Luigi De Laurentiis ha parlato al Corriere dello Sport della sua avventura da presidente al Bari e del futuro della società pugliese.
Il Bari e la promozione in Serie B
“Finalmente la B, sì. Sono stati anni intensi con tante difficoltà. Il campionato di C è molto complicato, soprattutto nel girone del Sud che è particolare. E se ripenso all’inizio, in cui siamo partiti da zero, la soddisfazione è enorme: ricordo di essere arrivato a Bari a fine agosto e di aver creato una start up in un mese, lavorando sette giorni su sette. Telefonai addirittura a un albergatore per farmi dare gli asciugamani per la squadra che si allenava… Non c’erano nemmeno quelli. Ma dopo 4 anni abbiamo raggiunto un grande obiettivo”.
Gli anni azzurri
“Per me è stata anche una palestra professionale: con il Napoli mi divertivo a curare la parte merchandising, marketing e comunicazione, qui ho dovuto fare un super master dal punto di vista sportivo e tecnico. La prima volta ero a Los Angeles per la Filmauro. Mio padre mi chiamò comunicandomi che aveva comprato il Napoli. Perciò, mentre lui affrontava la C, cominciai a seguire le partite. Poi ho lanciato le piattaforme digitali del Napoli, ho inventato le maglie e tutto ciò che potesse accrescere il fatturato dal punto di vista creativo”.
La fine della “dipendenza” societaria tra Bari e Napoli
“Sì, quest’anno siamo stati più indipendenti, abbiamo sfruttato le esperienze del passato. Ho trovato il direttore sportivo giusto che ha costruito la squadra in funzione del gioco dell’allenatore. La scelta è stata vincente, il rapporto ha funzionato molto bene”.