NUMERIAMOCI SU – NAPOLI-CAGLIARI: la rinascita di Hamsik!

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.


La partita –  Rastelli ha letteralmente regalato un uomo al Napoli scegliendo un modulo con quattro difensori e due attaccanti.  Il Cagliari si è schierato con un 4-3-1-2 o 4-3-2-1, regalando di fatto l’uomo sulla fascia.  Accettare un’inferiorità numerica cronica con questo Napoli vuol dire suicidarsi, letteralmente. Anche perché la squadra di Sarri possiede oramai una varietà di schemi e soluzioni molto ampia.


In questa immagine possiamo notare come il Napoli si schieri con il 4-3-3 e il Cagliari con un modulo ibrido tra 4-3-2-1 e 4-3-1-2, penalizzante in mediana in quanto così non ha potuto coprire tutti gli spazi e tutti i triangoli di gioco con almeno due calciatori.

Durante la gara il Napoli ha utilizzato molto lo strumento del passaggio a media gittata. La motivazione è facile: un cambio di fascia permetteva agli esterni del Napoli di giocare in superiorità numerica, perché lo scivolamento da una fascia all’altra dei rossoblu era, per forza maggiore, lento e macchinoso. Questa situazione tattica produce  due conseguenze evidenti: una grande pericolosità offensiva, perché l’attacco di una fascia libera comporta sempre una costruzione semplificata di occasioni; una maggior tenuta difensiva, perché il possesso viene facilitato e quindi esasperato. Il dato percentuale relativo al possesso palla, alla fine, dice infatti 72% Napoli e 28% Cagliari.

Il Napoli durante la partita ha collezionato 78 palloni lunghi. Dato non da azzurri ma, analizzati con cura sono state aperture,  servizi per cambiare fascia e per cambiare gioco. Il tutto per avere la  una soluzione per aprire il campo ma anche per conservare il possesso e addormentare la partita. Una scelta logica per sfruttare l’impostazione errata di Rastelli. 
La superiorità azzurra – Il Napoli ha messo insieme il 95% di precisione nei passaggi, 25 tiri in porta, 22 occasioni create in Open Play, una sola conclusione concessa dall’interno dell’area di rigore (Pavoletti in acrobazia dopo dieci minuti). Un dominio netto, incontrastato, neanche troppo forzato nell’intensità. Il tutto grazie ad una elevata e spiccata qualità degli uomini di Sarri, ormai in grado di gestire e comandare, con tranquillità, tutte le fasi di gioco.

Il protagonista – Il migliore in campo è lui: Marek Hamsik. Lo slovacco è il primo calciatore del Napoli per palloni giocati (135), e questa è una notizia ancora migliore rispetto al gol segnato in apertura di match. Sì, perché un Hamsik nel vivo del gioco permette al Napoli di allargare ancora di più lo spettro di possibilità tecniche e tattiche per forzare le difese avversarie. Ancora positiva la prestazione per Faouzi Ghoulam, terzo per palloni giocati (125) e primo per occasioni costruite (5 passaggi chiave) insieme a Mertens. Il belga ahe ieri riesce ad essere decisivo. L’assist per il gol di Hamsik è pura magia.

Il gol di Hamsik – L’idea base è quella di muovere la difesa: per farlo, Mertens accorcia al limite dell’area, attira a sé gli avversari e lascia il corridoio libero per l’inserimento del compagno, in quel caso di Hamsik. Il tocco d’esterno è la pennellata di genialità finale, ma il gol realizzato in apertura è molto più tattico di quanto si possa pensare. 
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