ciclo: ci vuole dunque pochissimo a concludere la trattativa per il prestito. Reina si prende subito la porta azzurra con personalità, dimostrando grande bravura anche con i piedi.

L’inizio di campionato è entusiasmante, con 4 vittorie su 4, suggellate dalla parata di Pepe al rigore di Balotelli in Milan-Napoli. Una prodezza speciale, con cui lo spagnolo diventa il primo portiere a parare un penalty a un calciatore che fino a quel momento ne aveva realizzati 21 su 21. Tuttavia, dopo quella serata iniziano alti e bassi, con gli azzurri che concludono il torneo al terzo posto. Molto meglio nelle coppe, col rimpianto dell’eliminazione dal girone di Champions con 12 punti, l’eliminazione dall’Europa League agli ottavi col Porto e la vittoria della Coppa Italia. Un trionfo amaro, perché Pepe e gli altri azzurri ricorderanno la serata del 3 maggio 2014 come l’inizio dell’agonia del tifoso Ciro Esposito (poi deceduto 50 giorni dopo).

I costi sono troppo alti per un riscatto del portiere, che con amarezza torna a Liverpool per poi essere ceduto al Bayern di Pep Guardiola. In Germania sarà vice dell’onnipresente Neuer, giocando solo tre partite di campionato. La nostalgia di Napoli è tanta, per cui Pepe torna in azzurro firmando un contratto triennale (e rinunciando a molti soldi). In panchina non c’è più Benitez, ma lo “sconosciuto” Maurizio Sarri. Eppure, Pepe legherà da subito col tecnico toscano, divenendone uno dei punti di riferimento in campo e soprattutto nello spogliatoio, venendo letteralmente conquistato dal Sarrismo.

Titolare inamovibile per tre anni di fila, dai suoi piedi partono spesso e volentieri le azioni che hanno fatto innamorare il calcio europeo, col rimpianto di non aver vinto nulla. Il Napoli di Sarri arriva due volte secondo e una volta terzo, ma è soprattutto la scorsa stagione a gridare vendetta, con gli azzurri “medaglia d’argento” nonostante l’impresa di Torino firmata Koulibaly. Nel triennio sarrista non sono mancate le prodezze per Reina, come quando ha salvato le vittorie con Inter e Roma all’ultimo secondo.

Il rapporto con De Laurentiis è diventato difficile col passare del tempo, ma Pepe è rimasto fedele ai colori azzurri fino all’ultimo giorno del contratto (anche di fronte alle sirene del PSG). Oggi sta concludendo la carriera a Milano, ma non potrà mai dimenticare Napoli.

In una recente intervista a “Forza Milan”, emblematiche le sue parole d’amore per la città partenopea: “Il sud della Spagna e il sud dell’Italia si assomigliano. Il nord Italia lo devo ancora vivere un pochino, ma credo sia come nel nord della Spagna. Il tempo ti invita a rimanere più a casa, a fare una vita più tranquilla con la copertina e un bel film. Invece al sud ci buttiamo per le strade, ci basta poco. Sicuramente questa è una città più organizzata, più tranquilla, con meno caos. Però, anche nel caos di Napoli io mi sentivo più a mio agio. Sicuramente è più facile adattarsi a Milano, perchè è più cosmopolita e tranquilla in generale, però qualcosina di Napoli ti viene a mancare, perchè io veramente mi trovavo bene là”. In fondo, Pepe Reina resterà per sempre un napoletano nato in Spagna.

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