Tiberio Ancora, personal trainer ed educatore alimentare della Ssc Napoli, ha rilasciato un’intervista nel corso della trasmissione A Pranzo con Chiariello, in onda su Radio Crc.
“Il mio percorso nasce perché da calciatore ho sempre curato l’aspetto fisico, già trent’anni fa quando questa visione non era assolutamente considerata. Quindi questa volontà mi ha dato una visione completa di cosa voleva essere l’efficienza fisica e organica di ogni calciatore. Ho iniziato a studiare già mentre giocavo, e mi ha permesso di mettere in pratica quel che è il mio lavoro, dove applico cosa ho capito e ad usufruire dai vantaggi della cura dei dettagli. Quindi ho avuto una carriera più lunga, pensavo di lasciare il calcio a trent’anni, e mettendo in pratica i miei studi ho giocato fino a quarant’anni”.
“Conte? L’ultima partita di Conte con il Lecce la giocò contro il Messina. Poi da allora andò alla Juve. Siamo sempre stati amici ma non ci siamo mai frequentati. Poi lui ha avuto la sua carriera e anche quando ho smesso di giocare ci siamo sempre seguiti. Poi ho iniziato la mia carriera da personal trainer e lui era sempre attento ai miei passaggi fino a quando mi incontrò al mare e mi disse di collaborare con lui. Ai tempi la sua visione era sconosciuta, aveva visto lungo perché la cura del dettaglio può dare vantaggi. A livello profesisonale è per me un punto importante, perché la sua cura nel dettaglio lo rende un allenatore tra i più importanti del mondo. Proprio perché ha valori e visioni che a noi arrivano dopo. A livello umano sono molto legato a lui, è una persona disponibile e umile, fuori dai riflettori del calcio passi una serata con lui ed è uno spasso. È una persona simpatica e disponibile e per lui mi butterei nel fuoco”.
“Come lavora in un gruppo di professionisti di alto livello? Io penso che un atleta debba avere delle percentuali di condizione generale. È una visione tuta mia. Questo passa dal valutare massa magra, grassa, agilità, idratazione, resistenza ed altro. Faccio questo per valutare la loro efficienza. Ho dei parametri e delle percentuali che un atleta deve assolutamente avere. Chi ne esce fuori significa che non è in condizione o predisposto all’infortunio. Questi dati vanno però interpretati, perché risulteranno fini a sé stessi. Da quando faccio così riesco ad avere una visione completa a come portarlo a questa condizione. Una volta che c’è dentro la sua efficienza è ai massimi livelli. Quando in un campionato subentrano tanti particolari, devo avere la capacità di portarli dentro. Questo passa dall’alimentazione, intensità, lavoro sulla forza, che mi permette di mantenere il calciatore disponibile, ma farlo arrivare al top della condizione la domenica”.
“Come si scindono le varie preparazioni? La valutazione di ogni calciatore mi dà un riferimento di come intervenire. A seconda della condizione personalizzo cosa serve e mi confronto con il preparatore ed il mister per essere il valore aggiunto e far sì che il mio intervento possa essere utile alla migliore condizione dell’atleta”.
“Tante destinazioni, tante culture diverse. Come si trova l’equilibrio? Ogni calciatore ha le sue esigenze, ma i macronutrienti esistono ovunque. Quindi la mia visione è quella di conoscere il cibo disponibile e adattare quel tipo ai nostri riferimenti. Spesso ci siamo riusciti perché non abbiamo mai avuto problemi, i vari calciatori stranieri che hanno seguito questi consigli hanno performato al meglio. Ad esempio Hazard sia prima che dopo era un talento inespresso perché non curava i dettagli. Nel nostro periodo ha avuto il massimo rendimento sia di prestazioni che presenze. Poi una volta al Real Madrid ha smesso di giocare. Quindi la cura del dettaglio ci facilita il compito”.
“Ci sono degli errori comuni a livello alimentare? I calciatori hanno tanta voglia di migliorarsi, ma la considerazione maggiore è che non sanno come farlo. Anche oggigiorno i nostri calciatori che abbiamo seguito e poi sono andati in altre squadre mi chiamano per chiedermi consigli perché non hanno un riferimento. Con noi si sono trovati bene e in un’altra realtà trovano una situazione diversa che li mette a disagio. Tra gli errori più comuni è che c’è la voglia di migliorarsi, ma se hanno una visione completa si adattano perché è nel loro interesse”.
“Un consiglio da educatore alimentare? I miei riferimenti sono basati sull’uomo paleolitico, dove mancava il benessere di oggi. Quindi carne, pesce, frutta, verdura e uova. Mangiare a sazietà senza contare le calorie. Io darei questo consiglio perché chi vuole risolvere questi problemi, seguendo questi riferimenti, risolve tutto. L’avvento di queste malattie come diabete e colesterolo sono dovuti ad un’alimentazione scorretta e al cibo spazzatura”.
“Quando ci sono meno impegni cambia anche il regime alimentare? Il fatto di avere meno impegni permette di curare meglio i dettagli. In sostanza però non cambia, anche quando ci sono minori riferimenti la richiesta energetica è sempre bilanciata alla propria condizione. Se ho una percentuale ottimale al calciatore gli pianifico cosa serve, a secondo poi del carico di lavoro dovuto alle partite in riptezione, poi mi regolo di conseguenza. Ma sempre dopo un’attenta valutazione oggettiva della propria condizione, quindi pianifico cosa serve in base agli impegni”.
“C’è un regime alimentare base? Assolutamente sì, la ripartizione dei macronutrienti e l’integrazione che però non fa miracoli. Se c’è un‘ì‘alimentazione di base hai già l’80% della tua efficienza. L’integrazione è un valore aggiunto che serve quando c’è l’alimentazione alla base, altrimenti poi diventa tutto vano. Avere questi riferimenti permette di avere le percentuali che consentono la massima efficienza”.
“Come cambia l’impostazione a seguito degli infortuni? In base alla condizione e ai valori che emergono si pianifica il piano che serve per non dargli un eccesso di calorie, ma un riferimento base che possa fargli tenere la condizione in modo che poi quando torni ad allenarsi non sia fuori condizione. È sempre modulato in funzione della sua condizione”.
“Le uova? Consumo 5 uova al giorno per tutti i giorni da 15 anni. Le uova hanno dei nutrienti fondamentali per la ricostruzione muscolare perché sono ricche di proteine, per la spinta anabolica, ci sono tanti riferimenti che non se ne può fare a meno. Il problema è che accanto ad esse ci mettono pane, pasta, legumi e tutto il cibo spazzatura, e vengono demonizzate le uova che forse sono l’unico alimento che dovrebbero mantenere”.
“Pane e pasta? Io non li mangerei mai, apporterei tutti i carboidrati da fonti come frutta e verdura, dove puoi mangiare a sazietà e non hai bisogno di contare le calorie, ma hai zuccheri che possono coprire il fabbrisogno di carboidrati in una maniera incredibile. Se abbini le proteine con frutta e verdura fai la scelta migliore. Chiaro che in una giornata libera fai cosa vuoi, ma in riferimento di un’alimentazione sana nasce con questi qui”.
“Lei si concede qualcosa? Certo, ma l’eccezione conferma la regola. Se ti concedi una giornata libera non succede nulla, ma non va fatto tutti i giorni. Altrimenti non potrai avere un fisico asciutto e armonioso”.