Una partita spartiacque nella stagione del Napoli è stata certamente la sconfitta rimediata contro la Lazio in Coppa Italia. In occasione di quel match, Antonio Conte ha schierato in blocco tutte le seconde linee a sua disposizione. La prestazione, come ben noto, fu disastrosa sotto ogni punto di vista. Da quel polverone mediatico si sono salvati Elia Caprile (oggi al Cagliari), David Neres e Giovanni Simeone. Per gli altri, escluso l’allora infortunato Pasquale Mazzocchi è arrivata una sonora bocciatura, che ha aperto ad un tema: il Napoli ha dei ricambi all’altezza?
Il largo utilizzo da parte di Conte di un determinato 11, combinato a quel disastroso incontro, ha fatto temere per il peggio qualora ad un calciatore fosse venuto un raffreddore. Tuttavia, la storia e il rettangolo verde hanno poi raccontato altro, dimostrando che in realtà Conte ha ben più materiale di quanto si tenda a pensare. E, se alcuni come Zerbin e Folorunsho hanno lasciato la squadra, altri hanno saputo trovare una loro dimensione, che in questo finale di stagione può tornare utile alla squadra.
Il primo grande spavento in ordine temporale è stato legato all’infortunio di Alessandro Buongiorno. Quella che forse è stata la più grande paura di tutti i tifosi partenopei. L’ex Torino si è subito rivelato un leader della difesa partenopea, tanto da divenire subito imprescindibile. Il suo infortunio è stato accolto con grande timore. Soprattutto, in tanti non consideravano la sua alternativa Juan Jesus all’altezza. Il brasiliano ha avuto modo di giocare per circa 2 mesi da titolare, nei quali ha dimostrato di essere un calciatore di affidamento, finendo per stupire anche i più scettici. Certo, va considerata la leggerezza (non esclusivamente sua) di Napoli-Udinese. Il suo rendimento, però, è stato ben al di sopra delle prime aspettative. Specie perché ha avuto modo di far bene in vittorie pesantissime come quelle contro Atalanta e Juventus.
Tuttavia, una rondine non fa primavera. Come si suol dire, può anche darsi che il suo pessimo rendimento della scorsa stagione fosse il risultato di un ambiente disastrato, ed ora che c’è Conte tutto è tornato a posto, vero? Tempo di poche partite, ed il tecnico salentino riesce nuovamente a stupire. Si sta giocando un Napoli-Venezia di fine anno, una partita che alla vigilia sembra tranquilla e scontata, ma che si è poi dimostrata assai complicata. Man mano che il tempo passa, c’è il rischio che i lagunari possano strappare un pesantissimo punto al Maradona. Ecco che allora la lavagnetta luminosa del quarto uomo recita: esce Anguissa, entra Giacomo Raspadori. Forse il calciatore più criticato a seguito di quel terribile match dell’Olimpico, è lui l’uomo incaricato di far cadere il fortino avversario. E, su una palla vagante, sarà proprio lui a siglare il pesantissimo gol dell’1-0.
Una rete che lo riporta immediatamente utilizzabile, e che forse lo toglie dal mercato. Tuttavia, finirà per essere nuovamente usato col contagocce, nel 4-3-3 disegnato da Conte per lui c’è spazio solamente come alternativa ai centrocampisti. Ha però ritrovato una sua utilità nel 3-5-2 di “emergenza”, conseguenza dell’infortunio di David Neres. Schierato al fianco di Romelu Lukaku, l’ex Sassuolo ha avuto modo di siglare 2 reti contro Lazio e Como. Nonostante queste due sfide abbiano portato in dote solamente un punto, hanno dimostrato che Raspadori può avere impatto in questa formazione, oltre a consentire di scompigliare le carte dal punto di vista tattico.
Un altro degli elementi che ha letteralmente cambiato il suo destino in corsa è stato Leonardo Spinazzola. L’ex Roma, è arrivato al Napoli con l’intenzione di alternarsi con Mathias Olivera. Partita dopo partita però, l’uruguaiano è apparso più adatto al gioco contiano, finendo per trovare enorme spazio. Nella debacle di Coppa Italia, Spinazzola è apparso fuori forma ed in balia degli eventi, quasi sfiduciato. Come se la sua carriera fosse destinata ad una parabola discendente. Per lui, si è parlato di un addio dopo solo 6 mesi. Una destinazione poteva essere la Fiorentina, magari in uno scambio con Cristiano Biraghi.
Anche per lui, il destino ha voluto una nuova opportunità, proprio contro i viola, nell’insolito ruolo di esterno d’attacco nel 4-3-3. Al Franchi, giocherà una buonissima prestazione, riguadagnando così considerazione. Avrà anche modo di rimpiazzare l’infortunato Mathias Olivera, finito per infortunarsi. In quelle occasioni, si è dimostrato un calciatore in grado di poter dare qualcosa, specie quando c’è bisogno di creare la superiorità numerica sulle fasce. Che dire, da sicuro partente ad elemento importante della squadra. In questo finale di stagione, che sia da terzino, esterno a tutta fascia o ala tattica, il suo lavoro sarà da tenere in grande considerazione.
