Elia Caprile, portiere del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Crc, emittente ufficiale della Ssc Napoli. Si è parlato sia del suo rapporto con la coppia di centrali Rrahmani-Buongiorno, oltre che del ruolo del portiere. Infine, un pensiero per quanto riguarda la questione obiettivi finali della squadra. Di seguito, le sue parole.
“Avete subito solo 16 reti in queste prime giornate… È sinonimo di essere molto compatti. Questo però dipende da tutta la squadra e non solo dalla difesa, Conte spinge molto su quest’aspetto della compattezza. Credo che questo sia il segreto principale”.
“Rrahmani e Buongiorno, come vi parlate? Il movimento delle punte. Io che posso vedere meglio il campo posso aiutarli, mentre loro possono aiutarmi nel gestire il gioco. Questo è il mio obiettivo da portiere: dare una mano nei movimenti delle punte”.
“Com’è in allenamento Buongiorno? Fa le stesse cose che si vedono in partita, è un fenomeno non solo per cosa fa in campo, ma anche per ciò che fa fuori. È un grande lavoratore e merita tutto quel che sta ottenendo”.
“Come cambia la partita nel subire pochi tiri? Il salto è abbastanza particolare, io cerco di rimanere concentrato, e per farlo cerco di parlare con i compagni. La cosa più difficile è pensare che prenderai pochi tiri ma per quelli devi essere pronto”.
“Cosa ti ha restituito l’esperienza inglese al Leeds? Chi ringrazi come preparatore? L’esperienza inglese mi ha formato sia da sportivo che da uomo. Vivere da solo all’estero, specie durante il covid, mi ha aiutato ad affrontare le sfide che sono venute dopo. Ogni allenatore mi ha lasciato qualcosa sia sportivamente che da umano, fare un solo nome non è rispettoso”.
“Sorrentino è stato per te un riferimento? Lui è stato il primo con cui mi sono allenato. Ho avuto la fortuna di potermi allenare con lui ed ho capito come si sta in Serie A e come si tiene la cattiveria giusta, credo sia stata la mia fortuna. Il miglior portiere italiano è Buffon, quindi dico lui, poi guardo anche ad altri portieri del passato”.
“Come gestisci l’evoluzione del tuo ruolo? Ormai il gioco dal basso fa parte del ruolo, c’è chi si trova meglio e chi meno, ma bisogna lavorare sempre per far sì che si possa fare al meglio. Quindi sono a favore dell’uscita dal basso”.
“Empoli, il portiere è Vasquez… Non lo conosco ma sta facendo bene. Mi hanno detto che è un ragazzo top, gli auguro di fare bene, magari con noi un po’ meno (ride, ndr)”.
“Cosa vorresti rubare a Meret? Non ci sono doti, ti dico che mi posso allenare tutti i giorni con lui, quindi cerco di prendere con gli occhi cosa vedo in campo”.
“Quale traguardo volete raggiungere? Siamo primi ma il campionato è lungo. C’è tanto lavoro da fare. Il campionato non finisce oggi, quindi non ci facciamo prendere dall’entusiasmo. Dobbiamo lavorare, poi a maggio si vedrà”.
“Come tuo padre ti ha trasmesso la napoletanità? L’essere venuto sempre a Napoli mi ha aiutato a conoscerla nei suoi pregi e difetti. Qui mi trovo benissimo. L’aspetto che mi rende più napoletano è il fatto che mi piaccia mangiare. Il mister non sarà contento ma qui si mangia bene. Sono contento di giocare per questa maglia”.