Torino-Napoli in programma domani alle 18 è anche la partita di Giovanni Simeone, attaccante del Torino che ha giocato per il Napoli dalla stagione 2022/23 a quella 2024/25. In un’intervista rilasciata ai microfoni di DAZN e Lega Serie A, il Cholito ha parlato di diverse cose tra cui le emozioni che ha vissuto con la squadra Partenopea. Ecco le sue parole: “Ultimamente ripenso molto spesso all’emozione che ho vissuto quando sono arrivato a Napoli. Alla gioia, alla felicità, di indossare anche solo la tuta di rappresentanza del Napoli. E’ stato uno dei momenti più emozionanti per me, perché lo volevo a tutti i cosi. Il giorno che stavo partendo per Torino mi chiedevo come facevo a scrivere un messaggio d’addio al Napoli. Non l’ho mai sentito come un addio vero, ma volevo dire qualcosa alla gente. Il viaggio durava 5 ore, e credo di aver pianto per quattro ore e mezza. Non riuscivo a scrivere. Poi, la sera, più tranquillo, ho buttato giù quel messaggio. A Napoli piangi due volte, davvero: quando arrivi e quando te ne vai. E’ dura. Ho pianto sia per l’amore ricevuto a Napoli, sia per quello che mancherà. L’amore per il Napoli e per i tifosi è cresciuto col tempo. Io volevo andare lì da subito, lo sentivo dentro. Da quel momento è nato un legame fortissimo: con il club, con la città, con la gente. Ho amici lì, li sento ancora. A volte li chiamo solo per sentire la parlata napoletana che mi manca tantissimo. Mi piace la loro energia. Mi sento un pò come loro: argentino, italiano… e a Napoli si respira tutto questo, insieme a Maradona. Mi sento ancora con Jack Raspadori, con Amir Rrahmani, con Elmas, e anche con i magazzinieri. L’altro giorno gli ho chiesto quale caffè prendono, così l’ho comprato e portato qui a Torino. Mi piace mantenere quei piccoli riti. Quando decidi di andare in una squadra grande come il Napoli, sapendo che davanti a te c’è Osimhen, tanti mi dicevano “Ma sei matto?”. Io, però, lo volevo. Certo, magari avrei voluto più minuti, ma abbiamo vinto due Scudetti e ne sono fiero. Non è stato facile lasciare Napoli, però sentivo che era il momento. Dopo lo Scudetto, dissi a mia moglie che era il momento di cambiare. Giulia sta bene, è al settimo mese. A volte è stanca, a volte più attiva. Sono felice di accompagnarla in questo momento bellissimo. Il bambino è stato concepito a Napoli e nascerà a Torino: sarà maschio. Continua la dinastia Simeone. Il primo regalo sarà un pallone, anche se mia moglie non sarà contenta. Non avrà un nome con la G però. Anche mio fratello sta per diventare papà, maschio pure lui. Papà avrà la sua squadra completa presto. Tra l’altro, quest’anno ha deciso di passare il compleanno con me a Napoli: lo vedo poco, quindi l’ho apprezzato tantissimo. E’ venuto pure a vedermi in Coppa Italia contro il Modena, anche se la partita non era andata bene. Conte è come mio padre: quando perde, è meglio stargli lontano. Una volta, durante un allenamento è iniziata la grandine, ma grossa. Noi ci coprivamo la testa, il campo era bianco, il pallone non rimbalzava, ma lui andava avanti come niente. Un pazzo. Raspadori l’ho sentito prima del suo gol. Gli ho chiesto come va la squadra, com’è la città, E’ un ragazzo d’oro, super umile. Farà benissimo ovunque. A mio padre ho detto quello che penso: Jack è forte, umile, disponibile. E’ un giocatore completo. A Torino mi sono portato la mentalità positiva da Napoli. Ho imparato a guardare oltre le difficoltà e ora cerco di trasmetterlo ai ragazzi qui. Ci sono tanti forti che devono imparare a non mollare mai, perché si cresce nella sofferenza. Mi piace la mentalità di Baroni, come la sua cattiveria agonistica. E’ uno che trasmette, che ti fa sentire pronto alla battaglia. Con lui vado in guerra. E questo spirito, da Toro, è quello che mi ha spinto a venire qui. Sono soddisfatto della mia carriera in Serie A, ma so che posso dare ancora di più. Ho 300 presenze, tanti gol, due Scudetti… ma ci penserò quando smetterò. Ora voglio continuare a migliorare“.






