Paese che vai, stadio che trovi – Parco dei Principi: L’elegaza parigina di un salotto ‘per pochi’

Al lettore:
Nasce quest’anno, in esclusiva per tutti i lettori di MondoNapoli.it, una rubrica tanto insolita quanto innovativa, sviluppata per garantire e trasmettere le irripetibili emozioni che solo un luogo potrà concedervi: lo stadio.
Quante volte è capitato, a chi non ha la fortuna di seguire la propria squadra da vicino, di accendere la tv e, sintonizzandosi sul canale che trasmetterà la partita, vedere inquadrato lo stadio che la ospiterà e non conoscerlo? O reputarlo buffo? Affascinante? Curioso? Particolare?
La risposta preventiva a questi amletici dubbi o alla semplice curiosità che si insinua nella mente dell’appassionato la troverete in questa speciale rubrica, nata dall’idea di una Redazione che vuole riservare ai propri lettori ogni particolare, curiosità o notizia di prima necessità che possa soddisfare anche i fruitori più esigenti, garantendo sempre un’informazione sana e pulita, di piacevole lettura.
Vi racconterò, dunque, il giorno prima di ogni sfida del Napoli in trasferta, dell’impianto che ospiterà i nostri beniamini per 90 minuti o anche più.
Snocciolando informazioni tecniche avvolte da aneddoti e curiosità, attraverso una speciale galleria fotografica, vi sembrerà di scorgere in lontananza l’impianto e di avvicinarvici mano mano, assaporando l’ambiente, quasi mistico, trapunto di bandiere e colori, animato dai cori che si fanno via via più forti, più vivi.

VIAGGIO NEL PARCO DEI PRINCIPI DEL GOAL 

Il Napoli di Carlo Ancelotti prepara le valigie e si imbarca in direzione Parigi, laddove Cavani & co. sono pronti ad aspettare l’armata azzurra per contendersi tre punti che in un girone simile fanno tutta la differenza di questo mondo.
I partenopei -che di stadi tanto affascinanti quanto imponenti ne hanno già visitati- verranno accolti da un Parc de Princes tutto esaurito e imbandito a festa.

Il cosiddetto ‘Parco dei Principi‘ rappresenta una sorta di paradosso se lo si commisura all’importanza, al fascino, alla potenza economica e al bacino d’utenza di uno dei club più famosi e ricchi al mondo.
Ma procediamo nel dettaglio.
L’impianto, sorto nel XVI arrondissement di Parigi nel lontano 1972 viene considerato architettonicamente uno stadio ‘ex novo’ ma, nei fatti, la sua struttura ha preso forma sulle ceneri dei due preesistenti Parc de Princes, quello del 1897 e quello del 1932, demoliti per lasciare il posto a quella che attualmente è la casa del PSG.

Ecco l’ipotesi di copertura totale dello stadio con l’utilizzo del sistema meccanizzato di tetto retrattile.

La struttura conta al momento una capienza pari a 48.583 posti a sedere ma la società, d’accordo con il comune, avrebbe già elaborato un piano di ingrandimento dello stadio con l’obiettivo di aumentare a 60.000 le unità di posti disponibili e, probabilmente, estendere la copertura installando un sistema di ‘tetto retrattile’ (fonte: Le Parisien).

Costruito nel 1972 con lo scopo di ospitare solo partite di calcio, la tana del Paris Saint Germain ha ospitato anche i match della rappresentativa francese fino al 1998, anno di inaugurazione dello stadio nazionale di Saint Denis, conosciuto come ‘Stade de France‘.
E’ proprio l’idea con cui è stata concepita una simile struttura che induce a sollevare qualche dubbio sull’efficienza stessa dello stadio, ipotizzando le diverse altre soluzioni che lo studio architettonico incaricato avrebbe potuto (e dovuto) vagliare prima dare inizio ai lavori del 1970.
Intenzione di scrive non è (e non può essere) criticare il lavoro di chi ha edificato un impianto a suo modo affascinante, ma è piuttosto una riflessione sul motivo per cui uno stadio-volutamente concepito per le sole partite di calcio– sia stato edificato con una pianta a forma ellittica che, per forza di cose, tende ad avvicinare le tribune parallele alla lunghezza del campo ma automaticamente ad allontanare di molti metri le due curve dietro le porte.

L’immagine, scattata dal fondo di una delle due curve, mostra quanto siano lontani i posti a sedere rispetto al perimetro del campo

Le conseguenze non sono delle migliori: i gradoni delle tribune risultano abbastanza vicini al campo ma non completamente a ridosso dello stesso; gli spalti delle due curve, invece, distano parecchi metri dal terreno di gioco, a tutto discapito della visibilità di cui dovrebbero godere i tifosi, soprattutto se considerato che un simile impianto sia nato a priori con l’idea di ospitare le sole partite di calcio e dunque senza ‘l’intralcio’ della pista di atletica.

Ennesima prova che testimonia gli svantaggi concreti che ha portato l’uso di una pianta ellittica per l’edificazione dello stadio

Decisamente più raffinata, sul piano squisitamente estetico, è la soluzione ideata nel 1972 per la facciata esterna dello stadio che, in rapporto al periodo storico in cui è sorta, mostra evidenti tracce di propensione futuristica ed innovativa.
Guardandolo da fuori, infatti, il Parc de Princes sfoggia una ‘corona‘ di contrafforti in cemento armato che svolge una triplice funzione: oltre a riempire egregiamente gli spazi vuoti, ha lo scopo strutturale di sostenere sia gli spalti ed i rispettivi camminatoi ma anche la copertura sovrastante.

Dettaglio dell’esterno dello stadio

A ben osservare, così come raccontano le immagini della sezione trasversale dello stadio, l’impianto è composto da due anelli di spalti sovrapposti.
Il primo ordine di gradinate, quello più basso, sporge solo per metà rispetto al livello del terreno in quanto ricavato da una sorta di ‘terrapieno‘.
Il secondo livello di spalti, invece, si mostra in tutta la sua altezza e viene raggiunto dagli spettatori mediante un doppio livello di camminatoi serviti da numerose rampe di scale interne.

Immagine tecnica estremamente esplicativa della sezione trasversale dell’impianto

Peculiarità degli spalti dell’affascinante stadio parigino è la particolare forma ‘ondulatoria‘ del secondo anello di gradinate.
Cosa significa? Significa che, come si evince delle diverse immagini interne, l’ordine del secondo livello non è composto dalla stessa quantità di gradoni: in corrispondenza degli angoli il numero si riduce gradualmente mentre, in corrispondenza delle due tribune e delle curve, il numero di gradoni totali aumenta nuovamente.
Questa alternanza tende a creare una forma ‘sinusoidale’ degli spalti, con l’obiettivo di rompere la monotonia visiva dovuta dalla continuità.

Riproduzione in 3D del Parco dei Principi con l’esclusione della copertura per rendere noto al lettore l’effettivo effetto ‘ondulatorio’ del secondo anello

Escamotage identico è stato ripreso, successivamente, da molti stadi europei tra cui l’Emirates Stadium di Londra, casa dell’Arsenal.

 

 

 

 

 

Articolo precedenteL’altro Napoli a Parigi, ecco i convocati per la sfida di Youth League
Articolo successivoPSG, Tuchel: “Silva out, non siamo i favoriti. Cavani? Spero segni. Vi spiego cosa temo del Napoli”