Nulla però ha tenuto con il fiato sospeso più dell’infortunio di André-Frank Zambo Anguissa. Se in tutte le altre occasioni Conte ha trovato modo per sopperire all’assenza, per il camerunense il problema sembra essere ben più particolare. Sotto la gestione contiana, infatti, ha performato a livelli altissimi, dimostrandosi un calciatore imprescindibile. Tanto da convincere il tecnico a non rischiarlo dal primo minuto in occasione di Como-Napoli, vista la sua diffida ed averlo così per Napoli-Inter. Ironia della sorte, salterà il match per quel maledetto soleo, divenuto un vero e proprio incubo all’ombra del Vesuvio. Ora, c’è da affrontare la partita più importante della stagione con uno tra il quasi dimenticato Billy Gilmour e quel Philip Billing arrivato quasi in sordina, e con solo un’ora di gioco sulle gambe.
Alla fine, Conte preferirà schierare in campo lo scozzese. Arrivato dal Brighton in estate, Gilmour ha svolto soprattutto il ruolo di vice Lobotka, rimpiazzandolo per circa un mese tra ottobre e novembre a risultati alterni. A seguito della sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio, in cui non ha lasciato tracce, non ha più trovato una maglia da titolare. Sarà per oltre un’ora uno dei migliori dei partenopei. Le sue geometrie permetteranno al Napoli di mandare in crisi la forte mediana interista, lasciando Lobotka più libero di giocare il pallone. Tuttavia, svolgerà questo buon compito in una partita maledetta, che i nerazzurri stanno portando via grazie ad un solo (e bellissimo) tiro in porta.
Ecco che il tecnico opterà per l’ingresso di Billing. Il danese, presenta caratteristiche da perfetto box to box, in grado sia di aggiungere fisicità, sia di poter concludere in rete quando necessario. Sarà proprio lui con un inserimento da manuale a pareggiare il match e a rilanciare un ambiente che sembrava quasi abbattuto. E, se due o tre casi possono aver dato dei risultati inaspettati, visti questi ultimi due, è ora di porsi una domanda: davvero il Napoli è privo di una panchina?
Se Conte può essere punzecchiato sulla gestione della rosa, poco si può dire sulla sua capacità di tirare fuori il massimo dai suoi calciatori. In varie occasioni in cui le alternative si sono trovate a giocare, hanno dimostrato di poter ben rimpiazzare gli 11 titolari. Segno che lo spogliatoio è ben saldo nelle mani del tecnico, che saprà sicuramente come al meglio vadano utilizzati gli elementi a sua disposizione. I vari Juan Jesus, Spinazzola, Raspadori, Gilmour e Billing si sono dimostrati ben all’altezza del compito che dovranno andare a ricoprire. E a questi, va aggiunto Noah Okafor. Scampolo dopo scampolo, lo svizzero sta dimostrando di poter dare qualcosa alla causa. Certo, c’è bisogno di qualche partita in più perché possa ritrovare la migliore condizione. Ma, a giudicare da queste prime partite, sembra avere le armi a disposizione per far bene.
Forse, è anche ora di rivedere in una chiave diversa quella disastrosa partita giocata contro la Lazio. Quella sconfitta certamente non fa bene e non è bella da vedere, ma è il risultato di una gara tra una squadra che dal primo giorno si prepara per giocare su più competizioni contro una che ha come compito solo quello di far bene in campionato. Sì, non avere le coppe non è solo un vantaggio, come si tende superficialmente a raccontare. Ma quest’argomento merita tutt’altra attenzione.
È però ben chiaro come i fatti abbiano dimostrato che il Napoli ha un buon parco di alternative. Certo, il mercato dovrà fornire dei miglioramenti da questo punto di vista, ma la situazione non è così disastrosa come appariva qualche mese fa. D’altronde, Antonio Conte non è certamente uno stupido. Avrà probabilmente commesso degli sbagli nella gestione della rosa, probabilmente ritiene che una gestione a 11 più gli altri sia più efficiente. Non va però assolutamente detto che da parte sua non c’è un lavoro adeguato sulle alternative. Stiamo parlando di un tecnico eccellente, che ha avuto modo di mettere bocca in spogliatoi ben più delicati ed esigenti di questo. Dunque, nell’attesa di riavere Neres e Anguissa a disposizione, non c’è da preoccuparsi troppo. Al contrario di come si potrebbe pensare, il Napoli non è composto da solamente 11 giocatori. Ed anzi, questi in più sono di assoluto livello.