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Platini esagera, vuole il posto di Blatter. Spunta un clamoroso retroscena sul PSG

La principale abilità del politico Platini è stata quella di sotterrare o far scivolare nel dimenticatoio le vicende poco chiare che lo hanno coinvolto. Il nemico di De Laurentiis è al suo terzo mandato da presidente dell’Uefa, la massima istituzione calcistica europea. Ha improntato le campagne elettorali sulla riforma delle Coppe, privilegiando Spagna, Germania e Inghilterra che vantano quattro squadre in Champions League. Un altro suo cavallo di battaglia è il Fair Play, quello finanziario e non: sbandierato, minacciato e mai applicato seriamente.

E due giorni fa ha premiato le nazioni più virtuose con un’ulteriore squadra ammessa in Europa League: tra queste l’Olanda nonostante le scorribande dei suoi hooligans. Nell’era tecnologica fa di tutto per tenere il calcio distante dalle innovazioni e dal progresso: Platini si è sempre detto contrario all’applicazione della moviola. Ma stranamente favorevole all’aumento del numero di arbitri da schierare in campo, nonostante lo scarso contributo e le clamorose sviste degli assistenti di porta. Confermata quando la Francia fece fuori l’Irlanda di Trapattoni dai Mondiali sudafricani con un gol viziato da un evidente fallo di mano di Henry.

In Sudafrica andò la sua nazionale che però venne fatta a pezzi perché il dio del calcio esiste. Il bis due anni dopo agli Europei 2012: i Blues eliminarono la Bosnia con un rigore inesistente. E il più grande biscotto della storia di Champions League? C’è di mezzo ovviamente un club francese, il Lione: doveva vincere con sei reti di scarto per qualificarsi. Finì 7-1 in casa della Dinamo Zagabria. Lui non si smuove, più che mai attaccato alla sedia del potere e fa niente che nel calderone finiscano il figlio Laurent, l’ex presidente francese Sarkozy e l’erede al trono qatariota Tamin bin Hamad Al Thani. Perché le relazioni tra calcio francese e petroldollari sono molte e pericolose.

Poco prima che il figlio dell’emiro acquistasse il Psg, il figlio di Platini, Laurent, ha cominciato a lavorare per la Qatar Sports Investments: ovvero per il braccio sportivo del fondo sovrano cui appartiene il club e che organizzerà i Mondiali nel 2022. Intrecci e giochi di potere svelati dal quotidiano inglese Daily Telegraph. Sullo sfondo c’è la lotta di potere per il trono più ambito. Perché a quello punta Platini, l’Uefa comincia a stargli stretta: vuole il posto di Blatter, il numero uno del calcio mondiale. Nella caccia ai voti serve tutto questo, e pazienza se favori e scandali sono i principali alleati. Di sicuro uno tra Platini e Blatter sarà meno peggio dell’altro ma è bene ricordare che entrambi amano il calcio degli errori arbitrali. Perché così lo si controlla meglio.

Fonte: Il Mattino

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