La terza puntata di Romanzo Calcistico vede protagonista Pino Taglialatela, calciatore simbolo del Napoli degli anni ’90 e certamente tra i portieri più forti della storia azzurra. Nato a Ischia nel 1969, Taglialatela si forma proprio in maglia azzurra, allenandosi da ragazzino spesso e volentieri al Centro Paradiso di Soccavo con i “grandi”, che sul finire degli anni ’80 si chiamavano Diego Armando Maradona, Antonio Careca, Ciro Ferrara e tutto il gruppo che ha fatto la leggenda del calcio in terra partenopea. I prestiti a Palermo e Avellino (rispettivamente in C1 e in B) servono al giovane Pino per accumulare esperienza.
Nel 1990, il Napoli, fresco campione d’Italia, cambia entrambi i portieri: vanno via Giuliani (all’Udinese) e Di Fusco (al Torino). La maglia numero 1 viene assegnata a Giovanni Galli, affiancato da Taglialatela nel ruolo di “dodicesimo”. Quell’anno, segnato dal lungo addio di Diego Armando Maradona, vedono il giovane Pino raccogliere 3 presenze, esordendo il 6 gennaio 1991 sul campo della Juventus, dopo l’espulsione di Galli: il ragazzo si rende protagonista di molte parate, per poi arrendersi a pochi minuti dalla fine al gol di Casiraghi. La titolarità di Galli dura altri due anni, che vedono Taglialatela di nuovo in prestito al Palermo e poi al Bari.
Si giunge così all’estate 1993: la società passa da Corrado Ferlaino ai Gallo, che portano avanti un forte ringiovanimento della rosa. Galli se ne va al Torino, da cui ritorna Di Fusco (eterno dodicesimo). E Taglialatela viene promosso numero 1 dal nuovo allenatore Marcello Lippi, che punta su di lui e altri giovani come Fabio Cannavaro e Fabio Pecchia per rilanciare la squadra (capitanata da Ciro Ferrara). Nasce così il soprannome di Batman, vista la straordinaria reattività di Taglialatela nel fermare i tiri degli avversari, volando proprio come un pipistrello da una parte all’altra della porta. Quell’anno si rivelerà un trionfo, specialmente perché la squadra non riceve per lungo tempo gli stipendi. E la qualificazione alla Coppa Uefa viene vista come un mezzo scudetto, attirando le attenzioni della Juve per Lippi e Ferrara, che lasceranno a malincuore Napoli.
Il 1994-95 vede sulla panchina azzurra Vincenzo Guerini, subito sostituito da un grande del calcio mondiale: Vujadin Boskov. Con quest’allenatore (che lo elogerà tantissime volte) Taglialatela diventa uno dei leader di quella squadra che sfiorò la qualificazione alla Coppa Uefa, trascinata dalla fantasia di Benny Carbone, dai gol del condor Agostini, dall’esplosione di Fabio Cannavaro e ovviamente dalle super-parate di Batman. E proprio Cannavaro e Carbone furono i sacrificati sull’altare del bilancio dalla società, cui nel frattempo è tornato Corrado Ferlaino.
Salutato Boskov, Taglialatela si conferma leader anche con Gigi Simoni, contribuendo in maniera determinante alla salvezza della squadra e al raggiungimento della finale di Coppa Italia, poi persa col Vicenza sotto la guida di Montefusco. Da segnalare la gara di ritorno dei quarti di finale a Roma con la Lazio, dove gli azzurri, in 9 contro 11 per tutto il secondo tempo, sono salvati manco a dirlo dalla saracinesca Pino Taglialatela. Le sirene di altre squadre sono sempre più forti, ma il portiere giura fedeltà alla sua squadra del cuore.