Pandev: “Napoli fu una scelta quasi naturale per me, vi spiego. Elmas? Vi racconto come ho convinto ad accettare l’azzurro. Supercoppa del 2012? Col Var non avremmo mai perso”

Goran Pandev, ex calciatore di Napoli e Inter, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Il Mattino. Tra gli argomenti, si è ovviamente parlato della super sfida tra le due compagini che si terrà sabato 1 marzo alle ore 18:00 al Maradona, oltre che del passato del calciatore macedone all’ombra del Vesuvio. Di seguito, un estratto della sua intervista.

“Pandev, ma alla fine lo scudetto chi lo vince? Sono sicuro che fino alla fine la lotta sarà aperta e spero che vinca una delle due. Possibile sorpresa? Beh, anche l’Atalanta può entrare nella lotta. Dopo che è uscita dalla Champions e dopo aver visto la prestazione di Empoli si deve per forza metterla dentro nella corsa al titolo. Gasperini ha una rosa ampia e sta recuperando tanti calciatori”.


“Proviamo a fare le carte al campionato partendo dal Napoli… È arrivato un allenatore vincente come Conte, uno che ha un carattere forte e mi dispiace che abbia avuto tantissimi infortuni. Poi hanno venduto un giocatore chiave come Kvaratskhelia che poteva fare la differenza nel 4-3-3. Diciamoci la verità: Kvara poteva vincere le partite da solo. Pensavo che il mercato potesse aiutare la squadra ma la società lavora sempre in questo modo, segue questa linea oramai da anni. L’Inter è l’Inter e se giochi con quella maglia sai che devi
vincere sempre. Hanno la squadra più forte con ricambi di qualità in tutti i ruoli. È vero che hanno avuto un piccolo calo, ma restano sempre la squadra da battere. Sono abituati a vincere e sanno cosa vogliono”.

“Restiamo sul passato: se le diciamo Napoli… Mi emoziono ancora. È una città che mi ha lasciato tantissimo. La mia famiglia si è trovata una meraviglia e quando siamo andati via, mia moglie e i miei figli piangevano tutti. Giocare con quella maglia ti dà un valore unico. Dal punto di vista calcistico cosa le ha lasciato? Diciamo che ho avuto la fortuna di giocare con grandissimi campioni: da Lavezzi a Cavani, da Mertens a Higuain. E poi quando sono arrivato ho trovato il fattore Mazzarri. Ovvero, quella squadra giocava a memoria ed era facile inserirsi. Mi sono divertito da morire a giocare in quegli anni”.

“Lei arrivò a Napoli dopo l’Inter con la quale aveva vinto il Triplete… Ma la scelta è stata quasi naturale. Quando andavo a giocare contro il Napoli mi impressionava l’atmosfera dello stadio: era un’emozione grandissima, anche da avversario. Poi in quegli anni il Napoli era in crescita e ho colto subito l’opportunità. Mazzarri mi voleva a tutti i costi: ricordo che mi chiamava ogni giorno e infatti poi mi avrebbe voluto con sé anche all’Inter e al Torino ma non fu possibile”.

“Ha vinto due coppe Italia con il Napoli, ma ci sono stati anche momenti amari… La finale della Supercoppa italiana di Pechino nel 2012 fu una delusione enorme. Facemmo una grande partita contro la Juventus e perdere in quel modo non fu bello. Sono convinto che oggi con il Var non avremmo perso mai, anche se i bianconeri erano altrettanto forti. Ma ho l’amaro in bocca anche per l’eliminazione dalla Champions nel 2013. Uscire con 12 punti nel girone è stata una mazzata. Facemmo una competizione pazzesca, un rammarico enorme. Eravamo in un girone difficile ma avevamo fatto una cosa incredibile. Sono convinto che se avessimo superato il turno saremmo potuti arrivare in fondo”.

“Il suo ricordo di Napoli la portò a consigliare la maglia azzurra al suo connazionale Elmas… Gli dissi: “Vai a Napoli, vinci e non te lo dimenticherai mai”. Detto, fatto. Io ho vinto due coppe Italia e ricordo la festa, quando hanno vinto lo scudetto immagino cosa è potuto succedere ed Elmas rimarrà nella storia. Ecco perché quando gli ho parlato l’ho convinto in un secondo ad accettare”.


“Chi è il Pandev del Napoli di Conte? Raspadori mi ricorda tantissimo perché anche a me piaceva agire dietro la prima punta. Sta facendo bene anche se mi rendo conto sia stato difficile per lui trovare lo spazio giusto. È stato condizionato un po’ dai moduli. Ma campioni così al Napoli servono sempre. Ora il Napoli sta cercando anche il miglior Lukaku… E ha ragione perché è l’uomo che sta mancando in questo momento. Sappiamo tutti cosa può dare in termini di gol e prestazioni. Se Conte lo ha voluto così fortemente a Napoli ha le sue ottime ragioni perché lo conosce meglio di tutti. Cosa gli manca? Se torna ad essere il leader del gruppo può prendere la squadra per mano. Lo dico perché ha esperienza e ha vinto tanto. Deve tornare quello che era in passato e non deve sentire tanta pressione. Si deve sentire libero”.

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