Il Napoli inciampa per la seconda volta in stagione. Stavolta è toccato alla più blasonata che pericolosa Stella Rossa fermare gli azzurri, rimediando un dignitoso 0-0.
Monologo
Nonostante la bolgia creata dal caloroso pubblico del Marakana, la partita è stata tutt’altro che combattuta. Il monologo degli uomini di Ancelotti si è protratto per l’intera durata del match, fino ad arrivare a percentuali di possesso palla sfioranti il 70%.
Il Napoli gioca, è aggressivo, recupera palla e riparte: l’unico in affanno pare Allan, che commette ingenuità a più riprese. Ruiz offre carisma e doti tecniche importanti, non facendo rimpiangere Hamsik.
Insigne, schierato ancora centravanti, si muove bene tra le linee creando superiorità numerica. Così, tra qualche spunto singolo (traversa del numero 24) e qualche (poche) azione corale, si chiude la prima frazione.
Impazienza
Nel secondo tempo la trama è pressoché identica. Gli azzurri hanno in mano il pallino del gioco, ma non riescono in nessun modo a buttar giù il muro serbo.
Neanche gli ingressi di Mertens, Ounas (più irritante che altro) e Hamsik smuovono i binari della partita: il Napoli è schiavo dell’impazienza e della frenesia. Sbaglia tocchi semplici, allarga troppo il raggio d’azione in fase offensiva e finisce col diventare prevedibile.
Altro dato fondamentale è la totale incompiutezza delle migliori azioni: Zielinski vanta almeno 5 tocchi errati tra imbucate e reti divorate davanti al portiere.
Tempo al tempo
“Non sono deluso né preoccupato”. Lo ha dichiarato Carlo Ancelotti in conferenza stampa, consapevole che solo il tempo riporterà sicurezze e tranquillità ad ambiente e squadra.
Analizzare i problemi cronici che il Napoli continua ad avere (poca concretezza, ad esempio) è doveroso, mimare tragedie al quinto match stagionale è deleterio.
Il percorso si fa più scosceso e ripido che mai, in qualsiasi competizione. Sarà decisiva la continuità tattica e mentale. Con quel minuscolo dettaglio che a Napoli, sia piazza che squadra, pare solo uno sbiadito ricordo: la tranquillità.