Romanzo Calcistico: Francesco Montervino, il capitano della rinascita

Il romanzo in maglia azzurra di Francesco Montervino può essere diviso in due capitoli molto diversi tra di loro, per qualità e intensità. Il primo inizia nel gennaio 2003, quando il centrocampista di Taranto arriva in un Napoli disastrato in serie B, dando il suo contributo a una salvezza comunque giunta per il rotto della cuffia. Tutto sembra finire esattamente un anno dopo, quando viene mandato in prestito al Catania, per poi tornare nel giugno 2004. La vecchia società fallisce e Francesco resta svincolato fino a settembre, quando accetta un contratto dall’ambizioso Napoli Soccer di Aurelio De Laurentiis, diventandone il capitano per l’imminente torneo di serie C.

Così, quasi per caso, inizia il secondo capitolo della sua storia napoletana, caratterizzato dalla grinta che lo consegna alla memoria dei tifosi: gli anni dal 2004 al 2009 sono dunque centrali nella puntata numero 15 di Romanzo Calcistico che vede protagonista Francesco Montervino. Sempre pronto a suonare la carica, diventa subito leader dello spogliatoio, esaltato nei momenti belli e tenuto a galla in quelli più complessi, come quello successivo ai play-off persi ad Avellino. Ma Francesco non molla ed è l’anima del centrocampo azzurro nell’anno successivo, prima a fianco di Gaetano Fontana e poi di Mariano Bogliacino. Un lottatore vicino ai loro piedi buoni, utilissimo per la promozione in B della squadra di Edi Reja.

La sua grinta viene esaltata ancora di più dal tecnico friulano col passaggio al 3-5-2, quando Montervino è accanto ai vari Bogliacino, Gatti, Amodio e Dalla Bona. Un centrocampo fortissimo, fulcro di quella squadra capace di centrare al primo colpo la promozione in serie A con ben 79 punti. Nel primo anno di massima serie, Montervino gioca appena 13 partite (qualche volta anche sulla fascia destra), divenendo sempre più uomo spogliatoio degli azzurri, che a fine anno regalano ai tifosi la qualificazione Uefa dopo 14 anni di attesa.

Come presenze, il 2008-2009 sarà appena migliore (17), ma la squadra cala vertiginosamente, finendo in un anonimo centro-classifica. Durante l’anno, però, le sue qualità fuori dal campo emergono sempre di più, riuscendo a placare le “notti brave” di alcuni big (come Lavezzi) e contribuendo a tenere a galla una barca che non vede più Reja alla guida. Con Roberto Donadoni, il capitano (ormai 31enne) si toglie una soddisfazione proprio nella sua ultima gara in maglia azzurra: il suo primo e unico gol in serie A (il 31 maggio 2009 contro il Chievo).

Montervino sa perfettamente che quel giorno termina la sua storia nel Napoli, andando a chiudere la carriera a Salerno e lasciando la fascia sulle salde spalle di Paolo Cannavaro. Oggi Francesco Montervino interviene spesso in radio e tv per parlare del suo Napoli, di cui è stato il mai dimenticato capitano della rinascita.

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