Venerdì scorso il Napoli aveva l’accordo per Gabri Veiga. Il centrocampista sarebbe presto arrivato a Capodichino nel fine settimana, avrebbe svolto le visite mediche di rito e firmato il contratto. Poi, nei giorni successivi, ci sono stati disaccordi sulla futura rivendita tra i due club e l’inserimento dell’Al Ahli nella notte ha fatto saltare definitivamente l’operazione. Secondo i rumours, c’entra soprattutto la difficoltà a trovare accordi per le commissioni da dare all’entourage del giocatore.
“Embarrassing”, imbarazzante. Così ha commentato Toni Kroos sotto al post del giornalista Fabrizio Romano. Oltre al fatto che il Napoli si sia fatto beffare, resta l’amaro in bocca per un calcio sempre più schiavo del dio denaro.
Come può un giovane, che ha tutte le carte in regola per poter diventare fra i migliori in Europa, rifiutare i Campioni d’Italia per andare semplicemente a guadagnare più soldi? Certo, chiunque vacillerebbe davanti a certe cifre, ma la domanda sorge spontanea a chi ama il calcio: che ne è dei sogni, dell’ambizione, della voglia di calcare palcoscenici importanti?
Quanto sarebbe bello prendere una macchina del tempo e ritornare indietro di 20 anni, ma anche 10 basterebbero. Nel 2002, quando Florentino Perez offrì un contratto a Francesco Totti e lui rifiutò, scegliendo col cuore. Basti pensare anche solo a Marek Hamsik, capitano azzurro per 12 anni col sogno di vincere il tricolore, no alle lusinghe di Milan e forse Juve. Un sogno scudetto che però sfumò perché il calcio a volte è crudele.
Trasferimenti da capogiro
La catena di trasferimenti alla Saudi Pro League l’ha iniziata Cristiano Ronaldo. L’asso portoghese si è trasferito a gennaio 2023 all’Al Nassr. Il suo stipendio è da far girar la testa: 200 milioni l’anno. Quest’estate si sono trasferiti, tra gli altri, Benzema, l’ex azzurro Koulibaly, Milinkovic Savic, Kanté, Brozovic e Neymar. Per Benzema presentazione eroica all’Al-Ittihad, col quale ha firmato un triennale da 100 milioni. Koulibaly è rimasto sempre in maglia azzurra, da Napoli, Chelsea e ora l’Al-Hilal, dal quale percepirà 30 milioni per tre anni. Stessa squadra anche per l’ex Sergente della Lazio e ‘O Ney. Anche Tonali ha lasciato il Milan, di cui ormai era un perno fondamentale, per vestire la maglia del Newcastle. Il club inglese è di proprietà di Pif, fondo saudita.
Il calciomercato arabo proseguirà ancora per qualche settimana a settembre. I rumours parlano di interessi per Lobotka (piace ad Al Hilal e Al Nassr), Lozano e Spinazzola. Corteggiati anche gli allenatori come Gattuso, l’ex ct Mancini e Allegri. Lo stesso Rudi Garcia è appena tornato dall’esperienza araba nel club di CR7.
È la fine del romanticismo nel calcio?
Attenzione, però: gli arabi non sono i cattivi delle favole. Sono semplicemente quelli che possono accontentare chi vuole sempre più soldi a discapito dei sogni. Allora gli addii difficili e le delusioni si moltiplicano per i tifosi, i giocatori chiedono sempre più soldi spinti da procuratori senza scrupoli. Allora ecco perché si trovano sempre meno accordi sulle commissioni o sugli ingaggi. Allora ecco perché i tifosi sono sempre più delusi e dicono “solo la maglia”.
In un calcio in cui ormai contano solo i soldi, le bandiere si contano sulle dita della mano. Non solo il Napoli, ma tutta l’Italia si tiene stretta Piotr Zielinski, fra i pochissimi che hanno rifiutato l’Arabia Saudita per continuare a calcare palcoscenici competitivi.