Ex consulente FPF della UEFA: “La Juve non rischia esclusione dalle coppe”

In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Paolo Ciabattini: esperto di Sport Business ed ex consulente UEFA per il Financial Fair Play.

“Non sono sorpreso dalla tempesta che sta colpendo la Juventus. Già 3-4 anni fa avevo preconizzato tutto. Dopo il 2017, dopo la finale di Cardiff, è stato un lento crollare dal punto di vista del bilancio. Da lì in poi sono partite 4 anni di plusvalenze scellerate , oltre 600 milioni di euro, per coprire il gap incolmabile tra costi e ricavi. È stato come viaggiare a 300 km/h contro un muro e non ce n’era bisogno. Alla Juventus in quel periodo sarebbe bastato gestire il proprio dominio sportivo per continuare a vincere e per farlo con i conti a posto.Le plusvalenze? Sono un malcostume diffuso, ma la Juventus ha esagerato ed è andata oltre il consentito.

Non esiste un parametro oggettivo, ma adesso ce ne sarebbe bisogno anche grazie all’inserimento di un algoritmo. Può aiutare il mercato a riferirsi sul tema e ad evitare plusvalenze gonfiate. La Juventus rischia l’esclusione dalle competizioni UEFA? No, non credo. C’era già un settlement agreement firmato con la UEFA per rientrare entro il 2025 delle perdite registrate. Al netto delle plusvalenze, della manovra degli stipendi e dei costi non contabilizzati, le cifre non sono così significative per valere un’esclusione o una sanzione pesante. La UEFA, però, era dovuta a riaprire un’indagine dopo quanto successo.

Il Napoli e l’operazione Osimhen? Certo, tutto regolare proprio non è… Insieme alla plusvalenza di Rovella al Genoa, sono state le due operazioni più vistose. Il punto è che il Napoli ha una sola operazione simile nel proprio storico, non ha un comportamento reiterato come quello della Juventus. Poi non esiste un valore oggettivo, quindi è sempre difficile entrare in merito. E ribadisco che in questo scenario le plusvalenze sono l’ultimo dei problemi: falso in bilancio, manovre strane di stipendi, costi legati all’operazione Ronaldo non contabilizzati… Non ci stiamo facendo mancare nulla.

Il calcio italiano è malato e ha bisogno di pulizia? Sì, è così. Lo pensiamo tutti che ci sia bisogno di trasparenza e pulizia. Bisogna competere nel rispetto delle regole e con professionalità. Anche perché molte società vengono gestite da professionalità sotto la sufficienza, c’è da dirlo. La Juventus avrebbe bisogno di un progetto giovane, di un allenatore che aggiunga e non tolga valore ai propri calciatori. Il modello Napoli è un esempio perché obbligato a comprare calciatori a buon prezzo, mentre i bianconeri esagerano in campagna acquisti. E’ stata una gestione scellerata, quella che ha contraddistinto la Juventus degli ultimi anni”.

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