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Predicare nel deserto: l’esempio di Stanislav Lobotka

Si può essere il miglior pianista del mondo, ma se l’unico luogo in cui si suonerà è una foresta distante 40 km dal primo centro abitato, nessuno avrà nota di questo talento. Allo stesso modo, un calciatore può essere dominante, ma avere la sfortuna di giocare in un contesto in cui è poco valorizzato. Questo può essere un ambiente calcistico amatoriale, o una squadra che non lo valorizza. Un esempio chiaro per tutti di questo concetto è la partita di Stanislav Lobotka in Lazio-Napoli. Lo slovacco è stato una luce nella poco esaltante gara dell’Olimpico. Quando gli è capitato di controllare il pallone, è sempre stato un piacere per gli occhi. 

Però, questa sua partita è stata poco valorizzata. Molte delle sue giocate sono andate sprecate, poiché i compagni di squadra non sono mai riusciti a rendersi pericolosi. Il suo predicare nel deserto è stato l’unico spiraglio positivo del Napoli di questo incontro, naturalmente oltre alla porta inviolata. È un vero peccato avere a disposizione un’arma del genere e non poterla sfruttare appieno. Giocatori come lui, possono letteralmente cambiare il volto di una squadra, a patto che anche gli altri si facciano trovare pronti. Tra i reduci dello scudetto, l’ex Celta Vigo è sicuramente il più in forma, ed è l’uomo su cui costruire buona parte di questo difficile proseguimento di stagione. 

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