Miglior calciatore azzurro del 2015: al terzo posto…

Il 2015 volge al termine e a pochi giorni dal tanto atteso conto alla rovescia, noi di Mondo Napoli abbiamo pensato di “allestire” un podio per quelli che, numeri alla mano, riteniamo siano stati i tre migliori calciatori azzurri dell’anno solare.

Al terzo posto di questa speciale classifica troviamo il capitano azzurro Marek Hamsik. Un anno, il 2015, decisamente double fast per lo slovacco: ovviamente le due facce di Hamsik sono legate in maniera imprescindibile alle due guide tecniche del Napoli, ovvero Benitez e Sarri. Che con l’attuale allenatore del Real Madrid il diciassette avesse un rapporto tutt’altro che idilliaco non è un mistero: troppa freddezza fra i due, troppe le sostituzioni o peggio ancora le panchine che lo spagnolo ha riservato ad Hamsik, troppe le incomprensioni tattiche, troppe le difficoltà di Marek ad esprimersi in un ruolo che non ha mai esaltato le sue caratteristiche, ancora più forte la sensazione di essere per l’allenatore “uno dei tanti” lui che, in azzurro, uno dei tanti non è mai stato.
Nonostante questo, però, Hamsik ha sempre messo davanti a tutto e tutti il bene del Napoli: mai una parola fuori posto e sempre il massimo impegno, nonostante le complicazioni. Paradossalmente, poi, a Maggio del 2015 si è conclusa quella che è stata, per il capitano azzurro, la stagione migliore dal punto di vista numerico: 13 gol e 16 assist per lui. Numeri che pochi in Europa possono permettersi, numeri che raccontano di un Hamsik che, nonostante la poca continuità e le diverse prestazioni sotto la sufficienza, ha detto la sua in diverse occasioni. La stagione però, per lui come per il resto della squadra, termina con un quinto posto che sa di fallimento.

In estate Marek dirà: “Non so cosa avrei deciso se Benitez fosse rimasto“. Per la prima volta in otto anni il capitano forse avrebbe tentennato, il problema però non si pone. A giugno arriva Sarri e con l’umiltà che solo i grandi hanno chiede al  al ragazzo in che ruolo vuole giocare nel nuovo schema tattico del Napoli. Lo slovacco non ha dubbi: la mezzala sinistra. Hamsik torna quello di sempre, basta il cambio di ruolo e la fiducia forte dell’allenatore. Paradossalmente, però, con Sarri accade l’opposto di quanto successo con Benitez nella prima parte dell’anno: stavolta i numeri, quelli relativi ai gol, non sono dalla parte dello slovacco che segna meno, ma la qualità delle sue prestazioni ora è altissima. E’ dai piedi di Hamsik che passano tutti i palloni che portano ad azioni pericolose o ai gol di Insigne e Higuain, è dalla sua testa e dal suo sacrificio che passa l’equilibrio che gli azzurri finalmente hanno raggiunto. Marek è tornato quello di sempre, ma ora è più maturo.

Di quel ragazzo giovane e con la cresta alta, che segnava anche quando il Napoli lottava per traguardi molto meno ambiziosi, manca solo quel pizzico di follia e di istinto che spesso e volentieri lo portavano a giocate belle quanto impensabili. Follia, istinto e lucidità dal dischetto per un Hamsik che può diventare da dieci, che può diventare il miglior Hamsik mai visto. Perché se questo è il miglior Napoli dell’era De Laurentiis non può che essere lo stesso per il capitano. Dopotutto, si sa, la crescita della squadra e di Marek sono sempre andate pari passo.

Hamsik nel nostro podio del 2015 è terzo. Il suo Napoli, nel 2016, chissà…

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