Romanzo Calcistico: Walter Gargano, il “Mota” che correva per due

La nona puntata di Romanzo Calcistico vede protagonista Walter Gargano, che per 6 anni (al 2007 al 2012 e nel 2014-2015) è stato l’anima del centrocampo del Napoli. Un uruguaiano corsa e polmoni, tra gli artefici dell’ascesa del club dopo il ritorno in serie A nel 2007. Acquistato dal Danubio per 3 milioni, quando arriva a Napoli, quel calciatore è per tutti uno sconosciuto, alla pari di Lavezzi e Hamsik (anche loro acquistati in quella calda estate). Eppure, Edi Reja ne fa uno dei pilastri della mediana, affiancandolo a Blasi e allo stesso Hamsik, con cui il legame andrà oltre il campo (visto il matrimonio con Miska, sorella dello slovacco). Il suo soprannome era “El mota”, “il puffo”, eppure Gargano giganteggia nel recuperare palloni, togliendosi anche la soddisfazione di andare in gol contro Roma e Juventus. Un grande campionato, al termine del quale il Napoli si qualifica alla Coppa Uefa (attraverso l’anticamera dell’Intertoto) dopo ben 14 anni.

Nel 2008-2009, anche lui viene risucchiato nella crisi della squadra, che conclude l’annata con un anonimo centro-classifica e l’addio di Reja, sostituito a metà stagione da Roberto Donadoni. Con lui c’è subito buon feeling, ma i risultati negativi spingono Aurelio De Laurentiis ad un nuovo cambio in panchina. Con Walter Mazzarri, Gargano si esalta in coppia con Michele Pazienza, costruendo una grande diga centrale. La squadra rimonta fino ai vertici della classifica e a fine anno è ancora qualificazione in Europa League, ma il Napoli è ormai rodato per il grande salto. Dopo un mondiale vissuto da protagonista (con l’Uruguay al quarto posto), il mercato dell’estate 2010 regala agli azzurri Edinson Cavani, connazionale e grande amico di Walter. Addirittura la squadra sogna a lungo lo scudetto, ma un piccolo calo nel finale la fa arrivare al terzo posto, che però significa il ritorno in Champions League dopo 21 anni (giunto anche grazie alla “garra” di Walter). Le gare di Champions del 2011-2012 (dove al suo fianco c’è Gokhan Inler al posto di Pazienza) restano per lui indelebili. C’è però un’amarezza: quella di non aver potuto giocare per squalifica la finale di Coppa Italia contro la Juventus (primo trofeo dell’era ADL). L’acquisto di Behrami (e il passaggio a un centrocampo a tre con Inler e Hamsik) non lo fa più sentire titolare. Così, dopo la beffa di Pechino (in cui Walter ha comunque giocato dall’inizio contro la Juventus), va in prestito all’Inter.

Una stagione in chiaroscuro per i nerazzurri di Andrea Stramaccioni, che restano addirittura fuori dalle coppe europee. A quel punto, Gargano (che non rientra nei piani del nuovo tecnico Benitez) viene mandato al Parma, dove contribuisce a una storica qualificazione in Europa League. Si giunge così all’estate 2014, quando scade il prestito in gialloblu. Il Napoli di Benitez è alla ricerca di due centrocampisti per sostituire Behrami e Dzemaili. Si favoleggia a lungo di Mascherano, ma alla fine arrivano David Lopez e… Gargano. Molti tifosi non gli hanno perdonato alcun dichiarazioni ai tempi dell’Inter, ma Walter risponde sul campo con la sua garra. In quella stagione molto tormentata, l’uruguaiano si rivela tra i migliori, e per Walter c’è anche la rivincita di Pechino a… Doha: il 22 dicembre 2014 gioca da titolare contro la Juventus in Supercoppa Italiana e ai calci di rigore finali mette a segno il sesto della serie che ha assegnato al Napoli il trofeo. È il secondo titolo dell’uruguagio in maglia azzurra, che a fine stagione chiude a 31 anni la sua esperienza italiana per andare in Messico. Di Walter Gargano resta il ricordo di un calciatore che ha dato tutto alla causa, raccogliendo stima e affetto dal popolo napoletano.

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