Il Napoli approfitta del secondo turno consecutivo “favorevole” e torna capolista a 4 giornate dal termine. Grazie al 2-0 sul Torino, gli azzurri si sono portati ad un pesantissimo +3 sull’Inter, che contro la Roma ha perso la gara e la testa, in una delle partite meno riuscite di tutta la stagione. Qualche giornata fa, tutto ciò sembrava inimmaginabile, con i nerazzurri proiettati verso il tricolore ed i campani in crisi d’identità. Ora, sono i partenopei ad essere padroni del proprio destino e ampiamente favoriti, ma perché si possa gridar vittoria è ancora presto. In casa nerazzurra, invece, è evidente come la testa e la focalizzazione stiano giocando un ruolo cruciale in questa bagarre, e la prova schiacciante è il loro rendimento in Champions League, decisamente superiore a quello visto in Serie A.
NAPOLI – 74 P.ti
Questa giornata per il Napoli è stata quasi perfetta sotto ogni punto di vista. 3 punti in cassaforte, passo falso dell’Inter e vetta solitaria. Quel che però colpisce maggiormente è l’atteggiamento con cui i partenopei sono scesi in campo. Fin dal primo istante, gli uomini di Conte hanno azzannato un avversario insidioso come il Torino non lasciandogli praticamente respiro. Il match è l’esempio di come una grande deve conseguire un successo di autorità, scendendo sul rettangolo verde senza pressione. Visto il risultato dei nerazzurri contro la Roma c’era il rischio di sbagliare approccio, di soffrire della classica ansia da prestazione e finire così in balia di una squadra ostica come quella allenata da Vanoli.
Tutto ciò non si è concretizzato perché i padroni di casa hanno imparato la lezione di Monza: massima concentrazione fin dal primo minuto. A fare il resto, c’è stato Scott McTominay, ormai ribattezzato McFratm. Lo scozzese si è confermato come un vero e proprio trascinatore per la squadra, nella quale ha impattato non solo con l’aura del forte calciatore arrivato da lontano, ma anche con la volontà di lavorare e migliorarsi. Il risultato è una sua incredibile stagione ed un Napoli che ha ingaggiato in mediana una vera e propria stella in grado di fare la differenza.
Tuttavia, non è il momento di cantare vittoria. Il calendario è certamente favorevole, ma per far sì che arrivi lo scudetto bisogna giocare sempre con un approccio come quello visto contro i granata. Fino ad ora, i partenopei hanno mostrato questa capacità solo a tratti, alternando gare giocate bene ad altre in cui non ci si è focalizzati al massimo delle proprie possibilità dal primo minuto. Per far sì che lo scudetto possa arrivare, c’è bisogno di proporsi sempre con queste modalità. A far la differenza nel rush finale è la testa, la volontà, più che i valori in campo, quindi anche l’avversaria più abbordabile può finire per creare grattacapi.
Il test contro il Lecce cade proprio a fagiolo. I giallorossi, quart’ultimi in classifica, sono alla disperata ricerca di punti salvezza, e in queste ultime sfide venderanno cara la pelle. Nell’ultima uscita contro l’Atalanta, i salentini hanno giocato a livelli molto importanti, riuscendo a tornare da Bergamo con un prezioso punto. Non è impensabile che contro i partenopei possano riproporre una gara simile. Se parlassimo solamente di gioco proposto e valore tecnico, non ci sarebbe partita. Ma, in questo momento della stagione, certe particolarità possono venir meno. Sta al Napoli far sì che ciò non accada, imponendo la propria legge esattamente come fatto contro il Torino.
INTER – 71 P.ti
Certo, le partite sono tante, ma due sconfitte consecutive in campionato non sono un risultato da Inter. Contro la Roma, i nerazzurri hanno perso non solo la partita e la vetta del campionato, ma anche la testa. Nel corso di tutto il match, i giallorossi si sono dimostrati molto più in palla, piegando al loro volere le trame interiste. Il risultato finale è uno 0-1 timbrato da Matias Soulè, ampiamente meritato dagli uomini di Ranieri, apparsi più lucidi e autori di un’ottima gara. Cosa che non si può dire per la compagine di Inzaghi, risultata più incolore del solito e soprattutto molto nervosa. Che sia per il troppo numero di partite? Oppure che siano i residui della sconfitta nel derby di Coppa Italia? O ancora, la testa era già a Barcellona?
Già, perché questa stagione ha visto scendere in campo due Inter: quella vista in Italia e quella europea. In Champions League, i nerazzurri appaiono decisamente più pimpanti e volenterosi rispetto a quelli della Serie A. Lo testimonia la difficile partita del Montjuic, in cui hanno rimediato un buon 3-3 contro Lamine Yamal e soci. Una gara sofferta, in cui sono usciti anzitempo per problemi fisici due pezzi da 90 come Lautaro Martinez e Fedrico Dimarco, ma che ha visto l’11 inzaghiano non mollare mai e reggere l’onda d’urto blaugrana, lasciando ogni discorso aperto per la gara di ritorno. Se però la testa c’è ancora non si può dire lo stesso della condizione fisica. Quest’aspetto risulterà la maggor problematica da gestire in casa interista per questo finale di stagione.
Già da alcune partite, si può notare come l’Inter non riesca a mantenere il suo ritmo abituale per tutti i 90 minuti. Se in notti come quelle di Champions il gap può essere colmato dalla condizione mentale, può essere così anche in campionato? Se la testa è rivolta così tanto alla competizione europea, sarà difficile organizzarsi al massimo per le restanti gare di Serie A, specie adesso che il Napoli è davanti e c’è un’opportunità di poter raggiungere nuovamente la finale. Fare uno switch di questo tipo è tutt’altro che semplice, soprattutto in casi come quello dell’Inter, dove la condizione fisica è una problematica di rilievo.
La prossima partita di campionato sarà contro il Verona, una squadra relativamente tranquilla e a caccia di quei pochi punti che le rimangono per conquistare l’aritmetica salvezza. Al momento, è difficile prevedere quale sarà l’approccio degli uomini di Inzaghi. Da un lato, c’è la possibilità di vedere una squadra in grado di rispondere al risultato del Napoli con tutta tranquillità, ma dall’altra quella di trovare una compagine con la testa proiettata alla semifinale di Champions e di conseguenza meno performante. Ciò che però farà la differenza, sarà il non farsi assuefare dagli scaligeri. Una volta trovate le misure al match, toccherà affrontarlo con calma e tranquillità, senza proiettarsi morbosamente alla sfida al Barcellona.