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Repubblica – Genny ‘a carogna si pente e parla. Era stato condannato a 12 anni

Secondo quanto raccolto da “la Repubblica”, ha deciso di collaborare con lo Stato (e avrebbe già reso alcuni interrogatori alla Dda di Napoli) Gennaro De Tommaso, conosciuto con il soprannome di “Genny ‘a carogna”, ex capo ultrà della curva A del Napoli. In carcere da tre anni e accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, divenne celebre alle cronache nazionali il 3 maggio del 2014 quando il Napoli vinse la Coppa Italia contro la Fiorentina.

Nel prepartita fu ferito gravemente il tifoso partenopeo Ciro Esposito (poi morto dopo un mese) con un colpo di pistola esploso da un ultras della Roma, arrestato e condannato. Quel giorno “Genny” salì sulla balaustra dell’Olimpico e con una maglietta nera che inneggiava alla scarcerazione di Antonio Speziale, il catanese indagato per la morte del poliziotto Filippo Raciti, dettò i tempi della trattativa tra forze dell’ordine, calciatori e responsabili della Federazione.

La partita iniziò con un’ora di ritardo, ma da quel giorno De Tommaso diventò “leggenda” nel mondo dei tifosi sino poi all’arresto per associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale e all’indagine per traffico internazionale, quella per camorra e di recente anche per la detenzione di un telefono cellulare in carcere, con il quale seguiva le partite del Napoli e chiamava a casa. Da alcune settimana ha deciso di parlare con la procura dopo una condanna a 12 anni di reclusione.

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