Home Copertina Ancora un errore di Rafael, ma questa volta non bastano le scuse…

Ancora un errore di Rafael, ma questa volta non bastano le scuse…

Resta lì in un angolo dello spogliatoio. A lungo. Gli altri gli passano a fianco, provano a confortarlo, a dirgli qualcosa. Ma nessuno lo fa con convinzione vera. Jorginho, il suo inseparabile amico, si siede al suo fianco, lo abbraccia. Gli sussurra qualcosa avvicinando le labbra all’ orecchio, in maniera tale che nessuno possa ascoltarlo. Ma Rafael non riesce a darsi pace, a perdonarsi l’ errore, la papera più incredibile di una stagione in cui ogni pallone calciato verso di lui si è trasformato in un ufo.

Finisce la partita e questa volta non allarga neppure le braccia al cielo nero sopra la Favorita. Non prega, Rafael. Ha fretta di lasciare il campo. Goffo, insicuro, pasticcione. E ormai, purtroppo, anche indifendibile. Ma a Palermo l’ errore è ciclopico e lo trasforma in una maschera da commedia dell’ arte, un cartone animato, forse un Muppet. È la papera della sua vita che dà il via libera al Palermo, gli spalanca le porte della vittoria.

Lazaar, il marocchino che l’ unico gol tra i professionisti lo ha realizzato quando era ancora al Varese, nell’ agosto del 2012, in Coppa Italia al Pontisola, controlla un pallone qualsiasi a 40 metri dalla porta, fa qualche passo ma in realtà non sa bene cosa farsene, esala un sinistro verso il brasiliano. Pallone facile, ma Rafael è messo male con le gambe, troppo sbilanciato su un piede. Chiede scusa a tutti, nello spogliatoio. Ma non basta. Anche perché ormai viene trattato come un portiere scarso. E ai portieri scarsi, anche in Brasile, si tira addosso da lontano.

Da lontanissimo. Sapendo che può andarti bene. E il tiro di Lazaar per questo diventa una condanna, perché prima ancora dei gol conta il principio: a quelli bravi da quella distanza non si tira. Una serie maledetta: con l’ Athletic, l’ Udinese, il Chievo, con il Palermo all’ andata, con l’ Empoli, con il Cagliari e tanto altro. La notte magica di Doha è un ricordo lontanissimo, distante come da qui al Qatar. Questo è un altro giorno sbagliato, per il povero ragazzo che una volta era il muro del Santos. Adesso solo un muro di argilla.

Fonte: Il Mattino

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