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I tifosi napoletani

I tifosi rappresentano davvero il cuore passionale di Napoli, insieme al Vesuvio e alla pizza. E se durante la settimana si cercano altri svaghi magari con un NationalCasino bonus, la domenica è solo per la loro squadra. I napoletani vivono il calcio con una passione travolgente, che si respira in ogni angolo della città. Per loro, ogni partita del Napoli è una festa, un rito collettivo a cui partecipano tutte le generazioni.

lo scudetto del 1987

Un episodio significativo si verificò nella stagione 1986-87, che fu la prima in cui il Napoli vinse il campionato. Era il primo scudetto che il Napoli vinceva e tutta la città andò in delirio. Della primavera del 1987, si respirava l’aria di festa che solo una città frustrata come Napoli riusciva a emanare. Dopo la vittoria matematica del campionato, le strade di Napoli si trasformarono in un mare di bandiere azzurre, con tifosi che festeggiavano giorno e notte. 

Riti e superstizioni

L’attaccamento che i napoletani hanno per la loro squadra si evidenzia nel rituale che accompagna le partite. Tra i più curiosi c’è quello legato alla statua di San Gennaro, patrono della città. Durante le partite importanti, soprattutto quelle contro i rivali storici, molti tifosi si recano nella cattedrale per pregare e chiedere la protezione del santo. È il mix di fede e superstizione attraverso il quale il calcio riceve un alone quasi sacrale.

Trasferte indimenticabili

Un aneddoto interessante è quello del 2012: la trasferta del Napoli a Torino per la finale di Coppa Italia, dove affrontava la Juventus. Non riuscendo a trovare i biglietti per il treno, un gruppo di tifosi avrebbe deciso di andare in macchina e in autobus, formando una carovana infinita che ha attraversato tutta l’Italia. Lungo tutto il percorso, l’accoglienza calorosa riservata loro in ogni città da folle di persone che applaudivano e salutavano è stata una situazione che ha dimostrato come le persone possano essere unite dalla passione per il calcio, anche nei momenti di rivalità.

Creatività

La tifoseria napoletana è famosa anche per la creatività delle sue canzoni e dei suoi striscioni. Infatti, ogni partita è un happening, sempre carico di una coreografia unica, pensata appositamente per caricare la squadra di energia e per intimorire gli avversari. Uno degli striscioni più memorabili fu innalzato in un Napoli-Juventus degli anni ’80: “Voi col lavoro, noi con il cuore”. Chiaramente si riferisce alla differenza di sviluppo economico che caratterizza una città rispetto a un’altra, ma forse è anche una dichiarazione di amore e orgoglio per la propria identità.

Il cuore del tifo: la curva

Non si può parlare di tifoseria napoletana senza menzionare i “distinti”, i settori più calorosi dello stadio. Qui i tifosi più accaniti si radunano per incitare la squadra dal primo all’ultimo minuto. In tal senso, a citare spicca la “curva B”, simbolo del piacere, dell’inferno e del paradiso che è la tifoseria napoletana, e nella quale palpita la passione a livelli irreali. È stato detto che il boato della curva sia talmente forte da potersi sentire per l’intera città, rendendo così impossibile frapporre un qualsiasi elemento in grado di spezzare il legame tra stadio e quartieri circostanti.

Conclusione

In conclusione, la tifoseria napoletana non è solo una componente del calcio, ma una vera e propria cultura: un modo di vivere che trascende il semplice tifo. È un insieme di passione, fede, folklore e identità che rende unica Napoli nel panorama calcistico mondiale. Ad ogni partita, un evento che muove un’intera città, trasformando le strade in un teatro a cielo aperto dove ogni tifoso diventa protagonista. E in questo palcoscenico la passione azzurra brilla sempre più intensa, come un faro che guida e unisce tutti coloro che, con il cuore, tifano Napoli.

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