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“Vita, morte e miracoli” di… Fabio Cannavaro!

Questa rubrica si propone di raccontare la vita di eroi del calcio che hanno militato almeno una volta nella loro vita nelle file della squadra del nostro cuore, il Napoli, di descrivere le loro qualità atletiche e umane, quelle che ci ricordiamo e ci ricorderemo anche se non giocano più o non giocheranno più per il Napoli, morte, e delle grandi gesta che li hanno resi degli dei del calcio napoletano, miracoli.

Ogni settimana parleremo di un calciatore differente. A deciderlo ogni settimana sarete voi commentando l’articolo con il nome del calciatore di cui volete sapere “vita, morte e miracoli” e il nome indicato più volte sarà oggetto del prossimo articolo. Tuttavia, è importante che abbia giocato almeno una volta nella sua carriera nel Napoli oppure che sia napoletano verace!

Questa settimana, però, abbiamo scelto noi. Vi va di scoprire chi? Continuate a leggere!

Occhi azzurri, fisico prestante, anche se non statuario, baluardo della difesa della Nazionale Italiana. Di chi si parla oggi? Di lui, del napoletano che ha fatto sognare l’Italia sollevando, nella notte magica del 7 luglio 2006, la mitica Coppa del Mondo: il bello, il buono, il bravo, ma soprattutto il nostrano Fabio Cannavaro!

Sarà il suo sorriso serafico, tipico napoletano che sembra dire: “Chi ha avut, ha avut, ha avut. Chi ha dat, ha dat, ha dat. Scurdammece ‘o passat, simm ‘i Napl, Paisà!”, saranno i suoi occhi azzurri che hanno fatto innamorare centinaia e centinaia, anzi no, migliaia e migliaia, no forse è meglio dire milioni e milioni di donne dai 0 ai 99 anni, sarà che è uno di quei difensori che non intervengono in modo troppo violento, ma che sfruttano la tecnica dell’anticipo sull’avversario, abilità che lo ha reso uno dei difensori centrali migliori al mondo (tanto che, per chi non lo sapesse, è stato inserito nella squadra di calcio ideale del decennio dal quotidiano The Sun nel 2009), sarà che ha dimostrato di essere anche una brava persona, non uno spocchioso e arrogante convinto di essere “The best of the best”, ma Cannavaro ci piace veramente tanto e per questo ora eccovi “vita, morte e miracoli” di questo metro e settantasei per 75 kg di napoletanità.

Il nostro beniamino nasce il 13 settembre del 1973, nella località Loggetta, tra Fuorigrotta e Soccavo, ed è il secondogenito della famiglia. Prima di lui la sorella Renata e dopo di lui il fratello Paolo, calciatore anche lui, nelle file del Sassuolo attualmente.

Fa il suo esordio in seria A nel Napoli nel 1993 contro la Juventus. Nel 1995 fu ceduto al Parma, nel quale restò fino al 2002, vincendo due Coppa Italia (1998/99 e 2001/02), una Coppa Uefa nel 1998 e una Supercoppa nel 2000. Dal 2002 al 2004 è nell’ Inter, poi diventa un difensore della Juventus, vincendo gli scudetti del 2004/05 e 2005/06, revocati dopo lo scandalo di Calciopoli. Nel 2006 è ingaggiato dal Real Madrid con cui vince due campionati (2006/07 e 2007/08). Nel 2009 torna ad indossare la maglia bianconera, ma nel 2011, dopo un anno giocato per l’Al-Ahli, si ritira. Del Cannavaro calciatore sappiamo tutto: ha vinto con l’Under 21 gli Europei di calcio 1994 e 1996, secondo posto agli Europei di calcio 2000 con la Nazionale ed infine i Mondiali di calcio del 2006 e Pallone d’oro sempre nel 2006.

E questi sono i riconoscimenti in campo internazionale. Ecco alcune informazioni sulla sua vita privata.

Nel 1996 si lega a Daniela dalla quale ha tre bambini: Christian di 15 anni, Martina di 13 anni e Andrea di 10 anni.  Nel 2005, con l’amico e collega, Ciro Ferrara, dà vita alla “Fondazione Cannavaro-Ferrara” con il nobile intento di occuparsi di tutti quei bambini che vivono situazioni difficili in quartieri altrettanto difficili. Attualmente, invece, collabora con il progetto dell’Aversa Normanna, che attualmente gioca il campionato in Lega Pro.

Un calciatore, un uomo ricco di qualità che ci ha resi orgogliosi di essere napoletani quando ci ha portati il suo trofeo, un padre di famiglia, attento anche ai bisogni della comunità, un uomo che è stato il ragazzino di 14 anni che in una partita amichevole con la prima squadra del Napoli è intervenuto in scivolata nientedimeno che su Diego Armando Maradona, il calciatore, che nella Nazionale italiana non dimenticava di essere anche napoletano e con Ciro Ferrara si divertiva a scambiarsi indicazioni in dialetto durante le partite di qualificazioni degli Europei 1998, il capitano che instancabilmente nel 2006 ci ha condotti alla vittoria e che sotto gli sguardi tristi dei francesi ha incoronato l’Italia Campione del Mondo per la quarta volta.

Chi sarà il prossimo napoletano, di nascita o di adozione calcistica di cui volete sapere “vita, morte e miracoli”? Scrivetecelo in un commento e cercheremo di accontentarvi tutti. Alla prossima settimana!

Raffaella Passeggia

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