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Romanzo Calcistico: Mariano Bogliacino, qualità e gol dalla C all’Europa

La puntata numero 12 di Romanzo Calcistico vede protagonista l’elegante centrocampista uruguaiano Mariano Bogliacino, ovvero uno dei calciatori simbolo della scalata del Napoli di Aurelio De Laurentiis dalla serie C all’Europa. Arrivato nel 2005 insieme al connazionale Amodio dalla Sambenedettese (compagine battuta dal Napoli nei precedenti play-off, poi persi dai partenopei ad Avellino), Bogliacino è subito punto di forza nello scacchiere di Edi Reja, che fa di lui un’ala sinistra di fantasia nel 4-4-2 (un po’ come gioca oggi Fabian).

Tuttavia, qualche battuta a vuoto della squadra (come la netta sconfitta contro la Juve Stabia) convince il tecnico friulano a cambiargli ruolo, spostandolo di fianco a capitan Montervino come regista. Da allora in poi, il Napoli riprende a marciare senza sosta, con le qualità di Mariano che emergono prepotentemente. Quell’anno il campionato di C viene vinto senza patemi: per lui ben 5 gol in 34 presenze.

Ma è solo l’inizio, perché il miglior Bogliacino si sarebbe visto successivamente. In B Reja passa al più solido 3-5-2, con l’uruguaiano spostato mezz’ala sinistra. I suoi 6 gol (tra cui uno pesantissimo alla Juventus), gli assist e tanta corsa per la squadra sono uno dei punti di forza di quel Napoli, che torna in serie A con 79 punti. Per Bogliacino è l’apice della carriera, visto che la società (con il DG Marino in primis) credono in lui, facendogli fare quasi da “chioccia” a un certo Marek Hamsik, nuovo titolare del ruolo per la massima serie.

Pur debuttante, il buon Mariano non è per nulla spaventato dal salto di categoria, segnando altri 3 gol in 38 presenze e ottenendo anche il rinnovo del contratto fino al 2012. Il Napoli torna in Europa, ma quell’anno iniziano per lui i problemi fisici. Non mancano comunque le soddisfazioni, come la rete della vittoria sul campo del Panionios in Intertoto: è il primo gol europeo del Napoli dopo 14 anni.

Al ritorno, si procura però una frattura al quinto metatarso del piede sinistro, che lo tiene lontano dal campo per quattro mesi: a fine anno saranno ancora tre i gol stagionali. Nel frattempo, il Napoli è mestamente crollato a metà classifica e cambiato allenatore, con Donadoni al posto del suo mentore Reja.

Nella stagione successiva, 2009-2010, Donadoni viene sostituito da Walter Mazzarri, che lo utilizza come alternativa di lusso. Quell’anno le sue presenze saranno 20, condite da due gol. Uno di questi è segnato a Cagliari, in tuffo di testa all’ultimo secondo, a suggellare un clamoroso 3-3 (ottenuto in inferiorità numerica dopo l’espulsione di Lavezzi). Il Napoli va in Europa League, ma la società non crede più nel ragazzo, ceduto al Chievo.

Se Bogliacino è arrivato a Napoli in punta di piedi, se ne va nello stesso modo, ma con in bacheca lo storico salto dalla C all’Europa e ben 158 presenze in maglia azzurra (con 20 gol). Dati che lo hanno innalzato tra i beniamini dei tifosi, i quali ancora oggi ricordano con affetto quel timido ragazzo uruguagio dal sinistro educatissimo.

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