Okafor al Napoli, scetticismo legittimo ma eccessivo. I pro e contro del colpo last minute

La cessione di Khvicha Kvaratskhelia al Psg è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno in casa Napoli. Che i rapporti col georgiano non fossero dei più rosei era cosa ben nota, ma che il legame potesse interrompersi in questo modo era difficile da immaginare. Ma, una volta archiviata la sua partenza, la società ha dovuto mettersi in fretta e furia sul mercato alla ricerca di un sostituto. Inizialmente, si è cercato di portare a casa un grande colpo, come Alejandro Garnacho e Karim Adeyemi. Tuttavia, il primo è saltato per cause di motivi economici. Il secondo, invece, non si è mostrato convinto di raggiungere il capoluogo partenopeo.

A quel punto, è rimasta una sola possibilità: prendere un calciatore in prestito, e rinviare il discorso a giugno. Sembrava che la stesse per spuntare Allan Saint-Maximin, ma la trattativa non è andata in porto a causa di problemi burocratici. Ecco che, l’ultimo giorno di mercato, spunta il profilo di Noah Okafor. Lo svizzero, che in quest’annata ha trovato poco spazio al Milan, è arrivato in prestito per la cifra di 1,5 milioni di euro con diritto di riscatto fissato intorno ai 23. I commenti al di sotto dei post in cui si parla del suo arrivo in azzurro, riflettono lo stato d’animo dei tifosi partenopei: in sintesi, era lecito aspettarsi di più. Ma, cercando di aprire una riflessione, cosa può portare il calciatore alla causa azzurra?

Nel corso della sua esperienza in rossonero, Okafor ha mostrato dei pregi, così come dei difetti. Arrivato dal Salisburgo nell’estate 2023 per circa 15 milioni di euro, ha perlpiù ricoperto il ruolo di vice di Rafael Leao, dilettandosi però anche in quello della punta. Agli ordini di Stefano Pioli, ha agito soprattutto da arma a partita in corso. Non a caso, è stato schierato da titolare in solo 6 occasioni. Tuttavia, nonostante lo spazio limitato, ha avuto modo di incidere siglando 6 gol e 3 assist in tutte le competizioni, a volte decisivi. In questa stagione, invece, non ha fatto bene come in quella passata, siglando solo 1 gol e 2 assist. È stato però fermato anche da un problema fisico al polpaccio, lo stesso per il quale il Lipsia ha scelto di non ingaggiarlo. Ad oggi, fisicamente è da recuperare al 100%.

Dal punto di vista delle caratteristiche, è un attaccante rapido e dotato di un buon dribbling e di una buona tecnica, capace sotto porta. È ben strutturato fisicamente, in quanto alto 1,85 per 85 kg. Inoltre, è molto versatile da un punto di vista tattico, in quanto può giocare sia da esterno d’attacco che da punta. Dunque, non può essere sfruttato solamente da vice di David Neres, ma anche come eventuale alternativa a Romelu Lukaku. Anche se, come già detto, la sua principale qualità è quella di colpire a partita in corso. Queste sue abilità, svelano il ritratto di un calciatore che magari non sarà il sostituto di Kvaratskhelia, ma di un elemento che può dare una mano alla causa partenopea.

Tra i vari elementi che la società partenopea poteva prelevare in prestito – quindi non considerando i Garnacho e Adeyemi -, il suo è decisamente il più indicato, anche perché conosce il nostro campionato. Per sostituire il 77 georgiano serve un profilo internazionale, e la dirigenza necessita di più tempo per aprire una trattativa e trovare i vari accordi. In 20 giorni si può fare decisamente poco da questo punto di vista. Se c’è bisogno di una soluzione d’emergenza, però, il profilo di Okafor non è da sottovalutare. Specie tenendo conto della sua esperienza al Milan, dove si è trovato a far bene partendo dalla panchina. Nota di merito il suo aver scelto la 9 come numero di maglia: una decisione che mostra che il ragazzo sia carico e con personalità.

Ci sono però dei punti da chiarire, che non riguardano solo il mancato arrivo di un vero sostituto di Kvara. Quello principale è dettato dalla sua tenuta fisica e dal suo inserimento nel gruppo partenopeo. Lo svizzero, non è sempre al top da quel punto di vista, motivo per cui lo staff di Conte dovrà trovare una quadra da questo punto di vista. In particolare, c’è da recuperarlo al top dal suo ultimo infortunio, in quanto il suo apporto sarà necessario il prima possibile. L’ex Salisburgo va integrato il prima possibile, e in un gruppo nel quale non è facile trovare spazio da titolare, c’è bisogno da parte sua del massimo impegno.

Un altro nodo da sciogliere, forse quello cruciale, è quello della sua posizione in campo. Nel corso della sua carriera ha sì dimostrato di saper giocare sia da ala che da punta, ma senza trovare una posizione vera e propria. Da questo punto di vista, servirà un lavoro tattico importante, a meno che il tecnico leccese non abbia già un’idea. Okafor non ha le caratteristiche di Neres, ovvero del dribblomane in grado di impensierire costantemente la difesa. È più da valutare come un attaccante posizionale, in grado di giocare in più zone del campo. Da questo punto di vista può ben associarsi con Lukaku, magari giocando anche in coppia con lui. Che l’idea sia quella di integrarlo per avere una variante tattica? Magari, in una partita bloccata, il suo ingresso può stravolgere le carte in tavola.

Dunque, c’è tanta carne al fuoco per un arrivo che ha già fatto discutere abbastanza. In un gruppo già cementato come il Napoli, un acquisto va compiuto con cura, poiché c’è il rischio che possa ritrovarsi a giocare pochissimo. Tuttavia, l’arrivo dell’ex rossonero ha scatenato dello scetticismo legittimo, ma forse eccessivo. Non sarà lui il sostituto di Kvaratskhelia, ma in una squadra che ha già ben chiaro quali sono gli 11 titolari, è bene lavorare sempre con calma. Per rimpiazzare il georgiano ci sarà tempo. A stagione in corso, ben poco si può fare, purtroppo. Però, l’arrivo di Okafor consente comunque di avere a disposizione un giocatore che non è l’ultimo arrivato, con voglia di riscatto e di farsi notare.

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