Paese che vai, stadio che trovi – Dacia Arena, il gioiello della lungimiranza

Al lettore:
Nasce quest’anno, in esclusiva per tutti i lettori di MondoNapoli.it, una rubrica tanto insolita quanto innovativa, sviluppata per garantire e trasmettere le irripetibili emozioni che solo un luogo potrà concedervi: lo stadio.
Quante volte è capitato, a chi non ha la fortuna di seguire la propria squadra da vicino, di accendere la tv e, sintonizzandosi sul canale che trasmetterà la partita, vedere inquadrato lo stadio che la ospiterà e non conoscerlo? O reputarlo buffo? Affascinante? Curioso? Particolare?
La risposta preventiva a questi amletici dubbi o alla semplice curiosità che si insinua nella mente dell’appassionato la troverete in questa speciale rubrica, nata dall’idea di una Redazione che vuole riservare ai propri lettori ogni particolare, curiosità o notizia di prima necessità che possa soddisfare anche i fruitori più esigenti, garantendo sempre un’informazione sana e pulita, di piacevole lettura.
Vi racconterò, dunque, il giorno prima di ogni sfida del Napoli in trasferta, dell’impianto che ospiterà i nostri beniamini per 90 minuti o anche più.
Snocciolando informazioni tecniche avvolte da aneddoti e curiosità, attraverso una speciale galleria fotografica, vi sembrerà di scorgere in lontananza l’impianto e di avvicinarvici mano mano, assaporando l’ambiente, quasi mistico, trapunto di bandiere e colori, animato dai cori che si fanno via via più forti, più vivi.

UDINE, E’ TUO IL SECONDO PASSO VERSO IL FUTURO

Considerare la Dacia Arena di Udine uno stadio nuovo può risultare paradossalmente erroneo: nonostante gli evidenti segni stilistico-architettonici paiano raccontare di un impianto di ultimissima generazione, lo stadio che ospita la formazione bianconera è una sorta di ‘ibrido‘, capace di mostrare contestualmente il volto del futuro e quello del passato.
Nei fatti, lo stadio in cui si giocherà il prossimo Udinese-Napoli è per 3 lati una struttura completamente nuova, composta da gradinate di ultima generazione costruite solo 2 anni fa (nel 2016) , mentre il quarto lato di questo magnifico stadio è composto dalla struttura originaria, composta dalle stesse gradinate che furono posate agli albori del 1976, anno dell’inaugurazione.

Ma procediamo con ordine.
Lo stadio Friuli nasce su proposta dell’allora sindaco del capoluogo, intenzionato a regalare alla città un nuovo impianto polifunzionale destinato ad accogliere tanto le esigenze dell’Udinese che dei singoli cittadini, edificando all’interno palestre per uso pubblico.

Come si evince dagli scatti mostrati, lo stadio nasce da un ‘terrapieno‘ volto a ridurre al minimo l’impatto visivo della struttura: l’anello unico di distinti e curve era completamente interrato, mentre la tribuna ovest era composta da una struttura a sé stante -separata dagli altri tre lati- che sporgeva notevolmente oltre la linea di terra in quanto formata da un anello bipartito di spalti molto più alti.

Come evidente dalle immagini proposte, lo studio architettonico incaricato del progetto si ispirò palesemente alla struttura già nota dello Stadio Olimpico di Monaco di Baviera, casa del Bayern, apportando però una modifica che ancora oggi contraddistingue l’impianto di Udine.

Ai lati della tribuna Ovest, infatti, sorgono due basi di cemento armato alte 9 metri volte a sostenere l’imperioso arco in calcestruzzo che si erge per 31,30 metri in altezza per sorreggere l’imponente copertura della suddetta tribuna.
L’arco, lungo 200 metri e composto da 17 blocchi prefabbricati di cemento, all’interno è cavo e quindi percorribile a piedi grazie ad un particolare corridoio pedonale.

Nonostante il già notevole avanzamento architettonico che portò con sé una struttura nata negli anni ’70, si dovettero aspettare almeno dieci anni prima di vedere uno stadio interamente composto da gradoni di cemento: fino ai primi anni ’80 -infatti-, lo stadio Friuli era sì composto da tutte e quattro le tribune ma solo la est e la ovest godevano della presenza di spalti in cemento mentre le due curve erano semplici incavature di nuda terra, prive tanto di copertura quanto di un anello di gradoni.

Notevoli cambiamenti al gioiello friulano furono apportati con l’avvenire del 1990 -anno dei mondiali di calcio ospitati in terra italiana- e del 2005, anno della partecipazione dell’Udinese alla Champions League.
In occasione di questi due importanti eventi, il comune di Udine spese circa 5 miliardi di lire per ampliare la sala stampa, sostituire i seggiolini e modificare l’impianto di illuminazione.

