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NUMERIAMOCI SU – CHIEVO-NAPOLI: azzurri perfetti solo a metà

 

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

 

La squadra di Sarri ha dominato il match per tre quarti del tempo di gioco. La squadra di Maran ha preferito aspettare il Napoli restando rintanata nella sua metà campo. Il dispositivo di pressing alto dei gialloblù si azionava solo in caso di costruzione statica dal basso, in situazioni come la rimessa dal fondo o comunque un pallone giocato con i soliti duetti tra i centrali e Jorginho. Quando il Napoli riusciva a superare la primissima linea di pressione, oppure semplicemente sceglieva di avviare in maniera differente la manovra il Chievo scappava subito all’indietro e portava l’intera squadra – schierata con uno speculare 4-5-1 in fase di non possesso – nella propria metà del terreno di gioco. L’idea di Maran è stata chiara: intasare gli spazi per la ricezione del pallone da parte dei calciatori più avanzati. Il tecnico dei gialloblu non potendo contare su una difesa brillante e dinamica è stato costretto ad aspettare il Napoli senza alzare troppo il pressing. Una partita a due facce: i primi 70 a favore del Napoli, in modo ed evidente, e gli ultimi 20 per l’avversario bravo sfruttare la fase dormiente degli azzurri. Il Napoli visto ieri a Verona ha fatto grande affidamento sulla regia di Jorginho, primatista in campo per pass accuracy (90%) e palloni toccati (137); ha sfruttato molto le corsie laterali (a fine partita, i cross tentati sono 19, ovviamente 18 fino al 70′); ha trovato gli appunti tecnici di una Hamsik brillante, numero uno in campo per passaggi chiave (4). In poche parole abbiamo ammirato il solito Napoli di sempre, capace anche di sbloccare il match seguendo strade alternative per la creazione di occasioni limpide. Purtroppo un dato che scoraggia è quello relativo ai gol subit. Il Napoli subisce gol praticamente sempre e senza troppa distinzione di avversario. Di questa verità occorre andare in profondità scavando nelle statistiche. Infatti delle 13 conclusioni concesse al Chievo, 11 sono arrivate nella ripresa. Di questi 11 tentativi dei secondi 45′ di gioco, 8 sono arrivati dopo il 70esimo. E i tre tiri precedenti al gol di Meggiorini sono stati tutti respinti (o bloccati) dai difensori di Sarri. Fino al 70esimo, al di là dell’occasione nitida per Inglese, il Chievo non ha tirato in porta. E la stessa conclusione dell’attaccante ex Carpi nasce da un retropassaggio sbagliato di Insigne, non in situazione di attacco posizionale. Sotto, giusto per capire di cosa parliamo, vediamo la heatmap del Chievo fino al fatidico minuto 70. Semplicemente, l’inizio di una nuova partita. Di un’altra partita.

I gol – Le due reti che hanno indirizzato la partita nascono da quest’atteggiamento del Chievo. O meglio, dalla risposta del Napoli a questo atteggiamento. Gli azzurri, dal loro conto, hanno preso in mano il pallino del gioco e riempito la metà campo avversaria con un numero di giocatori altissimo. Non è un caso, dunque, che entrambe le segnature nascano dalla creazione di una linea di passaggio alternativa rispetto alle direttrici classiche: Hysaj che taglia il campo per servire Insigne partendo dalla posizione di mezzala destra e l’inserimento interno di Allan dopo scambio con Callejon. Tra le due, ovviamente, è molto più inconsueta la prima situazione di gioco.

 

Focus sulla punta: Pavoletti – Il centravanti ex Genoa non è riuscito a concludere una sola volta verso la porta. È stato, incredibile a dirlo, più utile in fase difensiva (5 eventi totali, 2 intercetti e 3 palloni spazzati), ma non ha offerto un contributo palpabile in fase di costruzione del gioco (0 occasioni create). Rispetto a Gabbiadini, almeno, l’attaccante livornese ha fatto registrare una presenza costante nella sua zona di campo: sotto, la sua mappa dei palloni giocati. Tutti in zona centrale, a ridosso dell’area di rigore.

Il dato sulla precisione dei passaggi non è brillante (78%), ma il primo passo per rendere Pavoletti partecipe al gioco è stato compiuto. Il Napoli, con il 32 in campo, ha un riferimento centrale su cui appoggiare il pallone per far salire la squadra e occupare nel frattempo gli spazi. Il resto (contributo tecnico alla costruzione del gioco, capacità di leggere le situazioni offensive e di “chiamare” più palloni a centro area) migliorerà con il crescere della condizione e della conoscenza con i compagni.

 

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fonte foto: www.whoscored.com

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