Ha vinto la meritocrazia…

“Concezione per cui debbono essere conferiti riconoscimenti di ordine morale o materiale (successo negli studi, responsabilità direttive, cariche pubbliche ecc.) soltanto in rapporto ai meriti individuali.”

Il dizionario da’ questa definizione di meritocrazia. Un concetto che in Italia, soprattutto, è difficile trovare. Nella politica, nell’economia, nel calcio ma nella vita in generale è molto improbabile trovare dei lavoratori che siano sistemati e abbiano una posizione stabile perchè “se lo meritano” o permetteteci di dire “perché è giusto così”.

C’è però chi si spacca la schiena tutta la vita, chi lotta e lavora per crearsi da solo un futuro perchè non ha la fortuna (o sfortuna) di essere figlio di o amico di quell’altro.

E’ il caso di Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Napoli, che dopo anni seduto dietro una scrivania ad aprire conti alla gente, a concedere prestiti o mutui, ha intrapreso la carriera di allenatore di calcio.

Primo anno in A ottentuto solamente all’età di 55 anni, piuttosto avanzata per i tempi che corrono oggi. Primo anno in massima serie ottenuto dopo aver allenato ad Arezzo, all’Antella, alla Stia, alla Sangiovannese, al Tegoleto, squadre e città che molte persone non sanno neanche dove si trovino geograficamente (con tutto il rispetto ).

De Laurentiis ha deciso di premiare un napoletano che si è stanziato ben presto al Nord, esattamente in Toscana e che ne ha preso la lingua e probabilmente le abitudini. Un napoletano toscano o un toscano napoletano, poco importa, che non ha mai rinnegato le sue origini (ha sempre tifato Napoli) e che ne va sempre fiero. Di napoletano ha oltre che la carta d’identità una sfrenata scaramanzia.

Un anno di contratto per lui, perchè chi ottiene le cose per merito e non perchè abbia un nome o un curriculum esaltante, deve dimostrare subito, deve sfruttare l’occasione della vita e lui, Maurizio Sarri, l’ha avuta all’età di 56 anni e siamo sicuri che almeno sotto l’aspetto dell’impegno e del sudore questo Napoli non ripeterà la stagione dello spagnolo e vincente Benitez, che a differenza del suo successore sotto l’ombra del Vesuvio, si trova su una panchina importante come quella del Real Madrid più per il passato e la sua spagnolità che per veri e proprio meriti.

In bocca al lupo Mister Sarri.

 

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