Il Napoli chiude il ciclo terribile con 7 punti su 9, ma quanto rammarico. E quel maledetto recupero…

L'occasionalismo di una sera
La rosa del Napoli si accorcia

Una partita brutta, sporca, maschia, anche se molto intensa. Sono tanti gli aggettivi con cui può essere descritto questo Roma-Napoli. Dal punto di vista calcistico, non la si può certamente definire una bella gara. È stato soprattutto un incontro dove si sono susseguiti tanti errori tecnici. A questa, il Napoli ha approcciato sì bene, ma non con la stessa pulizia di sempre. Non è mancata l’intensità, ma la qualità e la capacità di colpire gli avversari, soprattutto nella ripresa. Non è un caso che il vantaggio dei partenopei sia arrivato sull’unica giocata di livello della serata: lancio di Juan Jesus per Leonardo Spinazzola, che poi insaccherà.

Successivamente ad un primo tempo di contenimento, Ranieri schiera l’armeria pesante: dentro i giocatori di maggior tecnica. A questa mossa, Conte prova a rispondere con le ripartenze, soprattutto cercando di reggere le sortite offensive avversarie. Non può dare una grossa mano la panchina, visto che le alternative sono oggettivamente poche. E, se in altre occasioni gli azzurri sono riusciti a resistere in situazioni di emergenza e assedio, stavolta l’indesiderato gol è arrivato. A seguito del ciclo terribile, i partenopei ne escono con 7 punti su 9. Un risultato per il quale in tantissimi avrebbero firmato alla vigilia del match con l’Atalanta.

Tuttavia, alla fine di queste tre super sfide, c’è un po’ di amaro in bocca. Non solo perché i punti potevano essere 9, ma perché si è persa un’occasione gigantesca. L’Inter, avversaria in questa lotta scudetto, non è andata oltre l’1-1 nel derby contro i cugini rossoneri. Per giunta, un pareggio acciuffato nel recupero, grazie ad una zampata di Stefan De Vrij. Un copione quasi speculare a quello di Roma-Napoli, in cui è stato Angeliño a pareggiare i conti, sempre nel recupero. Quella che poteva essere una serata trionfale per i partenopei, si è trasformata in una dove sostanzialmente non è cambiato nulla. Non c’è da essere drastici, ma questi minuti finali potrebbero essere decisivi ai fini della lotta scudetto. Magari, alla fine di questo campionato, qualcuno potrebbe tornarci col pensiero.

Dunque, quali appunti possiamo prendere da queste giornate? Sicuramente, che la lotta per il tricolore non va presa alla leggera. Ottime le vittorie contro Atalanta e Juventus, ma non bastano solo quelle a fare uno scudetto. Serve maggior continuità e rimanere sempre sul pezzo. Qualità che agli azzurri non manca, e che non sarà una partita come questa a cancellare. Ciò che invece manca, è la panchina. I partenopei sono oggettivamente a corto di uomini in grado di dare garanzie. I titolari non mancano, ma i subentranti non risultano in grado di incidere a gara in corso.

Il mercato di gennaio, sia per sfortuna (Danilo) che per situazioni trascurate (Kvaratskhelia), ha indebolito la rosa. A 24 ore dalla sua conclusione, se c’è da accelerare su alcune mosse, che siano temporanee (Saint-Maximin) o per integrare un elemento futuribile (Comuzzo), che lo si faccia. C’è tempo per una sessione più ragionata, ma non bisogna nemmeno prendersi troppi rischi dinanzi ad un occasione così golosa come questa.

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