LA SVOLTA
Confrontando le immagini del Friuli così come si presenta oggi e come si presentava nel 2012, si noterà una differenza abissale tanto da supporre che le due siano strutture totalmente separate, ma non è così.

In seguito ad un lungo iter burocratico la società sportiva dei Pozzo riuscì ad ottenere la convenzione comunale che affida al club bianconero la concessione novantanovennale per la gestione dello stadio e delle aree attigue, permettendo finalmente di poter operare qualsiasi modifica strutturale allo stesso.
L’Udinese diventa quindi il secondo club italiano, dopo la Juve, a possedere uno stadio di proprietà.

Complice la lungimiranza della società e la capacità di sapersi adattare alle continue innovazioni che il mondo del tifo richiede, le operazioni strutturali apportate sul Friuli hanno fatto sì che l’impianto in questione sia principalmente finalizzato alla miglior fruizione possibile dello spettacolo proposto. In che modo?

Volendo lasciare intatta la storica tribuna Ovest, la società ha deciso di demolire gli altri tre settori dello stadio e ‘avvicinare’ il terreno di gioco alla stessa (ora distante solo 5,5 metri nella parte più vicina), demolendo definitivamente l’inutile ed ingombrante pista d’atletica.
I lavori negli altri tre lati procedono spediti ma in modo oculato: per evitare di costringere l’Udinese a giocare altrove nel frattempo, le vecchie tribune vennero demolite una alla volta, lasciando nel frattempo intatte le altre.
I lati sud, est ed ovest -alla fine dei lavori- mostrano fieri la nuova struttura dello stadio: un anello unico e continuo di spalti, bipartiti al centro degli stessi di modo che la seconda fascia di gradinate sia più inclinata.
Come anticipato, la Dacia Arena porta con sé diversi elementi nuovi alla retrograda cultura italica sugli stadi, ma l’innovazione senza dubbio più efficiente resta la costruzione di nuove tribune completamente aderenti al perimetro del terreno di gioco (solo 7 metri), garantendo non solo una visuale perfetta da ogni angolazione possibile della struttura ma anche un impatto sonoro e visivo di altissimo livello ai calciatori che calcano il rettangolo verde.


Numerosi ma non estremamente rilevanti sono stati anche i lavori apportati alla tribuna ovest: in più step si è proceduto a colmare il fossato che separava i gradoni dal terreno di gioco e si anche provveduto ad ‘interrare’ le panchine delle due squadre, al fine di eliminare ogni impedimento visivo per chi fruisce degli spalti.

LE CURIOSITA’ ED I NUMERI 
Una controversia alquanto assurda ha accompagnato le vicende tra l’Udinese calcio e il comune, con ad oggetto il nome ufficiale del gioiello dei Pozzo. Secondo un accordo di ‘naming rights’ l’impianto dovrebbe chiamarsi Dacia Arena (In virtù della partnership con la casa automobilistica) ma, attraverso una lunga rivendicazione del comune di Udine allo stadio sarà riconosciuto questo nome solo in occasione dei match casalinghi dei bianconeri, mentre per il resto delle occasioni in cui ne usufruirà la città, l’impianto potrà essere riconosciuto come ‘Stadio Friuli’.

Nonostante una lunga disputa sull’effettiva capienza necessaria a soddisfare le esigenze di un bacino d’utenza non estremamente ampio, attualmente lo stadio dell’Udinese conta 25.312 posti a sedere. Tale capacità, seppur rivelatasi ottimale, potrebbe essere potenzialmente aumentata grazie alla predisposizione conferita agli spalti delle tre nuove tribune, che si presta all’eventuale aggiunta di un nuovo anello di gradoni.

Per garantire all’osservatore l’illusione di trovarsi dinanzi ad uno stadio sempre pieno (anche quando non è tale), i sediolini installati sulle tre tribune nuove sono di colori variegati, con variazioni cromatiche completamente differenti tra loro.

Il costo complessivo delle operazioni -che hanno interessato anche l’edificazione di 22 000 m² di superfici commerciali- è di soli 35 milioni di euro (pari al valore del cartellino di un calciatore di buon livello, per intenderci)

La facciata esterna dello stadio, solo per la forma conferitale, sembra assomigliare agli esterni dell’Allianz Arena, gioiello del Bayern Monaco.
La superficie esterna è composta da 10000 losanghe romboidali tridimensionali che conferiscono alla struttura l’effetto estetico ‘a diamante’.

 

 

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