A ‘1 Football Club’ su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, parlando così del Napoli: “Se è stata una stagione fallimentare, devono essere coinvolti tutti. Tutti si adeguano ad un trend negativo, è difficile uscirne fuori. È uno sport di squadra. Si è parlato dell’errore nel non aver sostituito Kim, ma il campionato del Bologna non è il risultato di una squadra che, nei singoli, è migliore del Napoli di oggi. È stato un problema di approccio, di mentalità. Bisogna comprendere anche l’importanza della gestione di un tecnico. I giocatori, oggi, percepiscono molto di più, sono delle aziende. Diviene importante la figura gestionale di un tecnico, e Spalletti l’aveva fatta da padrone”.
Il Napoli ha bisogno di un condottiero e di un De Laurentiis meno presente? “C’è sempre bisogno del presidente. L’anno scorso, il patron, insieme con i suoi collaboratori, ha riportato lo scudetto a Napoli dopo trentatré anni. Sbagliare si può, ma oggi si deve ripartire con il presidente, con i dirigenti e con il condottiero in panchina. Naturalmente, il rispetto dei ruoli è determinante in ogni contesto”.
Cosa succede quando in uno spogliatoio uno o più calciatori scavalcano il capitano per porre le proprie richieste all’allenatore? “Sono cose delicate. Può essere giusto o sbagliato ma, delle volte, sono stato in spogliatoi dove il capitano non era quello con la fascia. Premetto che nel Napoli il capitano è Di Lorenzo. Tuttavia, bisogna vedere quale fosse l’autorità di Juan Jesus. Se non si è dentro, si fa fatica a comprendere certe dinamiche. In un anno particolare, anche qualche anomalia come questa può essere usuale”.