Juan Jesus, difensore del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Crc, emittente partner della Ssc Napoli. In questa, il brasiliano ha parlato di tanti argomenti come il suo recupero dall’infortunio, oltre che delle due rimanenti giornate di campionato. Di seguito, le sue dichiarazioni integrali.
“Conte dice che sei pronto mentre i medici frenano… come stai? Il recupero procede bene, io sto facendo di tutto per rientrare nonostante si parlava di stagione finita. Io mi sono detto che questa non è finita, voglio finire in campo e sto facendo di tutto per rientrare. Faccio terapie mattina, pomeriggio e sera. Penso al 100% ad aiutare la squadra, è un momento storico e voglio esserci anch’io”.
“Secondo te il valore aggiunto della squadra è stato il fatto che tutti vogliono dare una mano? Certo. Quando c’è voglia di far bene e di aiutare la squadra, di mettersi a disposizione è un valore aggiunto. I ragazzi lavorano tanto, il mister ci sta sempre a spronare, dice che dobbiamo dare il massimo. Noi stiamo facendo di tutto perché quest’anno sia storico. Sappiamo cosa è successo l’anno scorso, e vogliamo dimostrare che subito dopo un anno si può ripartire. Abbiamo iniziato la stagione dicendo che avevamo poche possibilità di vincere perché c’erano la Juventus di Thiago Motta, l’Inter, il Milan di Fonseca, anche la Roma di De Rossi, l’Atalanta. Ora, essere primi a 2 giornate dal termine ci fa onore e dimostra il lavoro che abbiamo fatto dal ritiro. Speriamo di fare del nostro meglio, abbiamo dato il massimo e siamo qui per merito di tutti”.
“Il pareggio con il Genoa? Non è vero che queste gare sono facili. Dall’altra parte ci sono delle squadre, e bisogna giocare contro tutte le squadre. Abbiamo perso a Como e nessuno pensava fosse possibile. La partita ci ha lasciati un po’ dispiaciuti, ma siamo primi perché abbiamo dato il massimo, abbiamo sempre dovuto soffrire e combattere. Non ci è mai stato regalato niente. Il pareggio ci dice che davanti abbiamo sempre avversari”.
“I due gol subiti? Non mi piace giudicare. A Bologna ho sbagliato io, ho perso Ndoye e abbiamo pareggiato. Nel calcio ci sta di sbagliare e perdere una marcatura, altrimenti tutte le partite finirebbero 0-0. Qualcuno deve sbagliare perché accada qualcosa. Abbiamo visto cosa non è andato bene e non capiterà nella prossima. Ma tutti possono sbagliare e non possiamo giudicare”.
“Parma-Napoli? Il Parma è una squadra forte. Quando ci abbiamo giocato al Maradona ci hanno messo in difficoltà. Davanti hanno calciatori velocissimi e dobbiamo fare attenzione alle ripartenze. Chivu è stato il mio maestro all’Inter. Mi ha sempre dato una mano e sa preparare le partite. Dobbiamo fare attenzione ai contropiedi e dobbiamo gestire la partita. Poi loro hanno bisogno di punti salvezza perché non sono in una situazione comoda, ma dobbiamo tenere la palla così da poter gestire meglio”.
“Come si gestisce la tensione? Ci sono 3 punti, poi gli altri 3 potrebbero arrivare dopo. In città c’è tanta euforia, ma il campionato non si vince solo con il +16 come accaduto due anni fa. Lì ci si è abituati che il campionato si vince subito, ma tante volte si è deciso nelle ultime giornate. I campionati si decidono così, le persone devono capire che non serve troppa euforia, è un momento importante per noi, non siamo partiti per vincere lo scudetto, ma siamo lì con merito e ci proveremo fino all’ultimo. Se la matematica sarà a nostro favore vinceremo”.
“Cosa vi dice Conte? Sa dire le cose nel momento giusto. Carica i momenti nel modo positivo, sa quali parole usare. Sappiamo che è stato capitano per tanto tempo, ad oggi è una delle poche persone che posso dire che ha carattere. Ho avuto altri allenatori, ma lui sa tirare fuori il meglio di noi anche caratterialmente. Sa caricare il gruppo, sono queste le sue fondamenta”.
“Che bilancio fai a questa stagione? Siamo stati un po’ una sorpresa per tutti. All’inizio si dubitava di noi, pensavano che avessimo 5 squadre davanti e che dovevamo rifondare, che venivamo da un anno brutto. Per me che ci sono stato dentro anche l’anno scorso, dico che la gente deve avere rispetto, anche per i calciatori che ci sono stati. Ognuno di noi ha fatto un percorso per arrivare, può capitare l’annata storta, ma anche quella che nessuno si aspetta. È un percorso sorprendente, perché abbiamo sempre tenuto botta nelle difficoltà. Abbiamo vinto le partite che dovevamo vincere. Siamo andati a vincere a Bergamo per 3-2, abbiamo battuto la Juve, abbiamo pareggiato con l’Inter. Abbiamo fatto un percorso scudetto, e tutto quello che abbiamo raccolto è un lavoro fatto giorno dopo giorno che ha portato a questi punti”.
“Ti senti cresciuto sotto la guida di Conte? Da inizio ritiro dico a Conte che ‘o mi fai smettere o mi allunghi la carriera (ride, ndr)’. Nel senso, non sono vecchio, ma ho 33 anni. Quindi, o mi fa esaurire, ma mi ha fatto fare bene. Io con lui scherzo su questa cosa, lui mi dice ‘ti ho dato altri 3 anni’. Ora sto bene fisicamente, non mi sono mai sentito bene così, nonostante l’età. Sono sempre quello che corre di più secondo i dati, sono anche uno dei più veloci. Mi ha aiutato come carattere e personalità, anche fisicamente e tatticamente. A fine carriera spesso si pensa che non ci si può migliorare, e mi ha aiutato da questo punto di vista”.
“Cosa dici ai tifosi? Dico solo di non avere ansia, contro il Genoa ero in tribuna e sentivo che il pubblico avesse ansia. Spalletti ci ha sempre detto di non aver paura di essere felici. Comunque siamo lì, dobbiamo solo andare a prendere. Una squadra capisce quando il pubblico c’è o non c’è, ma anche l’avversario. Sentire il Maradona che fischia o non incita è un fattore. Serve incitare il più possibile e fischiare (ride, ndr), per aiutare la squadra. Il pubblico deve fare questo, per aiutare la squadra a difendere. Poi, essere positivi. L’unica cosa da fare nel bene o nel male è tifare”.