Edy Reja, ex allenatore di Napoli e Lazio, ha presentato la sfida di sabato a La Gazzetta dello Sport. Il tecnico, ha parlato non solo delle sue esperienze nelle due squadre, ma ha anche offerto degli spunti in merito a quale può essere lo scenario del match. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni
Lazio o Napoli, scegliere non si può. «Poco meno d’un decennio della mia carriera l’ho vissuto con quei club ai quali mi legano sentimenti veri. A Napoli dalla C alla A e poi in Uefa; alla Lazio, arrivando in Europa League».
Prima De Laurentiis e poi Lotito: le sono sempre piaciute le sfide forti. «Caratteriali, decisi e visionari. Hanno creato società straordinarie, protagoniste, capaci di vincere, di essere riferimento progettuale. Hanno ereditato situazioni a dir poco complicate, hanno ricostruito e vedete cosa hanno fatto e dove sono».
Lazio-Napoli è una partita imperdibile per lei. «Lo è per chi ama il calcio, una di quelle sfide a cui non puoi rinunciare. Ci sono anime distinte ma vere, organizzazioni tattiche, talenti, ambizioni».
A Udine ha visto il Napoli. «Ogni volta che vengono in Friuli, sono allo stadio. E vale pure per la Lazio. Fu una bella partita, in rimonta, con un Neres incontrollabile. C’era anche Kvaratskhelia in organico, però era infortunato quel giorno, e adesso si può dire che senza il georgiano e il brasiliano, c’è qualcosa in meno. Ma la garanzia resta Conte».
L’avversaria peggiore per il Napoli, che è pure il “nemico” meno consigliato per la Lazio. «E per questo e tanti altri motivi è un pomeriggio a cui non si può rinunciare. È una sfida alla pari, non ci sono favoriti, 50% di possibilità per ognuno, poi dipende da come si mette: Conte ha perso tanto senza quei due lì ma resta l’unica che può togliere lo scudetto all’Inter; Baroni ha uomini in fiducia. Uno ha fisicità ed esperienza che abbondano, l’altro forse maggior tecnica».
Quanto valgono le due vittorie della Lazio in questa stagione? «Un pochino un segno l’hanno lasciato. E comunque sottolineano che il Napoli, cioè la capolista, è andato in difficoltà sia in casa propria che fuori».
Gli uomini chiave. «McTominay mi piace un sacco, forse perché – e lo dico in assoluta modestia – mi ricorda il calciatore che sono stato per intensità e generosità. Poi ci aggiungo Anguissa che ha ritmi incontrollabili, va dentro al campo, lo spacca in due. E per la Lazio, non ci sono parole per Nuno Tavares, una forza della natura, ti travolge, ti crea la superiorità, mette gli attaccanti in condizione di segnare, fa la differenza. Però anche Castellanos è un portento, l’assist per Pedro, nel successo contro il Monza, appartiene solo a chi ha un senso del calcio verticale».