Insigne: “Vedere uno scudetto da lontano è un orgoglio più grande, non sono invidioso. Tifosi? Vi racconto il mio rapporto con loro”

Lorenzo Insigne, ex capitano del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Radio Serie A. Tra gli argomenti, il calciatore ha parlato anche di come è stato vincere uno scudetto da tifoso non residente a Napoli, oltre che del suo rapporto con la tifoseria, spesso chiacchierato. A queste domande, Insigne ha risposto dicendo che vivere uno scudetto a distanza porta maggior orgoglio e ha rivelato di non essere invidioso di questo successo. Per quanto riguarda il rapporto con la tifoseria, ha raccontato i suoi trascorsi tra alti e bassi. Di seguito, le sue parole.

Vivere uno scudetto da lontano che significato ha? Il merito va dato a chi ha vinto e a chi ha dimostrato di essere forte. Mister Spalletti ha creato un grande gruppo. Non è merito nostro che siamo partiti ma a chi ha vinto. L’ho vissuto da tifoso, e viene detto che ero invidioso di questo. Per nulla perché sono sempre stato il primo tifoso. Dispiace che non ero qui per festeggiare, l’ho fatto da lontano con i figli e la famiglia. Festeggiare da lontano è un orgoglio più grande. Sei sul tetto e quella è una cosa importante. Che il Napoli vinca o perda sono sempre il primo tifoso”.

Come è stato il tuo rapporto con la tifoseria? Quando le cose vanno bene sono vicini, quando vanno male non è che si allontanano, ma ci rimangono male perché vogliono vincere. Noi calciatori sembra che andiamo in campo che non vogliamo vincere, ma ci sono gli avversari e bisogna fare i complimenti. In 11 anni ho sempre avuto un ottimo rapporto con loro, qualche volta ci siamo beccati non era solo per colpa mia, era tutta la squadra che a volte non andava. Poi è normale che essendo napoletano e capitano può starci avere più responsabilità, ma mi sono sempre preso tutto. Se i tifosi vedono che dai tutto sono felici anche dopo una sconfitta. Quando sono tornato l’anno scorso li ho visti un po’ delusi, ma non è successo solo a Napoli un anno difficile dopo lo scudetto. La cosa più difficile è infatti ripetersi, torniamo al discorso della Nazionale. Con la stessa squadra non andammo ai Mondiali dopo aver vinto gli Europei, il calcio è così. L’anno scorso non è stato così, quando cambi 3 allenatori ci sta che l’annata non vada bene. Oggi i calciatori danno l’anima in campo, se danno tutto i tifosi sono contenti”.

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