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Cronache di Napoli – De Laurentiis, altra accusa alla piazza. Così facendo, evita chiarezza sul progetto

L’urlo della città del pallone è netto e gioioso. Trentamila al San Paolo per un semplice allenamento, una folla in attesa di scandire il suo grazie al Napoli per la vittoria in Supercoppa. In quell’onda azzurra che bagna Fuorigrotta sin dal mattino, c’è la migliore risposta all’ennesima accusa mossa da Aurelio De Laurentiis alla piazza, definita dal patron “non matura per lo scudetto”, l’ennesima veronica per evitare di dire davvero e con chiarezza cosa voglia fare da grande il suo club, quale sia realmente la finalità di quel progetto di cui da anni va parlando.
Quella gente entusiasta che festeggiava la Supercoppa ha urlato più forte di qualsiasi contestazione: Napoli e la sua gente sono affamati di vittorie, vogliono vedere la loro squadra trionfare come è accaduto a Doha.

Una piazza non solo matura ma pronta a vincere, una piazza che ha ingoiato il rospo della Serie C e della Serie B, che è stata paziente anche con De Laurentiis quando si ripartiva dal basso dopo un fallimento e bisognava ricostruire spazzando anzitutto via le macerie. Queste esperienze hanno reso non solo matura ma anche consapevole la piazza. Perché nessuno ha chiesto e chiederà a Don Aurelio di portare a Napoli Messi o Ronaldo ma semplicemente di allestire una squadra che possa lottare sino in fondo per il tricolore.
Non è una richiesta impossibile, una fantasia: il Napoli è una società economicamente sana, con un fatturato che sfiora i 240 milioni di euro, perfettamente in grado di investire. E’ qui il nodo: Napoli non è una piazza arrivata al ballo del grande calcio da Cenerentola e senza un pedigree adeguato, ma una nobile del pallone italiano che nel recente passato ha troppo spesso sconfessato il suo rango. E oggi che questo rango è stato ritrovato, è vogliosa di lucidare ulteriormente il blasone, lo stesso che De Laurentiis, un po’ per orgoglio personale ed un po’ per convenienza, fa finta di non vedere. C’è anche questo, nei volti e nelle voci dei 30mila che ieri mattina erano al San Paolo: Napoli ha già vinto, sa come si fa, e basterebbe questo per darle l’etichetta di piazza matura non solo per lo scudetto.

Ma Don Aurelio, si sa, non ama i richiami al passato: per lui, la Napoli del calcio è nata nel 2004 insieme al suo club. Un errore capitale che sta a monte e che ha contribuito a stendere una coltre di gelo nel rapporto tra la città e il presidente. Che ora, c’è da starne certi, sentirà nelle orecchie rimbombare quel coro che le curve gli rivolgono ad ogni partita al San Paolo: “Noi vogliamo vincere”. Con la coscienza di essere perfettamente maturi per farlo.

Fonte: Marcello Altamura – Cronache di Napoli

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