NUMERIAMOCI SU – NAPOLI-PALERMO: azzurro sbiadito e ripetitivo!

 

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

 

La disfatta azzurra di ieri sera può essere sviluppata in numeri. Numeri amari che rendono l’idea di quanto a volte siano freddi e sterili dinanzi alla realtà. Il Napoli si esibisce in un pirotecnico 75% di possesso palla, colleziona 19 conclusioni verso la porta a 3, registra 14 azioni in open play a 2. Il Napoli, come detto, è riuscito a concludere per 12 volte dall’interno dell’area di rigore. Di queste 12 conclusioni, solo 2 sono state ribattute. Altre 6 sono entrate nello specchio della porta, per un totale del 50% di shot accuracy. Ciò che è mancato al Napoli è la capacità di liberare un proprio uomo offensivo di fronte alla porta in maniera continua, ripetuta. Quando c’è riuscito, ha trovato Posavec. Quando non c’è riuscito è stato soprattutto per due motivi: mancanza di brillantezza, quindi assenza di fantasia, in alcuni momenti della fase offensiva e atteggiamento esclusivamente protettivo da parte degli avversari.

 

Le scelte di Lopez – La scelta di Lopez è chiara e leggibile: muovere due o tre uomini a chiudere sull’esterno piuttosto che attaccare i portatori di palla , lasciando così liberi i calciatori del Napoli al cross. Tale azione e sistema di gioco prevedeva infine l’occupazione di tutti i possibili spazi per la ricezione del pallone in area. In questo modo, i 55 cross tentati dal Napoli sono risultati drammaticamente inutili.

 

Il gol del Palermo – E’ frutto di un’idea molto intelligente: muovere la difesa del Napoli in occasione di un calcio d’angolo. Gli uomini di Lopez, piuttosto che cercare un cross al centro ha deciso di far girare palla sull’altro lato. In questo modo, la linea del Napoli si è alzata per tentare il recupero palla immediato. A questo punto un pallone che taglia perfettamente l’area di rigore può diventare pericolosissimo e Rispoli è stato bravo e chirurgico ad indovinare il giro; lento e disattento Hysaj nella marcatura su Nestorovski, il quale non è in fuorigioco.

 

I demeriti del Napoli – Parlavamo di mancanza di brillantezza, della carenza di fantasia, facciamo riferimento alla sensazione di ripetitività che accompagna il gioco del Napoli in certe partite. Il Napoli di ieri ha provato a trovare sbocchi soprattutto sugli esterni. Una conseguenza naturale, dato lo schieramento del Palermo. Una soluzione che, però, è andata a sbattere sull’assoluto predominio aereo dei due centrali del Palermo. Se non su di loro, sulla densità in area della formazione rosanero, che a una difesa a quattro schiacciata tutta quanta all’interno dei sedici metri aggiungeva i centrocampisti nelle situazioni in cui il Napoli riusciva a sfondare sulla fascia. L’ingresso di Pavoletti avrebbe dovuto migliorare le cose in questo senso ma, analizzando i dati, verifichiamo invece un paradosso. Ghoulam, infatti, da quando l’ex Genoa è entrato in campo ha scodellato al centro appena 7 palloni. A salvarsi dal marasma di ieri è stato, come sempre, Mertens. Il belga è nettamente il più vivace della squadra di Sarri (8 conclusioni verso la porta), si è via via allontanato sempre di più dalla posizione di affiancamento a Pavoleti, che invece di aprire il gioco sugli esterni fungeva da riferimento centrale. Il Napoli, nell’ultimo periodo di gioco, ha spostato l’asse della creazione della manovra dalle fasce al centro, finendo per sfavorire la sua stessa scelta tattica (Pavoletti, appunto). Al di là del tiro da fuori di Zielinski, la più grande occasione del finale nasce comunque da un cross dalla sinistra. Insigne, a tu per tu con la porta, non è riuscito a toccare il pallone con la giusta decisione.

 

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