Leonardo Pavoletti, attaccante del Cagliari, ha rilasciato un’intervista a Radio Serie A. Tra gli argomenti, il calciatore ha parlato anche della sua breve esperienza al Napoli, dove ha trascorso 6 mesi trovando pochissimo spazio. Di seguito, un estratto delle sue parole.
“In ogni esperienza cerco di prendere quel che mi viene offerto. All’inizio in una carriera vuoi mangiare tutto, poi magari dopo ti confermi e ti affermi. Magari sai che il campo conta di più, quindi ti focalizzi su quello e crescendo scopri altri valori che servono al club. Cerco sempre di ritagliarmi il mio spazio anche adesso, lo facevo già a Napoli. Anche se in quei 6 mesi non ho giocato quasi mai, mi sono ritagliato il mio posto nello spogliatoio di collante tra tutti. I ragazzi erano non dico stressati, ma quando giochi ad alti livelli la vita non è così semplice. Quindi serviva un ragazzo che portasse leggerezza. Questa cosa la apprezzarono molto. Nonostante ho giocato poco, a Napoli hanno respirato questa mia capacità di entrare in simmpatia con gli altri, di scherzare. Cerco di trovare il buono in ogni situazione”.
“Rimpianti? A Napoli non ero pronto, sia per il ritmo che per il modo di giocare. Forse ci sarei arrivato con qualche anno in più, magari dovevo tenere botta e pensare ‘Cavolo, mi ha preso il Napoli! Perché andare via dopo 6 mesi?’ Magari è questione di ambientamento, non siamo robot che una volta attaccata la spina funziona come sempre. Siamo umani, si può risentire del cambiamento, di un tipo di gioco. Mi sarebbe però piaciuto cambiare aria, anche se lì mi sono trovato molto bene. Ho trovato uno degli spogliatoi più belli e simpatici, mi sono trovato benissimo. Poi è spuntato il Cagliari, e mi allettava molto come proposta. Dispiace di non aver mai fatto un gol in azzurro.”.
“Del Napoli mi ha colpito Hamsik, un calciatore meraviglioso. Poi gli altri campionissimi e fortissimi. In allenamento pensavo ‘Cosa ci sto a fare?’. A me piacciono i giocatori che sanno fare tutto, da area ad area, protagonisti in ogni fase. Marek era così, andava a fare legna dietro, poi apriva il gioco e andava a segnare. L’ho trovato verso la fine, e stavano esplodendo calciatori come Zielinski, ma lui era di un livello superiore”.