Paolo Di Canio, ex calciatore ed oggi opinionista, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino, dove si è parlato a proposito dell’approdo di Antonio Conte al Napoli, del rendimento di Romelu Lukaku e non solo. Di seguito, le sue dichiarazioni.
“Conte? Lui è nato per resuscitare le squadre di morti. Lo dice la sua storia. Conte è fatto per questo: è un “secchione”, uno che io adoro per come riesce a martellare le sue squadre. E che può anche portare il Napoli a vincere lo scudetto”.
“Lukaku. Col Cagliari gli ha dato 3, con il Como? Sincero? 4. Poi lo so, per tutti è stato decisivo ma mica può essere considerato un assist quello per McTominay? Poi il mio giudizio é legato a quello che può e deve fare. Se il Como ha pareggiato é perché lui non è mai riuscito a far salire il Napoli. Non credo che Antonio sia davvero contento della sua prova. In Serie A, anche cosi, sposta gli equilibri, e li sposta ancor di più nelle squadre di Conte. Ma lo aspetto nei giorni decisivi, quando deve fare gol a Inter, Milan, Juventus”.
“Con chi avrebbe giocato più volentieri, con lui o Osimhen? Lukaku ormai gioca spalle alla porta, lontano dall’area, perde tanti palloni: per i miei cross ho sempre avuto bisogno di gente avvelenata come Osimhen, uno che vende l’anima per segnare. Conte ha stregato una città in tre mesi. E primo. E con merito. È entrato nella testa del calciatori, li ha motivati, è l’uomo forte che mancava, il martello, il vero erede di Trapattoni in Italia: Di Lorenzo, anche se ancora lontano dai livelli raggiunti con Spalletti, è cresciuto in pochi mesi. Con Luciano, tutti hanno overperformato, poi l’anno scorso tutti hanno underperformato. Ora c’è Antonio: il Napoli non ruba l’occhio, non è esteticamente bello, ma lui non mi pare che voglia mettersi in evidenza con idee cervellotiche. Vince facendo cose semplici, comprensibili dai calciatori”.
“Il Napoli capolista è una bella sorpresa? Ma Conte ha sempre fatto questo: arriva negli ambienti a pezzi, distrutti dal passato, pieni di delusione e li rimette al suo posto, li rianima. Aggiusta ogni cosa in poco tempo. Oggi lui è questo: alla Juventus, al Chelsea, all’inter. Mica arriva dopo una Champions o un titolo, arriva dove ci sono le macerie, dove c’è costruire ogni cosa dalle fondamenta. É un mago, nel riuscire a vincere dove l’anno prima c’erano solo delle rovine”.
“Poteva arrivare un anno fa? Non sarebbe stato lo stesso. È evidente che lui attecchisce negli ambienti dove tutti hanno dei sensi di colpa, dove sono obbligati a seguirlo per farsi perdonare le proprie responsabilità: a Napoli è ideale. Un gruppo che vince lo scudetto a febbraio, che dà spettacolo in Europa e che, poi, arriva decimo? Dodici mesi fa sarebbe stato complicato farsi seguire da giocatori che lo scudetto vinto al Napoli li faceva sentire come dei in terra. Ora c’è proprio il suo terreno ideale, dove detta regole e non c’è nulla da mettere a paragone”.
“Può arrivare primo anche a maggio? Se Inter e Juventus continuano così, con questi rallentamenti, senza problemi. Ma può farlo anche se le altre migliorano: ma a patto che il Napoli cresca nella manovra offensiva, nel lavoro difensivo, nella cattiveria per tutti i novanta minuti”.
“Non avere la Champions mette il Napoli in condizione favorevole? La nuova Champions é soprattutto per gli allenatori un impegno stressante, piani tattici da preparare uno dietro l’altro, c’è da impazzire. Meglio il lavoro di Conte che si mette lì da inizio settimana e pensa solo alla gara del week end. Ma c’è un intoppo: la gestione dei cambi. Ecco, poiché tutti sanno che hanno tutto il tempo per recuperare durante la settimana, nessuno vuole uscire neppure all’80. Come Kvaratskhelia: lo vedo con la faccia scura ogni volta che viene sostituito, si vede che gli rode il cambio. Come se fosse lesa maestà. Lo facevo anche io. E sa perché? Perché pensavo, mi sono fatto il mazzo fino ad adesso, ho fatto il terzino, ora si aprono gli spazi nel recupero, magari posso inserirmi e fare gol… e mi farino uscire”.
“Poi, peraltro, segna anche Neres… Occhio, non è un caso che non entra mai al posto di Kvara: Conte è attento a non creare un dualismo, un eventuale elemento di tensione. È accorto, scuola Trapattoni e Lippi. Uomo di campo, sa cosa pensano i calciatori. Lo sa prima ancora di loro”.
“Qualcosa che non le va giù? La smetta di gettare acqua sul fuoco, di dire eravamo decimi o la storia della bicicletta. Ha speso tanto questa estate e ha preso chi voleva. Non deve vincere lo scudetto, ma ha tutto per arrivare tra le prime quattro che, penso, sia il vero obiettivo di De Laurentiis“.
“Mercato? lo andrei da quelli del Manchester United per arrestare tutti i dirigenti: ma come si fa a dar via McTominay? C’è uno come Neres che fa la riserva ed è nel pieno della sua maturità. Gilmour nel Brighton ha mostrato di avere le stesse caratteristiche di uscita palla al piede e di lucidità di Lobotka. Conte ha fatto prendere Lukaku che è il suo totem e lo porta da tutte le parti. Insomma, c’è solo da essere ottimisti ed essere quasi obbligati a centrare il piazzamento in Champions”.
“Alla ripresa, c’è un bel ciclo di partite… Dove puoi volare via, perché se esci dal trittico con Inter, Atalanta e Milan ancora primo in classifica devi iniziare a indossare una nuova divisa e iniziare a sognare”.