Paese che vai, stadio che trovi. Azzurri ospiti nello stadio ‘interrato’

Al lettore:
Nasce quest’anno, in esclusiva per tutti i lettori di MondoNapoli.it, una rubrica tanto insolita quanto innovativa, sviluppata per garantire e trasmettere le irripetibili emozioni che solo un luogo potrà concedervi: lo stadio.

Quante volte è capitato, a chi non ha la fortuna di seguire la propria squadra da vicino, di accendere la tv e, sintonizzandosi sul canale che trasmetterà la partita, vedere inquadrato lo stadio che la ospiterà e non conoscerlo? O reputarlo buffo? Affascinante? Curioso? Particolare?
La risposta preventiva a questi amletici dubbi o alla semplice curiosità che si insinua nella mente dell’appassionato la troverete in questa speciale rubrica, nata dall’idea di una Redazione che vuole riservare ai propri lettori ogni particolare, curiosità o notizia di prima necessità che possa soddisfare anche i fruitori più esigenti, garantendo sempre un’informazione sana e pulita, di piacevole lettura.

Vi racconterò, dunque, il giorno prima di ogni sfida del Napoli in trasferta, dell’impianto che ospiterà i nostri beniamini per 90 minuti o anche più.
Snocciolando informazioni tecniche avvolte da aneddoti e curiosità, attraverso una speciale galleria fotografica, vi sembrerà di scorgere in lontananza l’impianto e di avvicinarvici mano mano, assaporando l’ambiente, quasi mistico, trapunto di bandiere e colori, animato dai cori che si fanno via via più forti, più vivi.

ESORDIO STELLARE NELL’INFERNO DEGLI ‘EROI’.

Inizio migliore non poteva essere riservato a questa speciale rubrica che, in occasione dell’esordio in Champions degli azzurri in casa della Stella Rossa, vi farà virtualmente visitare uno degli stadi dal più alto coefficiente di rumorosità del mondo, popolato dai famosissimi ‘Delije’ (‘eroi’, in Italiano): lo Stadion Rajko Mitić, meglio conosciuto come ‘Marakana‘.

Una splendida veduta dall’alto dello stadio serbo ai nostri giorni.

La volontaria assonanza con il famosissimo impianto brasiliano non deve trarre in inganno il lettore: fu scelto questo nomignolo per la tana della Stella Rossa solo per enfatizzare la spropositata capienza di questo impianto prima di essere riadattato alle vigenti norme sulla sicurezza.
Dati certi, infatti, confermano che quello che oggi conta 55.538 posti a sedere, a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’90 manteneva una media fissa di 100.000 occupanti a partita, raggiungendo l’apice il 23 aprile 1975, giorno in cui si disputò Stella Rossa-Ferencvaròs, cui presero parte ben 110.000 tifosi.

Ecco come si presentava lo stadio negli ’70 e ’80.

LA STRUTTURA
I lavori per la costruzione dell’impianto partirono nel 1960 ma incontrarono subito numerosissimi problemi: dati gli utopici costi di produzione preventivati, gli addetti ai lavori cercarono un modo per ridurre le spese e, dopo poco, trovano un’ardita soluzione.
Scavare nel suolo, estraendo 350mila metri cubi di terra riducendo l’altezza totale della struttura di ben 12 metri sembrò la via più semplice per risparmiare tonnellate di cemento armato che sarebbe servito per sopraelevare l’impianto nel complesso, e così fu.

GLI INCONVENIENTI
Gli scavi procedettero a gonfie vele finché non si riscontrano delle debolezze nel suolo che, con molta probabilità, avrebbero comportato imminenti frane a danno dell’intera struttura: si dovette procedere con un rapido riempimento delle zone sud ed ovest, risultate vuote, e solo dopo queste lunghe operazioni si poté iniziare con i veri e propri lavori di costruzione dell’impianto che terminarono nel 1963.

Uno splendido scorcio di prospettiva dalla tribuna principale

Difficoltosa fu anche la costruzione del tetto sullo stadio che, secondo il progetto, in corrispondenza della tribuna ovest sarebbe dovuto essere stato sorretto da enormi archi in cemento.
A causa delle ingenti somme richieste (si tenga presente che parte della costruzione fu finanziata dagli stessi tifosi della Stella Rossa), il primo ministro Slobodan Penezić Krcun rifiutò categoricamente, preferendo una più economica ma pericolosa struttura in ferro, che infatti comportò enormi rischi sia nella costruzione che nella successiva manutenzione in quanto mal sopportava i carichi imposti dai forti venti.

IL GIUDIZIO
Lo stadio, sorto dopo mille difficoltà operative, si presenta come una struttura unitaria chiusa in tutti e quattro i lati. La pianta ovale, plasmata intorno alla pista d’atletica, garantisce una visuale dagli spalti non esattamente perfetta, in conformità con la maggior parte degli impianti italiani (tra cui il nostro San Paolo), ma riesce comunque a garantire una buona fruibilità dello spettacolo grazie ad una particolare caratteristica costruttiva.
Come si evince anche dalle diverse foto infatti, l’intero stadio è composto da un unico anello di spalti, disposti verso l’alto e con un graduale aumento della ripidità che garantisce una prospettiva più limpida del campo, creando un effetto di ‘riavvicinamento’ al terreno di gioco.
La copertura, come accennato precedentemente, è stata al centro di numerose discussioni ma ad oggi si presenta come una struttura continua lungo tutto il perimetro dello stadio, capace di garantire una protezione discreta sui vari settori e solo sulla tribuna principale in modo completo.

Le foto confermeranno, tra le altre cose, anche la decisione di voler ‘interrare’ la struttura di ben 12 metri; come si vede, infatti, la sporgenza dell’impianto rispetto all’altezza della strada è solo di pochi metri rispetto a quelli che intercorrono tra l’ultimo posto ed il campo.

LA CURIOSITA’
Numerosi sono gli aneddoti circa l’impianto sportivo più grande della Serbia ma uno ci ha colpito in modo particolare: il ‘primo spettatore‘ del nuovo stadio fu Laza Petrovic, un contadino delle zone contigue all’impianto nonché un fervido tifoso della Stella Rossa.
Nulla di strano a riguardo se non fosse che il coraggioso fan si presentò all’impianto nelle prime ore del mattino, si sedette al proprio posto e attese, da solo, l’arrivo degli altri tifosi e delle squadre, che avrebbero però disputato il match in tarda serata.
Un’altra curiosità degna di nota è il fatto che l’autorevole quotidiano britannico, ‘The Telegraph’ ha celebrato la casa della Stella Rossa di Belgrado come uno dei 20 stadi più belli d’Europa.

Di seguito una serie di foto che renderanno ancora più realistico questo vostro tour all’interno di uno stadio che fa della storia, dell’imponenza strutturale e della qualità dei propri tifosi uno degli impianti più affascinanti al mondo.

 

Rubrica a cura di Buro Giuseppe.

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