Romanzo Calcistico: André Cruz, il libero abile sui calci di punizione

La quinta puntata di Romanzo Calcistico vede protagonista André Cruz, libero brasiliano che ha ben vestito la maglia azzurra dal 1994 al 1997, divenendo uno dei calciatori-simbolo del Napoli degli anni ’90. Cruz arriva in terra partenopea dallo Standard Liegi, con grandi qualità tecniche, che lo hanno reso specialista sui calci piazzati e battitore libero con poca propensione a difendere, preferendo la fase d’impostazione e conclusione.

Tutto questo con un sinistro magico, che lo porta a realizzare 13 gol in 3 anni. Nella prima stagione, il 1994-95, si verifica il cambio di panchina tra Vincenzo Guerini e il grande Vujadin Boskov. Con quest’allenatore (che lo elogerà tantissime volte), Cruz stabilirà il suo record di gol (ben 7), divenendo uno dei leader di quella squadra che sfiora la qualificazione alla Coppa Uefa. Un solo gol nel 1995-96 (su rigore a Bari), ma è con Gigi Simoni che Cruz fa vedere le cose migliori della sua carriera.

Salutato Boskov, il 1996-97 vede l’arrivo sulla panchina azzurra del tecnico ex Cremonese, che ne apprezza le qualità tecniche a tal punto da schierarlo spesso a centrocampo. 5 gol per lui, in cui spiccano le reti alla Lazio (che valse la vittoria in Zona Cesarini) e lo straordinario calcio di punizione con cui beffò l’allora 18enne Gianluigi Buffon (portiere del Parma di Carlo Ancelotti). Un’altra sua perla su punizione nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter, quando Cruz gela San Siro firmando un 1-1 preziosissimo per la qualificazione alla finale. Quella squadra (affidata a Vincenzo Montefusco dopo l’esonero di Simoni) avrebbe meritato il trofeo, ma la spuntò il Vicenza.

Fosse stato per lui, il buon André sarebbe rimasto per tanti altri anni a Napoli, con il San Paolo che gli dedicò anche un coro, “Cruz, Cruz, Cruz”, uno dei “ritornelli” più ascoltati in quegli anni a Fuorigrotta. La crisi economica se lo portò via, come accaduto anche ad altri giocatori del calibro di Pecchia e Boghossian. Conteso da Inter e Milan, furono i rossoneri ad assicurarsi il brasiliano. Ma a Milano deluse, come poi anche al Torino: il vero André Cruz si era fermato a Napoli (città di cui parla ancora oggi con grande entusiasmo).

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