Con 42 gol segnati in 26 giornate, quello del Napoli è il quinto attacco della Serie A. Oltre all’Inter capolista (59 gol) e all’Atalanta terza (59 gol), hanno segnato più degli azzurri anche la Lazio (47) e la Juventus (43). Il dato può sembrare trascurabile ma in realtà non lo è, in quanto indice delle difficoltà incontrate fin qui dalla squadra allenata da Conte nella produzione offensiva. A tal riguardo, diversi indici sembrano dimostrare come tali difficoltà, certamente accentuate dalla cessione di Kvaratskhelia e dall’infortunio di Neres, non dipendano soltanto dai singoli.
Il dato sui tiri in porta
Secondo i dati disponibili sul portale transfermarkt.it, in 26 partite di campionato il Napoli ha calciato verso lo specchio della porta 478 volte centrando lo specchio 341 volte. Gli azzurri sono sesti per tiri totali e ottavi per tiri in porta; per dare un’idea della portata di tali dati, basti considerare che la squadra ad aver calciato di più verso la porta avversaria è l’Inter, con 565 tentativi.
Le stesse proporzioni si riscontrano dai dati relativi alle percentuali di conversione: gli azzurri riescono a trasformare in gol meno di un tiro su 10 (8,8%) e il 12,3% dei tentativi che centrano lo specchio della porta. In altre parole, il Napoli non solo produce meno delle altre squadre, ma è anche meno preciso in fase di concretizzazione (è 6° per percentuale di conversione); in sintesi, un maggior cinismo si tradurrebbe in un maggior numero di gol segnati. Se, ad esempio, gli uomini di mister Conte avessero la stessa ‘freddezza’ dei giocatori dell’Atalanta (percentuale di conversione dell’11,7%), con lo stesso numero di tiri verso lo specchio avrebbero segnato 56 gol, esattamente un terzo in più.
Il dato sui gol previsti (pro e contro)
Per essendo poco ‘produttivo’ e ancor meno ‘preciso’, il Napoli vanta comunque un saldo attivo per quanto riguarda gli xG (Expected Goals, ovvero un complesso parametro di quantificazione delle ‘reti previste’ in funzione alla qualità delle occasioni create). Dal portale understat.com, infatti, si vince come gli xG sono pari a 38,39, ovvero 3,61 in meno rispetto alle reti effettivamente realizzate. Lo stesso dicasi per l’Inter e l’Atalanta, con oltre 4 xG in meno dei gol segnati. A bilanciare il dato sugli xG c’è quello sugli xGA (Expected Goals Against, gol previsti contro), in linea con quello reale (21,4 xGA contro i 21 subiti).
Volendo sintetizzare, quindi, i dati fotografano un Napoli che produce meno delle altre squadre di vertice, ma è in grado di compensare tale lacuna con un’ottima solidità difensiva. Il ritorno al 3-5-2, indotto dagli infortuni, ha permesso di rivedere un Raspadori finalmente a proprio agio da seconda punta ma, allo stesso tempo, sembra aver alterato gli equilibri in fase di non possesso.
Guardando i dati dei singoli, viene spesso criticato il rendimento di Lukaku che, però, ha segnato 9 gol su 9,2 xG (fonte dati: fbref.com); saltano all’occhio, di contro, i 6 gol di Scott McTominay (a fronte di 4,9 xG) e le 5 reti di Anguissa, arrivate nonostante quasi la metà di xG (2,7). Numeri alla mano, mancano soprattutto i gol di Neres e Politano, il cui apporto in termini di gol è ancora lontano da quello di Kvaratskhelia (5 gol e 3 assist in 17 presente). È probabilmente per questo motivo, nonché in vista della flessione dell’ultimo mese, che i bookmaker continuano a considerare l’Inter come la principale favorita per la vittoria del campionato. Le quote Serie A, consultabili agevolmente anche tramite un portale specializzato in comparazione come Betscanner, tendono a premiare i nerazzurri, ben quotati fin dall’inizio della stagione. I pronostici, però, sono fatti per essere smentiti dalla realtà del campo, e il Napoli spera di poter ribaltare le proiezioni dei bookmaker e delle agenzie di scommesse regalandosi un grande finale di stagione.