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Parla Albiol: “Capiamo la rabbia dei tifosi, la squadra ha avuto un calo psicologico”

A parlare, e metterci la faccia, insieme a Rafa Benitez è Raul Albiol. Proprio lui, uno dei giocatori con maggiore esperienza della squadra. Proprio lui, protagonista negativo sull’episodio del gol di Maxi Lopez. Ed è proprio lui a sorprendere per due volte: la prima, in un discorso in italiano sporcato da qualche termine castigliano; la seconda, invece, è che per lui il problema del Napoli è di carattere psicologico. Quel calo psicologico, che stando alle sue dichiarazioni, proviene da quella notte di Bilbao: “Lo scudetto? Inutile parlarne ora: dopo l’uscita dalla Champions, dobbiamo lavorare per recuperare la fiducia. E il modo migliore per farlo è cominciare a vincere giovedì in coppa”.


BOTTA CHAMPIONS.
Analisi autocritica mica da ridere, quella del 29enne difensore spagnolo. Uno che, dall’alto della sua classe di campione del mondo e (due volte) d’Europa, non si nasconde mica dietro il paravento del calcese e degli stereotipi post-partita. «Stiamo vivendo un momento difficile». Per Raul è la disfatta di Bilbao, l’origine dei problemi: «Non è questione di singoli, ma di squadra: dopo l’eliminazione dalla Champions bisogna lavorare tutti insieme per migliore il livello e per recuperare la fiducia».

OPERAZIONE FIDUCIA. La botta del San Mames e poi, ieri, quelle argentine: il rigore del Pipita e il gol di Maxi Lopez. «Beh, questi due episodi hanno complicato la nostra partita, e tra l’altro credo che ci sia mancata anche un po’ di fortuna: avremmo meritato il pareggio. Però voglio precisare che non è il problema del rigore in sé per sé, perché chi tira può segnare e sbagliare, è normale, ma se produciamo tante occasioni bisogna centrare la porta. Bisogna segnare». Rafa ha contato 33 tiri verso Bardi. «Sì e poi finisce che se sbagli tanto, l’avversario arriva e fa gol». Fotografia perfetta. «Ci manca la fiducia. In attacco e in difesa: sappiamo che la situazione in questo momento non è buona, però dobbiamo lavorare per migliorare. Sia singolarmente, sotto il profilo della condizione migliore, sia collettivamente. Il tempo c’è: siamo soltanto all’inizio».

SILENZIO SCUDETTO. E anche la medicina è facilmente rintracciabile: «Il modo migliore per superare questo momento di difficoltà è vincere: la partita di Europa League con lo Sparta Praga e poi quella di domenica prossima con l’Udinese». Anche perché l’obiettivo dichiarato è lo scudetto e perdere terreno, soprattutto con le squadre meno blasonate, è di certo una mannaia: «Parlare di scudetto in questo momento è inutile: dopo l’eliminazione in Champions e dopo una sconfitta alla prima in casa, bisogna lavorare per migliorare e pensare giorno per giorno».

LA SINDROME. Albiol non fa sconti. E il volto scuro è un po’ il simbolo di tutto lo spogliatoio: silenzio totale, doccia e via. D’altronde, è meglio parlare con i fatti. In campo. «Dobbiamo pensare positivo: l’Europa League è un’ottima occasione per rialzare la testa». E anche per dare un po’ di soddisfazione al popolo del San Paolo, ieri deluso e arrabbiato come poche altre volte. «Capisco i tifosi, è ovvio che siano amareggiati dopo l’uscita dalla Champions e una sconfitta in casa». Ancora lei, la sindrome di Bilbao. «Ora, però, dobbiamo concentrarci esclusivamente sui prossimi impegni: ripeto, la stagione è appena cominciata e abbiamo tutto il tempo a nostra disposizione per cambiare le cose». E soprattutto per liberare la testa dai cattivi pensieri.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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