Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc, emittente ufficiale del club. Si è parlato di argomenti come il suo arrivo all’ombra del Vesuvio, oltre che delle possibilità di poter conseguire lo scudetto. Di seguito, le sue dichiarazioni integrali.
“Ti hanno spiegato dell’emozione dei napoletani? Sai che dopo un paio di giorni rappresenti un popolo. Penso subito al mio arrivo in albergo, ho subito capito che Napoli è per la gente. Mertens mi raccontava di questo, quindi ero preparato. Ma quando sono arrivato l’ho sentita di più. A noi giocatori da una spinta in più e dà una carica per la partita. Anche quando giochiamo in trasferta abbiamo tanti tifosi che ci supportano, ed è una cosa unica”.
“Consiglieresti la città di Napoli ai tuoi colleghi? Napoli è una città vivibile, ma io sono focalizzato sul lavoro. Quando però vado in città è carino sentire l’amore della gente. È una sensazione unica”.
“Il tuo discorso con il Belgio? Tu giochi a calcio per una cosa. Noi dobbiamo vedere partita dopo partita e migliorarci in queste ultime partite. Poi vedremo dove arriviamo, ma ogni partita per noi sarà una finale”.
“Meno un gol ai 400… È una cosa incredibile. La cosa più importante però è la partita. Il Milan è forte, ma ci prepareremo bene, poi vedremo il risultato. Sono fiducioso e credo che il mister stia lavorando bene per prepararlo”.
“Il gol al Milan è il più bello in azzurro? Sì, è un gol mio, in cui attacco bene la profondità. Una rete bella, ma abbiamo giocato in generale una grande partita”.
“Come ti ha convinto Conte a venire? Mi ha chiamato molto prima di agosto, ho accettato dopo meno di un minuto. Io so di cosa abbiamo bisogno entrambi, su questo non c’è da parlare. Rapporto speciale? Non sono privilegiato. Lui si aspetta dun di più da me, ma mi piace questa responsabilità e il livello che mi ha conferito. Su questo lo ringrazierò sempre”.
“Corsa scudetto, quali differenze ci sono con Atalanta e Inter? L’Inter è la favorita perché ha una grande rosa. L’Atalanta sta facendo il passo per lottare, l’anno scorso con la vittoria dell’Europa League può essere l’inizio di un ciclo. Noi se tutto va bene si può parlare di rivincita. Non voglio sapere cosa sia successo l’anno scorso, però dobbiamo vedere a questa stagione perché nessuno lo immaginava. Per noi era tutto un bonus, ed ora devi lavorare di più. C’è un sogno alla fine, ma per realizzarlo devi spingere ogni giorno e sempre pronto mentalmente a tutte le situazioni”.
“Che differenza noti tra i tifosi del Napoli e delle tue altre squadre? Quando devi vincere, tu come calciatore ti chiedi di più. I tifosi vogliono sentire quella situazione di nuovo, perché vincere è bello, la seconda ancora di più. Di questo parlai con il mister, ogni volta che si vince si gode di più. Ed è una cosa che vorrà sentire anche la città”.
“Anche Big Rom si sente come Mertens? Siì, ogni giorno di più. L’ho sentito anche ieri su questo fatto che lui a fine carriera voglia venire a Napoli. Grazie a lui ho incontrato tante belle persone”.
“Un domani faresti l’allenatore? Credo di sì, c’è una parte della mia testa che dice di sì, ma una parte che non è convinta. A fine stagione dovrò fare una settimana di corso di allenatore per l’Uefa A e B. Questa settimana mi darà la sensazione su se pensarci o meno”.
“Che emozione hai provato al tuo primo gol al Maradona? Durante il riscaldamento non ho mai sentito quel calore dei tifosi. Ho chiesto poi a Dries se fosse sempre così. Poi durante la partita, quando è entrato il gol ho sentito un urlo ed ho capito che avremmo vinto quella sfida. Quando i tifosi fanno questo vedi che gli avversari si infastidiscono, e a noi calciatori dà la carica mentale”.
“Quanto è importante la comunicazione tra voi attaccanti? È fondamentale. Io e Raspadori, o Simeone, dobbiamo sempre parlarci. Ognuno ha qualità diverse, ma serve che sappiamo giocare insieme. Questo permette di rotare meglio, così anche in base alla partita. Mettiamo sempre la squadra prima di tutto, poi i risultati vengono dopo. Quando siamo fuori da qua in squadra facciamo un torneo di Call of Duty, facciamo dei tornei. La squadra è unita sia dentro che fuori”.
“I figli? Gioco alla playstation anche con loro. Con il più grande gioco a Fortnite e Fifa. Ha 6 anni ed è già al secondo anno di giovanili dell’Anderlecht. Vorrebbe fare l’attaccante come me. Lui è più tecnico di me, l’Anderlecht sta lavorando molto sulla tecnica. Io non dico agli allenatore come deve crescere, li lascio fare”.
“Il tuo posto preferito di Napoli? Dries mi ha parlato di Posillipo. A me da un po’ di pace camminare nel lungomare. Non sono ancora sbarcato nelle isole, ma per staccare un po’ mi fa bene camminare”.