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Giaccherini: “È il nome giusto per il dopo Spalletti, la chiave di volta”

L’ex giocatore del Napoli Emanuele Giaccherini ha parlato del futuro del Napoli a Radio Crc.

Di seguito le sue parole: “Conte? Quando sono arrivato alla Juve aveva iniziato con la difesa a 4, ma ultimamente si è basato sempre sulla difesa a 3. A prescindere dal modulo credo che sia un allenatore che sappia interpretare qualsiasi modulo. Non so se si concretizzerà, ma Conte sarebbe il top per sostituire Spalletti, è un allenatore abituato a vincere che trova una squadra che ha appena vinto lo scudetto. Credo che Luis Enrique sia un allenatore che ha un nome altisonante. Anche per la piazza potrebbe essere un nome molto forte”.

Poi Giaccherini ha continuato: “Io penso che Vincenzo Italiano potrebbe essere la chiave di volta del Napoli. Il suo modulo è il 433. Penso che per il Napoli Italiano sia il nome giusto. La Fiorentina gioca un calcio bellissimo e lo abbiamo visto anche nella finale dell’altra sera. Le caratteristiche dei calciatori del Napoli si trovano benissimo con il credo di Italiano. Se non dovesse arrivare Luis Enrique virerei su Italiano. Per me hanno fatto bene sia Lozano che Politano, ma non c’è paragone con l’altra fascia dove c’è Kvaratskhelia. Ci sarebbe un nome per il Napoli, quello di Domenico Berardi che potrebbe garantire sia la qualità che la copertura che i gol. Sarebbe il prospetto ideale, ma ci vogliono tanti soldi per prenderlo. Se il Napoli perdesse Kim e Osimhen la squadra si indebolirebbe. Non è così facile trovare calciatori in grado di sostituire questi campioni”.

Infine su Sarri: “Un ritorno di Sarri? È un grandissimo allenatore, uno dei migliori che c’è nel panorama italiano e internazionale. Nei matrimoni ci sono i divorzi, ma poi si riparte ancora. Allegri per esempio è tornato alla Juve dopo essere stato fermo. Io non credo che possa ritornare, la vedo difficile perché sta facendo qualcosa di straordinario alla Lazio e poi non so come il rapporto tra lui e De Laurentiis sia finito. Nel periodo in cui Osimhen era infortunato e giocavano Simeone e Raspadori sono stati determinanti. Il Napoli lì ha lavorato bene mettendo dentro giocatori che dessero il proprio contributo senza i titolari”.

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